E’ Sabato, credo. Il tempo passa silenzioso ed anonimo, oggi ancora più silenzioso perchè le strade sembrano davvero deserte. Anche la passeggiata di Corso Italia, generalmente piena di gente a quest’ora dei giorni festivi, e vuota. Solo qualche solitaria persona in tuta che corre, immagino con la loro autocertificazione in tasca compilata e firmata.
Se io in questi giorni dicessi a mia moglie “vado a scrivere una mail alla mia amante ucraina” non batterebbe ciglio. Ma questa mattina mentre faceva colazione ho detto a Miriam “vado a soffiarmi il naso” e la ragazza è schizzata sulla sedia perchè è convinta che io stia facendo l’influenza in modo quasi asintomatico, poi però la attacco a lei ed a sua madre ed entrambe muoiono. In seguito, secondo le sue previsioni, io mi trovo una quarantenne formosa e vivo con lei thereafter.

I gabbiani; bestiacce che mi sono simpatiche e che nutrirei sul terrazzo se Miriam non fosse contraria. Ne abbiamo a decine che girano qui intorno ed oggi mi rendo conto che il loro garrire (o stridere o miagolio o frenata o versaccio che mi sveglia di notte) si sente in modo esponenziale rispetto alla normalità. Il solito brusio del traffico è sparito, restano i gabbiani e Miriam che mi ha appena chiesto di nuovo “Ammesso che sopravviviamo, quando credi che ci lasceranno mettere il becco fuori ?” La mia risposta varia a seconda dei miei dosaggi ormonali e di serotonina derivanti dall’assunzione giornaliera di Fluoxetina Cloridrato: “Non saprei, cara” oppure “Cosa cazzo vuoi che ne sappia”.


Intanto, in quel di Basaluzzo, le truppe rumene continuano indefesse il lavoro di preparazione dell’Inutil Cerchio. Giornalmente ricevo foto e ci sentiamo per verificare se stiamo tutti bene. In merito al COVID-19 mostrano incrollabile fiducia. Il loro trucco per restare sani pare essere una zolletta di zucchero al giorno. Sulla zolletta viene posta una goccia di gasolio. La cosa sembra strana – e lo è che cazzo – ma non è la prima volta che la sento. Mio nonno era sfollato nelle campagne di Asti ed aveva dei vicini, contadini vecchio stile, ricordo che li avevo conosciuti negli anni 60 e loro usavano lo stesso metodo per curarsi da ogni malanno stagionale. Una zolletta di zucchero con una goccia di gasolio. Anche ai bambini. Probabilmente era gasolio agricolo, forse ha un gusto migliore. Sospetto che se qualcuno mandasse in giro la notizia, potrebbe diventare virale e molti lo farebbero.

Passeggiata serale per depositare la rumenta nel bidone stradale. Mascherina e guanti, mi sembra una cosa quasi normale. Non ho incontrato nessuno nei 100 metri che devo percorrere. Miriam mi apre la porta di casa con mascherina guanti e spruzzatore di Amuchina ma adesso so cosa devo fare esattamente per assolvere al rito della decontaminazione e non venire cazziato.