Non uscire di casa.

Giorno 9, più o meno. Se non ci fosse il rito serale della Rumenta in effetti le mie uniche uscite all’aria aperta sono sul poggiolo. In Corso Italia qualche isolato corridore, che adesso chiamano runners per distinguerli da quelli che corrono al gabinetto, come faccio io più o meno due volte al giorno da una decina di giorni.

Non posso non aver già messo la foto dei miei mini cactus. Vengono da Alicudi, ne raccolsi una decina, non meno di 20 anni fa. Hanno resistito alle nevicate del Righi, alle sventolate di Tramontana ed ora alle sciroccate.

Ciò detto, questa strana situazione di confinamento in casa, pare che sul medio termine possa dare scompensi comportamentali. Credo che tra i vari fenomeni di difesa sia compreso quello di estraniarsi dalla realtà. Dilettanti, io mi estraneo dalla realtà da quando avevo 6 anni, ci riesco benissimo. Oggi ho telefonato a diversi amici. Con due ci siamo conosciuti ai tempi della frequentazione di forum di discussione di meteorologia, ci siamo visti di persona pochissime volte, ma siamo rimasti sempre in contatto. Uno abita vicino a Bergamo ed uno non lontano da Modena. Due telefonate stazianti. Stanno entrambi vivendo situazioni familiari gravissime. Poi ho telefonato ad un altro amico di Genova. Anche lui sta attraversando una circostanza allucinante. Non so come commentare, ho diverse soluzioni ma mi sembrano tutte banali, scontate, stupide. Come tutti, vivo immerso nella condizione di cittadino confinato in casa senza poter uscire ed il 90% delle notizie che arrivano parlano del virus, ma da quello che si sente in giro io sono assolutamente previlegiato, fortunato, dunque aspetto senza lamentarmi.

Alla fine i metri cubi necessari per coprire il cerchio sono risultati una sessantina. Prima la gelata che potrebbe arrivare, poi la siccità estiva che probabilmente arriverà. Buona fortuna ai 500.

A New York si preparano al peggio, e nessuno sa definire il massimo del peggio al quale si potrebbe arrivare. Cuomo parla di un numero tra 50.000 e 110.000 contagiati nello stato di New York, 30.000 potrebbero avere bisogno di letti ICU (Intense Care Unit) e ne hanno a disposizione si e no 3.000. Sta arrivando una nave ospedale della marina, altri 1.000 letti.

Qui si vedono due cantieri a Manhattan. Una scuola che si ingrandisce ed un palazzo residenziale ex novo. Deserti entrambi; per una città che non si ferma mai mi domando se questo sia un evento già accaduto, magari durante le due guerre modiali o durante la recessione del ’29.

Ore 8 di sera, giorno lavorativo. A quest’ora in genere il traffico intenso scorre lentamente verso levante e se il tempo è bello la passeggiata è piena di gente. Ma questo 17 Marzo 2020 non c’è nessuno.

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Giorno 8.

Highlights della giornata. E’ arrivata la focaccia ed ho portato fuori la spazzatura e la differenziata.

Il ragazzo che ha recapitato la focaccia aveva una mascherina molto più tecnica della mia, i guanti chirurgici ed un fare professionale e consumato. Ossia non so quanto fosse stato normale per lui fare le consegne vestito come se entrambi fossimo infetti e potenzialmente mortali, ma sembrava facesse così da quando era bambino. Comunque la focaccia sta facendo la quarantena in terrazzo per 12 ore, poi verrà consumata.

Invece la deposizione della spazzatura nel bidone è un affare molto più complesso e rischioso. Il protocollo anti-contagio di Miriam è rigoroso ed articolato. Per uscire di casa dovrei avere l’autocertificazione che non ho, però questa sera non avevo neppure i documenti e nemmeno il telefono. Se dovessi venir fermato, dovrei dare un sacco di spiegazioni. Percorro lentamente i 300 metri che mi separano dai bidoni ed osservo la città semideserta. Ho la sensazione che sia molto più pulita del solito. Se fosse vero sarebbe la prova che molti, troppi miei concittadini sono delle sonore teste di cazzo perchè buttano troppa spazzatura per terra. Tienili a casa, le strade si puliscono da sole.

Miriam in questi giorni di quarantena forzata passa un po’ di tempo al telefono con amiche. Non tantissimo devo dire, ma insomma qualche telefonata se la concede. Un paio di sue amiche sono medici e/o sposate con medici e va da se che l’argomento principe di questi giorni è la pandemia. Si scambiano informazioni e consigli.

Le recenzioni su Amazon sono discrete. Mi pare che nella foto del prodotto le indicazioni di pulsazioni e ossigeno siano invertite. Andiamo bene.

Da un impareggiabile ed irrifiutabile consiglio è uscita l’esigenza irefrenabile di acquistare un “Pulsossimetro Pulox-PO-100 con display a LED saturimetro in colore blu” nella foto sopra. Non basta il termometro e l’apparecchio per misurare la pressione, adesso abbiamo anche questo ritrovato dell’ingegneria medicale che serve a misurare la saturazione di ossigeno nel sangue. La prima volta che ho scoperto l’esistenza di questo oggetto fu quando mia madre stava lentamente morendo per un mesotelioma e la misurazione serviva per regolare l’afflusso di ossigeno dalla bombola. Miriam mi ha spiegato a cosa serve avere questo trombino in casa in presenza di una epidemia di influenza, ma non ho ascoltato perchè intanto sarebbe stato inutile. Costa €24.90 e per il momento la spesa è affrontabile.

Questo è il Cerchio Inutile quasi interamente ricoperto di cippato di legno. La zona più interna è libera perchè non ci sono piante. Non ho ancora deciso se e cosa mettere nel centro. Una statua che mi raffigura mentre uccido un drago a morsi mi sembra indicata.

Questo è il periodo dell’anno in cui arrivano i fiori, i germogli degli alberi, insomma la Primavera in campagna. Ricevo foto e ci sono tre webcam ma non è la stessa cosa che essere li. Tra qualche giorno potrebbe arrivare una fase abbastanza caotica di tempo perturbato sul Piemonte. Per il momento le precipitazioni sono previste limitatamente alle Alpi. Potrebbe fare freddino, spero senza eccessi e soprattutto senza gelo. Si, va bene, il 2020 è partito in modo tale che una gelata è il meno che ci si possa aspettare. Se dovesse venire una gelata seria, la maggior parte di quelle 500 piantine messe a dimora con tanta cura morirebbero ed il cippato potrebbe essere utilizzato per scaldare la casa, oppure per essere fumato.

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Errata Corrige.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri quanto segue:

DA: Consulente Biologico

In queste giornate casalinghe c’è tempo per riflettere e mi sono accorto che il visitatore bianco della pfm non è quasi mai una garzetta ma un airone bianco maggiore (ha il becco giallo e i piedi neri), più grande e direi anche meno frequente. (immagine allegata)

Non abbiamo modo di mettere in dubbio quanto ci viene trasmesso dal nostro Cons. Bio. Se lui dice che l’animale rappresentato nella foto non è una Garzetta, vuol dire che non si tratta di una Garza.

Vorremo solo ringraziarlo per il costante contributo che rende questo blog una perla nel mare della disinformazione. Come si può ben notare, anche da questa parte della città, abbiamo veramente un sacco di tempo libero in questi giorni di arresti domiciliari, che però invece di sfruttare aumentando la nostra conoscenza del mondo, impieghiamo per orridi photo shop.

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Ungulati.

E’ possibile che, vista l’assenza di umani sul territorio, questi animali preistorici siano usciti dagli inferi e vaghino per le campagne indisturbati. Siamo nella fase di spargimento di cippato nel Cerchio Inutile, la foto è stata scattata durante le operazioni. Quello nella foto io credo che una ottantina di kg li sia pesati, potrebbe essere parente di quello che un mese fa ha reciso il cavo elettrico di recinzione.

Intanto si sono svolte le procedure di accettazione di provviste alimentari ordinate on-line al supermercato. Il ragazzo è arrivato ed è sceso dal furgone, mascherina e guanti. Su mia indicazione ha posato le buste di plastica a fianco di un muretto tra il cancello di ingresso ed il portone condominiale. Distanza minima rispettata abbondantemente. Si è allontanato. Gli ho indicato una della cassette postali, lui ha guardato ed ha preso una banconota di mancia, infilata in una scannalatura dello sportellino. Ha ringraziato, è un ragazzo molto gentile ed educato.

Sono salito per le scale, mia moglie mi aspettva sulla porta di casa con mascherina, guanti e Amuchina. Mi sono tolto le scarpe sul ballatoio. Lei le ha irrorate. Sono poscia andato sul balcone dove ho posato le buste. Sono rientrato, Miriam mi ha irrorato le mani guantate di Amuchina, mi sono tolto i guanti e li ho depositati nel bidoncino della raccolta differenziata. Sono andato in bagno, mi sono prima lavato le mani e poi mi sono tolto la mascherina. Le buste passeranno la notte sul bancone e verranno processate domani. In cucina c’è l’odore che c’è in una sala operatoria. Questa sera abbiamo mangiato minestrone, secondo una formula abbastanza collaudata.

Siamo in un film. Non proprio un bel film. Devo eleborare il fatto che faremo questa vita per settimane, forse mesi.

Questa è una foto di repertorio di qualche anno fa, da qualche parte l’ho sicuramente già mostrata con ridondante didascalia. La scattai di nascosto in un ristorante a New York. Boris Johnson, che oggi è il Primo Ministro Inglese e che allarga le braccia mentre prevede soavemente di veder morire nei prossimi mesi non meno di 80.000 inglesi sopra i 70 anni. Uno degli argomenti collaterali della madre di tuti gli argomenti in questo primo trimestre del 2020, il COVID-19.

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Domenica, giorno 7.

Ore sette del mattino, silenzio irreale. Non che la Domenica a quest’ora ci sia tanto movimento in genere, ma in periodi di coprifuoco il silenzio si fa notare eccome. Ho aperto una finestra e si sente solo qualche gabbiano ed un po’ di tramontana che soffia tra gli alberi. Zero traffico, zero passanti.

La sensazione di ripetizione che ho da quasi una settimana mi ricorda vagamente un film di qualche anno fa, il giorno della Marmotta (Groundhog Day) che evito di illustrare ma basta cercare su Google. Mi alzo per primo, alle 6 scendo dal letto e faccio la doccia. Vado in cucina e spremo arance per 3 spremute. Faccio colazione. Dopo un po’ arriva Miriam, dopo un po’ arriva la Carla e sono le 8:30. E poi inizia la giornata.

La Garzetta passeggia tranquilla, almeno fino a quando non la sorprendo, la catturo e la bacio passandole il COVID-19. Lei si infetta ed il virus muta in una forma letale e dopo qualche giorno mi vede e mi insegue. Mi bacia e mi ripassa il virus modificato. Io divento portatore sano di una forma influenzale implacabile e giro per l’italia stringendo mani ed alitando su tutti quelli che incontro. Divento presidente e faccio tornare l’Italia ai tempi dei Comuni o giù di li. Genova è di nuovo una Repubblica Marinara. Tutti i Granducati vengono dotati di autonomia politica ed amministrativa. Lo Stato Pontificio, i Borboni al sud. Don Rodrigo a Milano ed i Savoia a Torino. Faccio confusione, i miei riferimenti storici sono confusi e viziati da ignoranza e vuoti di memoria. Mi piacerebbe ricreare lo stato Etrusco ma i Medici sono contrari. I Livornesi sono delle teste di cazzo ma mi sono sempre stati simpatici. Gli facciamo annettere Pisa e diventano Repubblica Marinara anche loro.

Piazza De Ferrari in tempi di epidemia. Anche Corso Italia è vuota, i pochi podisti sparsi di questa mattina sono andati via ed ora non vedo quasi nessuno.

Ore 14 circa. Sono sul terrazzo ed ammiro il sole, il mare ed il silenzio. Sono un privilegiato a poter vivere non lontano da mare. Sento un rumore lontano, è una barca della Capitaneria di Porto. A velocità bassissima sta andando verso l’ingresso del porto. Devia verso dritta e si avvicina ad un piccolo molo. Megafono: “Lei cosa sta facendo, sta pescando ? Non può pescare, vada a casa”. Segue mezzo minuto in cui intuisco che c’è uno scambio tra Capitaneria e pescatore.

Poi la barca lentamente si muove lungo la spiaggia, dopo una ventina di metri, megafono: “Voi sulla spiaggia, non è previsto che voi siate li, andate a casa A CASA”. Dopo mezzo minuto “Anche lei sdraiato, si alzi, vada a CASA”. Una eventuale discussione tra le due parti interessate va avanti qualche minuto, poi la motovedetta riprende il largo, verso l’ingresso del porto.

Scene di ordinario coprifuoco; mi sorprende (in positivo) che il controllo sul territorio su chi contravviene un decreto venga davvero fatto. Mi immagino la sorpresa di quei besughi sulla spiaggia che si sono visti arrivare la Capitaneria di Porto e speravano di farla franca. O meglio, nella loro testa si erano convinti che in fondo non facevano del male a nessuno e la norma va interpretata e un aiutino e pizza, pasta e mandolino, perchè questo è il contenuto della nostra testa.

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Che giorno è oggi ?

E’ Sabato, credo. Il tempo passa silenzioso ed anonimo, oggi ancora più silenzioso perchè le strade sembrano davvero deserte. Anche la passeggiata di Corso Italia, generalmente piena di gente a quest’ora dei giorni festivi, e vuota. Solo qualche solitaria persona in tuta che corre, immagino con la loro autocertificazione in tasca compilata e firmata.

Se io in questi giorni dicessi a mia moglie “vado a scrivere una mail alla mia amante ucraina” non batterebbe ciglio. Ma questa mattina mentre faceva colazione ho detto a Miriam “vado a soffiarmi il naso” e la ragazza è schizzata sulla sedia perchè è convinta che io stia facendo l’influenza in modo quasi asintomatico, poi però la attacco a lei ed a sua madre ed entrambe muoiono. In seguito, secondo le sue previsioni, io mi trovo una quarantenne formosa e vivo con lei thereafter.

I gabbiani; bestiacce che mi sono simpatiche e che nutrirei sul terrazzo se Miriam non fosse contraria. Ne abbiamo a decine che girano qui intorno ed oggi mi rendo conto che il loro garrire (o stridere o miagolio o frenata o versaccio che mi sveglia di notte) si sente in modo esponenziale rispetto alla normalità. Il solito brusio del traffico è sparito, restano i gabbiani e Miriam che mi ha appena chiesto di nuovo “Ammesso che sopravviviamo, quando credi che ci lasceranno mettere il becco fuori ?” La mia risposta varia a seconda dei miei dosaggi ormonali e di serotonina derivanti dall’assunzione giornaliera di Fluoxetina Cloridrato: “Non saprei, cara” oppure “Cosa cazzo vuoi che ne sappia”.

Intanto, in quel di Basaluzzo, le truppe rumene continuano indefesse il lavoro di preparazione dell’Inutil Cerchio. Giornalmente ricevo foto e ci sentiamo per verificare se stiamo tutti bene. In merito al COVID-19 mostrano incrollabile fiducia. Il loro trucco per restare sani pare essere una zolletta di zucchero al giorno. Sulla zolletta viene posta una goccia di gasolio. La cosa sembra strana – e lo è che cazzo – ma non è la prima volta che la sento. Mio nonno era sfollato nelle campagne di Asti ed aveva dei vicini, contadini vecchio stile, ricordo che li avevo conosciuti negli anni 60 e loro usavano lo stesso metodo per curarsi da ogni malanno stagionale. Una zolletta di zucchero con una goccia di gasolio. Anche ai bambini. Probabilmente era gasolio agricolo, forse ha un gusto migliore. Sospetto che se qualcuno mandasse in giro la notizia, potrebbe diventare virale e molti lo farebbero.

Passeggiata serale per depositare la rumenta nel bidone stradale. Mascherina e guanti, mi sembra una cosa quasi normale. Non ho incontrato nessuno nei 100 metri che devo percorrere. Miriam mi apre la porta di casa con mascherina guanti e spruzzatore di Amuchina ma adesso so cosa devo fare esattamente per assolvere al rito della decontaminazione e non venire cazziato.

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Giorno 5.

Chissà se i gabbiani si accorgono del disagio degli umani in questi giorni“. Cazzate, ma certo che le strade sono semi deserte, silenziose per le poche auto, pochi umani a piedi in giro. Questa è la coppia stanziale sul tetto della casa di fronte. Uno dei due dormiva ancora, l’altro vegliava. Dovrei verificare se esiste un evidente dimorfismo sessuale e capire chi è il maschio e chi la femmina, ma sticazzi. Ho probabilmente detto le stesse idiozie lo scorso anno, con la stessa brutta foto. Non c’era però il COVID-19, vai a sapere…

Miriam, la cui ansia è pari alla sommatoria dell’ansia di circa 50 persone normali, gestisce la sicurezza in casa. La procedura relativa alla deposizione del sacchetto di rumenta nel bidone stradale avviene secondo il seguente rigido protocollo.

  • Indosso guanti di lattice e mascherina, mi metto uno specifico paio di scarpe ed il giaccone.
  • Esco e deposito il sacco, rientro.
  • Mi presento sulla soglia di casa sul ballatoio. Apro la porta.
  • Rispondo al questionario “hai toccato il cassonetto con parti del corpo diverse dalle mani ? ” ed altre domande tecniche e comportamentali.
  • Mi tolgo le scarpe che lascio fuori, mi dirigo verso il bidoncino della differenziata e Miriam mi spruzza Amuchina sulle mani.
  • Mi tolgo i guanti e li lascio cadere nel bidoncino.
  • Vado in bagno dove mi tolgo la mascherina, mi lavo le mani, me le disinfetto.
  • Intanto Miriam disinfetta il pomolo della porta di ingresso fuori e dentro.
  • Irrora le scarpe di Amuchina, vengono lasciate sul ballatoio.

Miriam ha visto innumerevoli volte i tre film capisaldi del catastrofismo del genere, Cassandra Crossing, Virus Letale e Contagion. Sa cosa si deve fare. Sua madre la osserva divertita non perchè sia una persona imprudente, ma perchè la compulsività di Miriam è tenera, almeno fino a quando non ti insegue con un coltello perchè hai omesso qualche indicazione del protocollo.

Anche frutta e verdura vengono trattate con i guanti. I sacchetti che contengono i vegetali vengono portati nel lavandino dove vengono tolti e distribuiti nei bidoncini della differenziata. I vegetali sono lavati con acqua e Amuchina, messi ad asciugare in lavanderia dove c’è la calderina e dunque è la stanza più calda di casa.

Intanto le truppe Rumene a Basaluzzo continuano imperterrite il proprio lavoro. Hanno il modulo di certificazione a bordo del furgone e nessuno le ferma. All’interno dell’Inutile Cerchio viene rimossa l’erba con un decespugliatore. Sopra vi verrà depositato il cippato di legno. Tutto questo è in previsione della prossima estate, si fa così per cercare di garantire condizioni sopportabili alle radici e mantenere in vita il maggior numero possibile di alberelli. Nessuna garanzia che funzioni.

Nota tecnica. La mascherina che indosso odora di salame. E’ di classe n95, ne avevo ordinata una confezione su Amazon lo scorso gennaio, quando ancora se ne trovavano in giro, fatte arrivare a New York e portate in Italia. Non so a cosa sia dovuto l’odore, probabilmente è qualche soluzione cancerogena che usano in Cina, perchè ovviamente è da li che arriva. Ha fatto il giro del mondo ed ora la usa un beota genovese sperando che lo protegga. E Miriam ha cercato di uccidermi. Ieri dopo la gita giornaliera rumenta (DRT Daily Rumenta Trip) l’avevo inavvertitamente appoggiata su uno scaffale non disinfettato. Oggi prima di uscire è stata irrorata di Amuchina a titolo extra precauzionale, ma per circa 10 minuti ho respirato uno miscela micidiale “salame-amuchina” e non so se vivrò a lungo.

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Giorno 4.

O tre, fa lo stesso. Non si può uscire di casa neppure per fare due passi. Forse si può ma a patto di non fare assembramenti di persone. Mio fratello è medico e ci ha suggerito di uscire con mascherina e guanti. Lo ha detto Miriam che avrebbe parlato con lui, ma non so se gliel’ha detto veramente. Miriam quando si tratta di salute è capace ad inventare qualsiasi cosa. Ho comunque avuto ragione sulla richiesta di NON fare una doccia di Amuchina al momento del rientro in casa. Mi sono limitato ad irrorare le scarpe e poi lavarmi le mani con sapone disinfettante.

Non riesco ad entrare nella parte.

Sono uscito di casa per portare fuori la rumenta indossando mascherina e guanti. Il sentimento prevalente è quello della vergogna perchè tant’è non riesco a credere che sia indispensabile. Ossia, va bene non stare vicini alle persone meno di due metri. Questo comporta non andare nei negozi e fare vita isolata. E lo stiamo facendo. Ma se io per la strada non incontro nessuno e me ne sto ben lontano dai pochi passanti, non va bene ? Pare di no, il virus resiste all’aperto ben più di me al sole d’estate.

In ogni modo, mi sento uno scemo a girare così ed ho sperato che nessuno mi vedesse. E poi ho dovuto camminare per qualche minuto per ragiungere i bidoni. La mia forma fisica è scarsissima e c’era persino una irta salita in forza della quale ho dovuto superare un dislivello di almeno 2 metri. E mi è venuto un accenno di fiatone. Respirando sentivo distintamente un flusso di aria fresca che passava nell’incavo che ho tra il naso e la guancia. La mascherina ha un filetto di ferro in prossimità del naso che serve a modellare la forma della mascherina, ma l’aria passa egualmente perchè la chiusura non è perfetta. Ne passa meno e, come mi ha detto il penumologo di Miriam, bisogna abbassare il carico virale. Il pneumologo era fuori italia e per rientrare ha usato mezzi di fortuna, inclusa una carovana di cammelli di contrabbando tra Barcellona ed il confine con la Francia.

Dicevo, non riesco ancora a realizzare in che situazione ci siamo cacciati e quali aggiustamenti alla normale routine dobbiamo fare. Stiamo vivendo qualcosa di imprevedibile e totalmente nuovo. Siamo diligenti e rispettiamo le regole imposte e suggerite ma io non riesco ad interiorizzare la cosa, mi sembra una situazione che domani debba finire e tante grazie. La mia libertà personale è quasi azzerata. Non è una lamentela; siamo in una società complessa e questa è una situazione complessa e richiede comportamenti rigorosi. Ma la sto interpretando come una vacanza in casa, non devo andare in ufficio, riunioni ed incontri annullati come ad Agosto. Per strada ci sono solo alcuni furgoni, poche macchine e pochi passanti, alcuni con mascherina e guanti. C’è la mamma di Miriam in casa ed è la persona meno invadente che io conosca. Non capisco quali circuiti neuronali siano interessati, ma il fatto di avere mia suocera a casa mi sembra del tutto normale. E poi Miriam è decisamente nevrastenica. Ah, no, anche questo è abbastanza normale da quando le sue ovaie si rifiutano di andare in pensione nonostante il limite di età raggiunto. Sono lavoratrici indefesse ed i sindacati non aprono bocca. Sta facendo una vita molto difficile, ci mancava pure questo cazzo di virus.

Traghetti che vanno e traghetti che vengono. Non credo ci siano turisti, ma solo trasporti di merci. E cinesi infetti, unicorni, migranti clandestini, repubblicani, e tutti i fantasmi che ci attraversano le menti in questi tempi.

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Idle.

Mentre uno strato di nuvole basse radenti al mare, o nebbia, galleggia al largo e merita di essere immortalato, Miriam si abbruttisce guardando un orribile B-movie che si chiama Anaconda. Il serpente in oggetto è lungo come un autobus autosnodato e quando attacca emette un suono che sembra la somma di un leone che ruggisce e la frenata di un camion. Una cagata pazzesca (cit.)

Ogni tanto, per spezzare la tensione dello scontatissimo film, starnutisco. In realtà non spezzo la tensione ma la creo, perchè Miriam che si è sempre lamentata se scoreggio, da qualche tempo si innervosisce anche e specialmente se mostro sintomi dell’infezione da COVID-19.

Webcam di Rapallo. Al 99% non trasmette per le stesse identiche ragioni che avevano fermato quella di New York. Ma andare a Rapallo è impossibile per il coprifuoco e non ho modo di trovare qualcuno locale che possa metterci le mani. Il DNS dinamico non funziona, perchè avevo fatto dei cambiamenti in altri parametri e non li avevo mai aggiornati su quella webcam. Dunque la colpa è mia, non posso tirare in ballo Aruba che non ha fatto nulla, neppure il virus che non ne può nulla, sono io. Se avessi fatto il mio lavoro, adesso potrei accedervi da remoto e sistemarla in un istante.

Intanto il nuovo palazzo all’incrocio tra la 78 e Lexington cresce a vista d’occhio. Sono arrivati a quello che potrebbe essere il sesto piano, ne mancano altri 9. Entro la fine della prossima estate dovrebbero esserci arrivati. Salvo epidemie; governatore e sindaco continuano a ripetere che potrebbe essere un disastro, ma per il momento New York City è ferma ad una quarantina di casi accertati. Ho letto che in una riunione del CDC si sono litigati tra Trumpisti & Antitrumpisti e non hanno deciso nulla.

La Merkel intanto dice che fino al 70% dei tedeschi si faranno l’influenza. Andiamo bene.

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La webcam di New York.

Secondo intervento da remoto per rimettere la webcam in carreggiata. Matthew si fa aprire la porta di casa dal portiere e mi da uno squillo di telefono, io mi collego alla telecamera interna usando il cellulare e posso parlare con lui. Ha acceso il mio computer ed avviato un programma di laptop remoto, io ho fatto lo stesso, sono entrato nel mio computer di New York, ho cambiato (di nuovo) un codice e questa volta salvato su memoria fissa della webcam. Dovrebbe funzionare ma se mi sbaglio non avrò il coraggio di richiamare.

Questo è lo schermo del mio laptop a Genova che mostra lo schermo del mio laptop a New York sul quale c’è la pagina di configurazione della webcam di New York. Io posso lavorare come se fossi seduto alla scrivania con il mio laptop di fronte, a New York. Per uno che è del mestiere una cosa del genere sarà scontata, semplice e banale. Per me è comunque una sensazione straordinaria, non so come sia possibile ed invoco le magie del popolo Maya a spiegazione razionale del fenomeno.

Nota: sono quelli dell’assistenza Mobotix a Bologna che mi hanno insegnato come si fa. In teoria chi accede da remoto ad un computer può fare quello che vuole, anche ordinare un FORMAT C> che era il comando per azzerare il contenuto di un disco di memoria, l’arma finale ed irrimediabile che in un attimo rendeva un computer inutile. La prima volta che Stefano (si chiama così) mi ha detto cosa dovevo fare ed ho visto il cursore del mouse muoversi per volontà aliena, una mano invisibile cliccare sui programmi e scrivere nei files di configurazione, è stato traumatizzante. Ho percepito il timore di una entità lontana che si fosse impossessata del mio computer, contro la mia specifica volontà, e stesse manovrando il mio prezioso contenitore di dati senza che io potessi intervenire.

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