Ore sette del mattino, silenzio irreale. Non che la Domenica a quest’ora ci sia tanto movimento in genere, ma in periodi di coprifuoco il silenzio si fa notare eccome. Ho aperto una finestra e si sente solo qualche gabbiano ed un po’ di tramontana che soffia tra gli alberi. Zero traffico, zero passanti.
La sensazione di ripetizione che ho da quasi una settimana mi ricorda vagamente un film di qualche anno fa, il giorno della Marmotta (Groundhog Day) che evito di illustrare ma basta cercare su Google. Mi alzo per primo, alle 6 scendo dal letto e faccio la doccia. Vado in cucina e spremo arance per 3 spremute. Faccio colazione. Dopo un po’ arriva Miriam, dopo un po’ arriva la Carla e sono le 8:30. E poi inizia la giornata.

La Garzetta passeggia tranquilla, almeno fino a quando non la sorprendo, la catturo e la bacio passandole il COVID-19. Lei si infetta ed il virus muta in una forma letale e dopo qualche giorno mi vede e mi insegue. Mi bacia e mi ripassa il virus modificato. Io divento portatore sano di una forma influenzale implacabile e giro per l’italia stringendo mani ed alitando su tutti quelli che incontro. Divento presidente e faccio tornare l’Italia ai tempi dei Comuni o giù di li. Genova è di nuovo una Repubblica Marinara. Tutti i Granducati vengono dotati di autonomia politica ed amministrativa. Lo Stato Pontificio, i Borboni al sud. Don Rodrigo a Milano ed i Savoia a Torino. Faccio confusione, i miei riferimenti storici sono confusi e viziati da ignoranza e vuoti di memoria. Mi piacerebbe ricreare lo stato Etrusco ma i Medici sono contrari. I Livornesi sono delle teste di cazzo ma mi sono sempre stati simpatici. Gli facciamo annettere Pisa e diventano Repubblica Marinara anche loro.

Piazza De Ferrari in tempi di epidemia. Anche Corso Italia è vuota, i pochi podisti sparsi di questa mattina sono andati via ed ora non vedo quasi nessuno.

Ore 14 circa. Sono sul terrazzo ed ammiro il sole, il mare ed il silenzio. Sono un privilegiato a poter vivere non lontano da mare. Sento un rumore lontano, è una barca della Capitaneria di Porto. A velocità bassissima sta andando verso l’ingresso del porto. Devia verso dritta e si avvicina ad un piccolo molo. Megafono: “Lei cosa sta facendo, sta pescando ? Non può pescare, vada a casa”. Segue mezzo minuto in cui intuisco che c’è uno scambio tra Capitaneria e pescatore.
Poi la barca lentamente si muove lungo la spiaggia, dopo una ventina di metri, megafono: “Voi sulla spiaggia, non è previsto che voi siate li, andate a casa A CASA”. Dopo mezzo minuto “Anche lei sdraiato, si alzi, vada a CASA”. Una eventuale discussione tra le due parti interessate va avanti qualche minuto, poi la motovedetta riprende il largo, verso l’ingresso del porto.
Scene di ordinario coprifuoco; mi sorprende (in positivo) che il controllo sul territorio su chi contravviene un decreto venga davvero fatto. Mi immagino la sorpresa di quei besughi sulla spiaggia che si sono visti arrivare la Capitaneria di Porto e speravano di farla franca. O meglio, nella loro testa si erano convinti che in fondo non facevano del male a nessuno e la norma va interpretata e un aiutino e pizza, pasta e mandolino, perchè questo è il contenuto della nostra testa.
