Non uscire di casa.

Giorno 9, più o meno. Se non ci fosse il rito serale della Rumenta in effetti le mie uniche uscite all’aria aperta sono sul poggiolo. In Corso Italia qualche isolato corridore, che adesso chiamano runners per distinguerli da quelli che corrono al gabinetto, come faccio io più o meno due volte al giorno da una decina di giorni.

Non posso non aver già messo la foto dei miei mini cactus. Vengono da Alicudi, ne raccolsi una decina, non meno di 20 anni fa. Hanno resistito alle nevicate del Righi, alle sventolate di Tramontana ed ora alle sciroccate.

Ciò detto, questa strana situazione di confinamento in casa, pare che sul medio termine possa dare scompensi comportamentali. Credo che tra i vari fenomeni di difesa sia compreso quello di estraniarsi dalla realtà. Dilettanti, io mi estraneo dalla realtà da quando avevo 6 anni, ci riesco benissimo. Oggi ho telefonato a diversi amici. Con due ci siamo conosciuti ai tempi della frequentazione di forum di discussione di meteorologia, ci siamo visti di persona pochissime volte, ma siamo rimasti sempre in contatto. Uno abita vicino a Bergamo ed uno non lontano da Modena. Due telefonate stazianti. Stanno entrambi vivendo situazioni familiari gravissime. Poi ho telefonato ad un altro amico di Genova. Anche lui sta attraversando una circostanza allucinante. Non so come commentare, ho diverse soluzioni ma mi sembrano tutte banali, scontate, stupide. Come tutti, vivo immerso nella condizione di cittadino confinato in casa senza poter uscire ed il 90% delle notizie che arrivano parlano del virus, ma da quello che si sente in giro io sono assolutamente previlegiato, fortunato, dunque aspetto senza lamentarmi.

Alla fine i metri cubi necessari per coprire il cerchio sono risultati una sessantina. Prima la gelata che potrebbe arrivare, poi la siccità estiva che probabilmente arriverà. Buona fortuna ai 500.

A New York si preparano al peggio, e nessuno sa definire il massimo del peggio al quale si potrebbe arrivare. Cuomo parla di un numero tra 50.000 e 110.000 contagiati nello stato di New York, 30.000 potrebbero avere bisogno di letti ICU (Intense Care Unit) e ne hanno a disposizione si e no 3.000. Sta arrivando una nave ospedale della marina, altri 1.000 letti.

Qui si vedono due cantieri a Manhattan. Una scuola che si ingrandisce ed un palazzo residenziale ex novo. Deserti entrambi; per una città che non si ferma mai mi domando se questo sia un evento già accaduto, magari durante le due guerre modiali o durante la recessione del ’29.

Ore 8 di sera, giorno lavorativo. A quest’ora in genere il traffico intenso scorre lentamente verso levante e se il tempo è bello la passeggiata è piena di gente. Ma questo 17 Marzo 2020 non c’è nessuno.

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