Giorno 4.

O tre, fa lo stesso. Non si può uscire di casa neppure per fare due passi. Forse si può ma a patto di non fare assembramenti di persone. Mio fratello è medico e ci ha suggerito di uscire con mascherina e guanti. Lo ha detto Miriam che avrebbe parlato con lui, ma non so se gliel’ha detto veramente. Miriam quando si tratta di salute è capace ad inventare qualsiasi cosa. Ho comunque avuto ragione sulla richiesta di NON fare una doccia di Amuchina al momento del rientro in casa. Mi sono limitato ad irrorare le scarpe e poi lavarmi le mani con sapone disinfettante.

Non riesco ad entrare nella parte.

Sono uscito di casa per portare fuori la rumenta indossando mascherina e guanti. Il sentimento prevalente è quello della vergogna perchè tant’è non riesco a credere che sia indispensabile. Ossia, va bene non stare vicini alle persone meno di due metri. Questo comporta non andare nei negozi e fare vita isolata. E lo stiamo facendo. Ma se io per la strada non incontro nessuno e me ne sto ben lontano dai pochi passanti, non va bene ? Pare di no, il virus resiste all’aperto ben più di me al sole d’estate.

In ogni modo, mi sento uno scemo a girare così ed ho sperato che nessuno mi vedesse. E poi ho dovuto camminare per qualche minuto per ragiungere i bidoni. La mia forma fisica è scarsissima e c’era persino una irta salita in forza della quale ho dovuto superare un dislivello di almeno 2 metri. E mi è venuto un accenno di fiatone. Respirando sentivo distintamente un flusso di aria fresca che passava nell’incavo che ho tra il naso e la guancia. La mascherina ha un filetto di ferro in prossimità del naso che serve a modellare la forma della mascherina, ma l’aria passa egualmente perchè la chiusura non è perfetta. Ne passa meno e, come mi ha detto il penumologo di Miriam, bisogna abbassare il carico virale. Il pneumologo era fuori italia e per rientrare ha usato mezzi di fortuna, inclusa una carovana di cammelli di contrabbando tra Barcellona ed il confine con la Francia.

Dicevo, non riesco ancora a realizzare in che situazione ci siamo cacciati e quali aggiustamenti alla normale routine dobbiamo fare. Stiamo vivendo qualcosa di imprevedibile e totalmente nuovo. Siamo diligenti e rispettiamo le regole imposte e suggerite ma io non riesco ad interiorizzare la cosa, mi sembra una situazione che domani debba finire e tante grazie. La mia libertà personale è quasi azzerata. Non è una lamentela; siamo in una società complessa e questa è una situazione complessa e richiede comportamenti rigorosi. Ma la sto interpretando come una vacanza in casa, non devo andare in ufficio, riunioni ed incontri annullati come ad Agosto. Per strada ci sono solo alcuni furgoni, poche macchine e pochi passanti, alcuni con mascherina e guanti. C’è la mamma di Miriam in casa ed è la persona meno invadente che io conosca. Non capisco quali circuiti neuronali siano interessati, ma il fatto di avere mia suocera a casa mi sembra del tutto normale. E poi Miriam è decisamente nevrastenica. Ah, no, anche questo è abbastanza normale da quando le sue ovaie si rifiutano di andare in pensione nonostante il limite di età raggiunto. Sono lavoratrici indefesse ed i sindacati non aprono bocca. Sta facendo una vita molto difficile, ci mancava pure questo cazzo di virus.

Traghetti che vanno e traghetti che vengono. Non credo ci siano turisti, ma solo trasporti di merci. E cinesi infetti, unicorni, migranti clandestini, repubblicani, e tutti i fantasmi che ci attraversano le menti in questi tempi.

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