Settimana interessante. Spero.

Con un leggero velo di ansia per Mercoledì, laddove la temperatura notturna potrebbe avvicinarsi pericolosamente allo zero. Poi altra pioggia.

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Fiori.

Margheritine, tante, quasi ovunque. In realtà si chiamano Pratoline.

La pratolina comune (nome scientifico: Bellis perennis L., 1753) è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Bellis lineage) e sottotribù Bellidinae.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bellis_perennis

Ci sono anche i Non-ti-scordar-di-me che però nelle foto non si vedono perchè sono minuscoli, poi arriveranno i Tarassaco in massa, per ora ce ne sono pochissimi occasionali.

E come tutte le primavere, mi lancio nell’acquistare “fiori da campo”. Ne compro un po’ li lancio a caso nel prato, non ne cresce nemmeno uno.

Ma quest’anno ho trovato un nuovo articolo. Nella foto, come nella famosa canzone di De Andrè, dai diamanti non cresce nulla ma da queste palle marroni, che potrebbero essere letame, si spera nascano fiori. Dovrò leggere bene le istruzioni. Attraggono le api, sono sostenibili anche per un matrimonio, per i colleghi di lavoro. Ne ho prese 36, ho molte aspettative.

Un’idea estremamente brillante come solo io posso avere, per monitorare la nascita e crescita dei fiori; una piccola area (segnata in rosso) circondata da una bassa protezione (finte lepri, coniglietti ed altri roditori del belino) dove interro le bombe ed anche una certa quota degli altri semi sparsi. Sono circa 10 metri quadri. Sarà un successo.

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Notizie dalla Ridente.

Piove ed i prati sono pieni di acqua. Ieri ci sono stati venti minuti di sole ed era uno spettacolo di colori. Non fa freddo ed iniziano alcuni segnali sulla imminente primavera. Sono ricomparse le formiche ed anche le api impollinatrici ed i bombi stanno facendo i nidi nei tubi. Primi getti già ben sviluppati sui Carpini e su alcuni Aceri Saccarini.

E nella Pozzanghera ecco le uova di rana ed una prima foglia di ninfea che spunta dal fondo.

Caprioli, brucano l’erba oppure gli è caduto il cellulare e lo stanno cercando. O le chiavi del SUV.

Il cancello non funziona bene. Ci sono ettari di bosco, alberi, fossi e quelle piccole stronzette fanno il nido nella fotocellula del cancello.

Qui a fianco la pompa dell’aria nella sua elegante scatola in legno alla quale devo dare l’impregnante più altri dettagli tecnici rilevanti. Mi sono accorto di alcune incongruenze con l’allestimento del tratto di tubo che deve immergersi nella Pozzanghera ed anche con il soffiatore. Ad ogni buon conto, ha praticamente piovuto tutto il giorno e dunque giornata da abbiocco e camino.

Nel frattempo siamo rimasti per mezza giornata senza internet a Genova. E’ qualche giorno che il sistema andava in quel tipo di blocco che si sblocca solo se spengo-riaccendo il router. Ho fatto la segnalazione, mi avevano già anticipato che da parte loro era tutto a posto, avrebbero fatto degli accertamenti. E’ possibile che nel corso dei loro accertamenti abbiano mandato uno di quei segnali che bloccano i modem degli utenti, però dopo 24 ore sembra tutti ripartito ed on line. Dunque era un loro problema, ora sembrerebbe risolto.

Noto che però anche qui a Basaluzzo c’è qualcosa che non quadra; internet è lento ed ogni tanto si pianta per diversi secondi. Certi siti non si scaricano proprio ed anche con la posta c’è qualche incertezza. Saranno gli hackers russi, o Elon sta staccando la spina e poi la riattacca per farci un dispetto.

Sul furgone c’era un regalo per amici che abitano a pochi km. di distanza, oggi ho trasportato conto terzi.

E mentre il vivaista caricava le piante, è arrivata questa meraviglia di gattina affettuosissima, soffice ed incinta. E’ la responsabile della caccia alle mini-lepri che saranno carine quanto si vuole ma in un vivaio mangiano le cortecce delle piante giovani e questo inficia il conto economico del vivaista. Lei fa parte degli asset difensivi. Se Miriam non fosse allergica e se non passassimo così tanto tempo fuori, prenoterei un micio, previsti nascere tra un mesetto.

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Capito tutto.

Da anni mi domandavo perchè cazzo quell’orrendo cantiere sulla spiaggia di Corso Italia fosse fermo. Mi ha aperto gli occhi un amico con un messaggio rivelatore.

Questa è la talpa, anzi (Zhì) perchè è una talpa cinese, che serve per scavare un secondo buco a guisa di scolmatore del Bisagno. Il buco sbuca a fianco dell’esistente buco del Feraggiano. Ecco perchè il cantiere era aperto ed immobile, aspettavano che i cinesi consegnassero la trivella. Ora posso stare in pace. Ci saranno dunque due buchi vicini, intervallati da un perineo artificiale che spero alla fine abbelliscano con piante ed arredi da spiaggia. Comunque mi pare accertato che il cantiere sia di genere femminile, la cantiera.

Google Translate quando serve.

Con una macchina fotografica ed un teleobiettivo, forse veniva fuori una foto decente. Le Marittime con la neve e tutto il resto.

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Il Cantierone dello scolmatore.

E’ li da tanti anni. Sostanzialmente fermo da qualche anno; qualche operaio che sposta una cassetta a destra, poi a sinistra, e poi di nuovo a destra. Lo seguo perchè ci passo quasi tutte le mattine a piedi per andare in ufficio.

Invece da qualche giorno è ripresa una qualche attività. In questi ultimi tre giorni hanno consegnato alcuni grossi pacchi blu che, guarda caso, hanno indicazioni in cinese semplificato, che secondo Google si traduce come nelle foto sotto.

Da sinistra verso destra: la scritta originale, la traduzione in inglese e quella in italiano.

Domanda retorica; ma il nostro quarantasettesimo di oltre oceano, è macchiavellico ed ha un piano preciso o è un clown che sta andando a braccio e fa cazzate ovunque si muove? Davvero non capisco.

A proposito di non so cosa, proprio oggi in passeggiata mentre andavo in ufficio, pioveva. Una signora che mi precedeva portava a spasso un grosso cane pelosissimo. Questo si è bloccato e si è messo nella inequivocabile posizione del cane che caga. Ha sganciato una specie di ribollita che si è allargata anacquandosi ulteriormente con la pioggia. La signora ha estratto un sacchettino di plastica e mentre le passavo a fianco si è inchinata per raccogliere. Ma raccogliere cosa? Era roba semiliquida. Stavo per dirle “cambi dieta al cane” ma non l’ho fatto.

I miei amici di meteorologia su Facebook avvisano se le previsioni vedono qualcosa di intenso.

Queste sono le mappe che guardo io, poche le differenze, allora questa notte si balla un po’. data astrale notte tra 11-12 Marzo 2025.

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Ecco li.

L’idea me l’ha data un tizio su Facebook. si stava parlando di sigle ed acronomi ed ovviamente MAGA è venuto fuori. Traducendo letteralmente in un italiano strampalato viene proprio fuori “Fare Italia Grande Ancora” il cui acronimo è perfetto, da sempre. Ho messo questa foto ridicola su Facebook, Instagram e sullo status di WhatsApp. Tutti devono sapere che non intendo morire senza prima lasciare un segno tangibile della mia cretinaggine da anziano.

Corso Italia questa mattina. La passeggiata dei genovesi, ossia un coacervo di sintomi di una civiltà decadente e di una città che non può migliorare.

In ordine sparso; una lattina di birra che è li da prima che io partissi per Lanzarote. Cartacce accumulate ed un cucchiaino da gelato. Coriandoli perchè i bambini del cazzo, poverini, si devono divertire e non hanno bisogno di imparare rispetto ed educazione. Erba che cresce nel tombino e tra le piastrelle. E per terra uno strato di sporco che probabilmente sarà così fino alla fine dei giorni. L’aiuola? Meno male che è primavera e l’erba cresce anche dove dovrebbe. Tagliarla? naaaa, roba da quartieri ricchi.

Il probabile futuro sindaco di Genova vuole riportare l’industria a Genova, analogamente a come vuol fare Trump per gli USA. Magari nella campagna dite anche che Corso Italia è sporca, maltenuta, piena di merda di cani e sarebbe ora di pulirla come si deve.

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Si inizia con i lavori primaverili.

In sordina, ecco che l’erba si gonfia ed iniziano a spuntare i fiori da campo. Primi germogli sugli aceri, ecco puntuale l’ansia per le gelate tardive. Speriamo di risparmiarcele.

Giornata passata nei pressi della Pozzanghera. Ho passato il tubo dell’aria nella canalina interrata ed ho sostituito le rugose di plastica con eleganti tubi di rame. Per passare il cavo elettrico che alimenta la lampadina ho dovuto staccarlo dall’interruttore crepuscolare; al momento di riattaccare i cavi non mi ricordavo come andavano messi. Avrei dovuto scattare una foto prima di staccarli. E temo che lo stesso interruttore si sia fulminato per qualche mia manovra errata, allora ho collegato direttamente la lampadina al trasformatore. Ora la lampadina (che consuma 2 cazziwattora) funziona per 24 ore al giorno, fino a quando non sostituirò l’interruttore.

Due sorprese, una strana ed una decisamente brutta.

Nella foto si vede una striscia nerastra che sembra formata da pallini neri. Ho cercato su Google ed in effetti ci sono uova di rana che sono così.

La brutta notizia è che il molo ha alcune assi che stanno andando in briciole, marcite insomma. Si pone il problema di sostituirle, oppure di sostituire l’intero molo. Operazione difficile perchè se si fanno mosse strane si rischia di danneggiare il telo impermeabilizzante di pura gomma. Ci vorrebbe una gru; si imbraga il molo e lo si solleva dall’acqua, intanto è pronto un molo nuovo di zecca. Ma la gru come ci arriva li? E’ un problema da affrontare e risolvere brillantemente come sono d’uso fare. Grazie alla mia sopraffina intelligenza, oltre a strappare il telo, sfonderò il bordo in cemento, frantumerò il molo esistente senza riuscire a toglierlo, spenderò una barcata di quattrini per noleggiare una gru ed altre stronzate.

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L’ultima arrivata

La quercia colonnare è a dimora. Provo un misto di gioia ed ansia perchè una pianta così grossa fa sempre fatica ad attecchire; deve superare almeno tre estati durante le quali non bisogna assolutamente consentire alle radici esistenti di seccare, oppure la pianta muore. E non bisogna neppure dare troppa acqua che potrebbe ristagnare in fondo al buco, perchè potrebbe far marcire le radici, la pianta muore. Devo mettere una spessa coltre di pacciamatura sopra l’esistente impianto radicale per evitare che il sole riscaldi troppo le piccole radici che iniziano a formarsi, altrimenti la pianta soffre e poi muore. Devo anche mischiare la pacciamatura con qualche integratore ma non troppo. Sennò la pianta muore.

Insomma, che due palle di ansia.

Questo invece è un quadretto che ho acquistato presso una casa-museo durante il mio soggiorno alle Canarie. E’ fatto anche mischiando vernice con polvere di lava vulcanica. La pittrice è una ragazza italiana, di Torino, che vive a Lanzarote e si chiama, per dovere di cronaca, Barbara Dentico. Il navigatore dell’auto noleggiata parlava in americano e la parola “Canaries” suonava esattamente come “Gonorrea”. Durante i nostri giri casuali abbiamo pranzato in un autentico Pub inglese con tanto di fish & chips e Guinness. Gestori italiani e la ragazza che ci ha servito era italiana, arrivata sull’isola da turista, innamoratasi del luogo e fermatasi a vivere li. Ci sono molti italiani che si sono trasferiti li, anche pensionati. Il nostro albergo sembrava una RSA con solo tedeschi ed inglesi, rossi come gamberoni per l’esposizione al sole.

I quasi quattro chilometri della ampia passeggiata a mare del paese dove avevamo l’albergo è pulita; non c’è una cartaccia per terra, non una cacca di cane, non ci sono arredi urbani con erbacce, scritte, segni di degrado di qualsiasi tipo. Anche la spiaggia adiacente è perfetta, non ci sono cantieri o vecchi stabilimenti balneari abbandonati, barche sfasciate, cumuli di ghiaia appilati da qualche ruspa e lasciati li. Venerdì scorso sono andato in ufficio a piedi, tutto quello di indecoroso che a Punta del Carmen non c’è, nella nostra passeggiata c’è in abbondanza. Corso Italia, se paragonata alla Avenida De las Playas, fa schifo. Sporcizia, erbacce, degrado e molte cacche di cani. Per non parlare di lunghi tratti di arenile che sembrano una discarica. So di aver già scritto queste cose. Non so quali siano le attenuanti per Genova la sua amministrazione ed i genovesi, ma il confronto tra le due passeggiate è impietoso.

Ed ora per la serie “inutili domande reotiche”, Genova sarebbe così bella, perchè così tanti genovesi sono ignoranti ed incivili?

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Foto inutili ed una pompa.

Vicino alle rose Aspirina sono comparse alcune piantine con dei graziosi fiorellini bianchi. Non sono assolutamente spontanei, credo siano le truppe rumene, ho scritto ma non ho ricevuto risposta. Ma perchè il 99% dei casi quando fotografo piantine da vicino, la foto fa schifo?

Il Cerchio Inutile mi attira sempre come soggetto da fotografare. Adesso è nel suo momento di maggior mestizia. Romantico forse, ma spoglio e grigio topo.

Questa è un’altra delle varie boiate che ospita il feudo. Un cerchio, piccolino, che avevo prima bruciato con delle ramaglie, poi avevo seminato una specie di erba da prato dal nome promettente Maciste che avrebbe dovuto resistere a tutto, anche al cambio climatico. In realtà l’erba seminata resiste a malapena, è quella un po’ più scura ed in parte ingiallita. Intorno invece crescono folti i trifogli, questi sono spontanei e stanno prendendo il posto di Maciste.

Il tutto (invento di sana pianta) si chiama “propagazione indiretta”. Io semino qualcosa, questo non si sviluppa manco per il belino ma al suo posto cresce qualcos’altro che non era previsto.

E’ arrivata la pompa che soffierà aria nella Pozzanghera. E’ molto più grossa e pesante di quanto pensassi, avrei potuto guardare le dimensioni al momento dell’acquisto ma non l’ho fatto. Comunque sotto la tettoia c’è posto. La scarpa era li per caso e non ho pensato a spostarla, porto il quarantadue. Il produttore tedesco dice che è silenziosa ed ecologica perchè consuma poco. Tra le istruzioni per l’uso leggo: Per ACCENDERE. Inserire la spina nella presa della corrente. Per SPEGNERE. Togliere la spina dalla presa della corrente. Non immergere nell’acqua.

E’ quasi completata la staccionata che ha rimpiazzato quella vecchia che stava letteralmente cadendo a pezzi. Il “pastore elettrico” adesso è una fettuccina arancione che si vede anche da lontano, quella di acciaio non si vedeva se non da vicino, dunque in caso di rotture bisognava andare sul posto per rendersene conto. Questa si vede da più di 10 km di distanza, anche con la nebbia, anche col buio, si vede sempre. Potrei vederla anche da Genova se non ci fossero gli Appennini. Insomma non è bellissima da vedersi, ma è funzionale, speriamo che duri qualche anno.

Adesso però i cinghiali hanno capito che si può passare dal bosco e temo dovremo mettere una barriera anche li. Ma non elettrica, anche se sarebbe probabilmente il sistema meno costoso. Un calcolo spannometrico vedrebbe una rete elettrosaldata tipo cantiere lunga 220 metri, alta circa 70 centimetri con paletti ogni 3 metri. In termini di pecunia, €300 di rete, €300 di pali, poi materiali accessori, tipo chiodi per fissare la rete ai pali. Infine la manodopera; su quest’ultima voce, le truppe mi fanno generalmente un culo a pallini. Sto aspettando un preventivo.

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In alto a sinistra e poi in senso orario; originale, olio, acqua, pastello.

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