Cerca, cerca…
Baah.
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Dedicata alla nostra illustre prima cittadina.
Ma chi te l’ha fatto fare ? Hai presente bene chi ti ha sostenuta?


Prima di rientrare.


A detta del negoziante, questo negozio e l’ultimo di questo genere a New York e viene gente da tutto il mondo per acquistare una infinità di oggetti di arredo per case per le bambole. Dalle figure umane al piatto di pizza con una fetta tagliata. Non è il mio hoppy per elezione ma capisco chi compera un paio di pantofole lunghe poco più di un centimetro a $23.

Il quartiere è chiamato a decidere se consentire ad un ristorante che sta per aprire di mettere quattro tavolini all’esterno, sul marciapiede. Naturalmente con le sedie. Al comune devi pagare circa $250 all’anno per ciascun tavolino e per la durata minima di quattro anni. Però il comitato dei bravi cittadini può dire NO ai tavolini, non so in che termini.
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Il solito ospedale Lenox Hill sta costruendo quel grosso nuovo ospedale sulla terza avenue, e ne vorrebbe fare un altro ancora più grosso sulla Lexington. Il presidente di quartiere ha avviato una petizione per dire NO alla costruzione; vari motivi come traffico, rumore, parcheggi. Ma in modo particolare la rivalutazione della zona, insomma se contruiscono un mega ospedale, i residenti intorno si vedono aumentare le tasse di proprietà dei propri immobili perchè un ospedale è figo,


Brunch domenicale nel solito ristorante. Il cameriere parla un inglese da ispettore Clouseau, in più il rumore dei clienti è incontrastabile. Ci dice che c’è la specialità del giorno che in realtà si trova solo poche volte all’anno. Parla di uova di pesce, mimando la forma e dimensione di due uova di gallina. Poi dice che si, sono uova ma mischiate con la farina e saltate in padella.
Mi è arrivata una specie di cotoletta, ho fotografato l’ultimo frammento. Si, sapeva di pesce ma non riuscivo a capire se fossero degli scarti di cucina frullati oppure le uova di qualche pesce schiacciate e triturate. Non era nulla di eccezionale ma si, era pesce in qualche modo anche se di uova non vi era traccia.

Poi ho cercato su internet; roe fish sack. Sono le sacche dove la femmina tiene le uova prima della stagione della riproduzione. Sono embrioni di uova, dentro il corrispondente delle ovaie. Il pesce femmina spera di trovare un bravo pesce maschio, liberare un migliaio di uova che il maschio fertilizza una per una e via. Invece le sue speranze finiscono nella rete di un pescatore che si accorge che la femmina è piene di uova ed infine io le mangio con spinaci e puree di patate. Ci sono anche dei cubetti di bacon, non so cosa cazzo c’entrano con le uova di pesce.
Bene, si rientra; a New York c’era un avviso di temporali anche forti. A Genova, accolto da una bulaccata di pioggia, domani c’è l’allerta gialla.

Ancora foto del Parco.

Miriam vorrebbe che io mettessi a Basaluzzo dei ciliegi come questi.
Se vado dal mio vivaio a Portanova potrebbero esserci, e sono abbastanza sicuro che se non li ha, me li fa arrivare. Ho però fatto notare a Miriam che se anche li mettessi questo autunno, prima che diventino un quarto della dimensione di questi, noi due saremo morti.
Uno dei nostri ristoranti di sushi preferiti ha un’aria condizionata che solo gli americani possono concepire. Se io ci porto Miriam, quando usciamo dal ristorante mi uccide, forse anche prima. Allora io ordino per portare a casa ed aspetto quel quarto d’ora seduto su una panchina vicino all’ingresso insieme ai ragazzi che consegnano a casa. Guardo le gente che passa, i taxi, le ambulanze, e scatto foto banali come questa. Si vede uno dei tanti condomini “iconici” che stanno costruendo in tempi rapidissimi.
Questo è il sito web che lo pubblicizza; 255 East 77th


Benino.

La prima settimana a New York ce la siamo fumata da semi-influenzati. Niente febbre ma tutto il resto in abbondanza. Miriam ha voluto fare accertamenti. Entro un raggio di 10 minuti a piedi abbiamo tutte le specializzazioni di medicina. Dopo una proctologa, un ginecologo ed un otorino laringoiatra adesso abbiamo un buon riferimento nel reparto di pneumologia. Aggirarsi per studi medici e laboratori a New York ed ovviamente non essere in fin di vita, è comunque una esperienza interessante. Potrei dilungarmi nel raccontare per filo e per segno come è andata questa tornata di visite ed esami.

Miriam sostiene che da quando c’è stato il COVID la situazione è cambiata, ovvero sono saltate fuori nuove forme di influenza che si comportano in modo diverso dalle influenze che facevamo fino al 2019. Niente complotti, non sono schierato con chi pensa che “lo sanno ma non ce lo dicono”, ma bensì “non sanno un cazzo, ci capiscono anche meno e non sanno cosa dire”.

Appena Miriam si sente meglio, e nulla funziona meglio di un medico che la rassicura, deve attivarsi per far tornare l’umore ad un valore positivo.
Si infila in uno dei suoi negozietti (del cazzo) preferiti per acquistare qualcosa che la rifonda dalla suo ipocontria.
Io mi guardo bene dal seguirla; i tempi tecnici sono lunghissimi.
Dopo poco tempo che aspetto nel negozio, vengo preso da una noia mortale ed un senso di profonda inutilità esistenziale.
Se ci sono le sedie, almeno mi siedo con lo sguardo mesto di chi vede il tempo passar silenzioso e vuoto senza poter far niente.
In genere se il clima lo consente, mentre lei è asserragliata nel negozio, mi trovo una panchina all’ombra nel Parco ed aspetto.
Tuttavia non posso rilassarmi e guardare la gente che passa con il solito sguardo della mucca mentre passa il treno, azzerando così la mia attività cerebrale.
So che da un momento all’altro riceverò le sue richieste di aiuto nel difficile processo decisionale che afferisce al tipo di capo da acquistare.
Ed è WhatsApp che ci consente in tempo reale di concordare una strategia di mercato.
E consente a me di risponderle alla cazzo.
Dopo che il negoziante ha valutato diverse opzioni tra le quali
a) Togliersi la vita
b) Toglierla a Miriam
c) Inscenare un malore grave
d) Premere il pulsante di “INCENDIO” e scappare urlando.
finalmente Miriam sceglie ed esce felice dal negozio.
La sua foto ripresa dalle telecamere di sorveglianza viene diffusa tra i negozianti con un warning.
Questo è il fiume Hudson ripreso da una cittadina che si chiama Yonkers, in distanza verso sud si vede Manhattan. Abbiamo pranzato in un ristorante “italiano” proprio sul fiume. Il menù era interessante con piatti abbastanza italiani. Vicino a noi un tavolo con quattro ottuagenari, un uomo e tre seppellitrici. Vengono in un ristorante italiano e cosa ordinano? Hamburger al formaggio con le patatine. Anche il più italiano dei ristoranti mi sa che debba avere nel menù il panino come lo si mangia da McDonald, solo più costoso, altrimenti perde un bel giro di clienti che vengono in un ristorante italiano per mangiare una Cesar Salad ed un fucking Cheeseburger with fries.


In questa enorme città

Che è si grande, ma non così grande rispetto alle città cinesi.

New York, con i suoi otto milioni e mezzo di abitanti, si classificherebbe al tredicesimo posto nella classifica delle più grandi città cinesi
Le fotografie aeree di New York fanno sembrare che la città si limiti a Manhattan, e neppure tutta Manhattan, ma solo la parte che comprende Central Park, midtown ed il distretto finanziario. Tutto il resto è meh, ossia si vabbè ci sono anche gli altri, ma vuoi mettere?

Ed ecco che dunque quando si trovano foto aeree di “New York” viene ripreso il nostro quartiere, perche è a fianco del quartiere figo, quello degli attori e dei musei e non lontano dal Parco.
L’immagine a sinistra è un piccolo ritaglio di una foto ad alta definizione, l’ennesima direi, che mostra il Parco, il quartiere dei musei ed incidentalmente quello defilato verso l’East River. A destra invece Google Earth. Ho cercato di trovare la stessa angolazione, non è un risultato eccellente ed è un lavoro totalmente inutile, ed è per questo motivo che è qui.

Pulizia lenti.
A New York ogni tanto piove polvere tirata su dalle strade, ceneri di qualche incendio boschivo, grasso delle cucine, non so cos’altro. Fatto sta che i vetri delle finestre si ricoprono di sporcizia e dunque anche le lenti delle webcam.
La pulizia è standard; bisogna avere due contenitori separati che contengono rispettivamente acqua con detersivo per piatti, acqua del rubinetto pulita, tre set di carta da cucina, uno che serve per pulire il vetro con l’acqua insaponata, uno che serve per risciacquare la lente con acqua pulita ed un terzo per asciugare la lente. L’operazione dura un minuto. La webcam di New York ha in memoria qualche ora di filmato, è facile trovare il momento della pulizia.
Domani finisco con gli antibiotici, ma continuo ad avere tosse e naso otturato. Adesso quando me lo soffio esce fuori un misto muco che assomiglia a marmellata di fragole diluita. Pare sia un forma influenzale diffusa. Per non pesare sull’entropia cosmica ho comperato un barattolo di gelato Caramel-cone che a porzione contiene le calorie necessarie per mandare un razzo sulla Luna, ma chissenefrega.

Il rovescio.


Lo avevano previsto, con circa mezz’ora di anticipo è arrivato. A piedi e senza ombrello, ma per fortuna ci sono le tende di fronte agli ingressi dei condomini, e poi i portieri della lobby di questo presigioso indirizzo, 700 Park Avenue, ci hanno accolti tutti, una decina di persone rifugiatesi dopo che ha iniziato a piovere da 0 a 70mm/ora in meno di mezzo minuto. Adulti e giovani, almeno tre etnie diverse rappresentate, tutti sorridenti per il contrattempo.
Non voglio passare per un vecchio bavoso, ma probabilmente lo sono anche; dopo due minuti è arrivata una ventenne che stava correndo e dunque aveva pantaloncini e maglietta. Si è riparata nella lobby. Costei era insindacabilmente gnocca, completamente fradicia e, devo citare questo elemento, con un seno perfetto ed era evidente che non indossasse il reggiseno. La quota maschile dei rifugiati si è ammutolita, mi sono scambiato uno sguardo silenzioso e furtivo con un signore asiatico, più o meno mio coetaneo. Dopo qualche minuto interminabile di forzata indifferenza, la ragazza finalmente ha ripreso la propria corsa sotto la pioggia attraversando Park Avenue per dileguarsi verso l’East River.
Intanto taxi ed UBER scomparsi, ho dovuto aspettare una quindicina di minuti prima che il rain rate scendesse quando bastava per poter proseguire verso il ristorante senza annegare, dove sono arrivato abbastanza bagnato. Per fortuna faceva ancora caldo; quando siamo usciti dal ristorante, come da manuale, aveva iniziato a soffiare un vento secco da NW, ossia dalle pianure canadesi, e questa mattina la temperatura è scesa da circa venti gradi a dieci, con vento a raffiche nuvole e sole.

Questa mappa meglio di qualsiasi altra cosa, traduce le parole in immagini.


M101.
Il bus M101 percorre la terza avenue in salita e la Lexington in discesa. Ieri sera stavo per entrare da Citarella, un supermercato di alimentari sulla terza avenue, di fronte c’era il M101 alla fermata. Il grande display luminoso sul lato dell’autobus rivolto verso il marciapiede recita M101 e poi la direzione in cui sta andando. Ma sul diplay c’era scritto “EMERGENCY CALL POLICE”.
Non è che io sia un assiduo delle serie di polizia, l’autobus era fermo e non era neppure a fianco del marciapiede ma nella corsia rossa degli autobus, Sono entrato nel negozio ed ho richiamato l’attenzione di uno dei cassieri, attraverso le vetrine gli ho indicato il bus e chiesto se era normale che ci fosse quella scritta.
E no, non è normale; il cassiere nero, grande grosso e peloso, è uscito dal negozio ed è andato dalla porta di ingresso del bus, ha picchiato sul vetro e si è fatto aprire.
Breve conversazione, la scritta è scomparsa ed è tornato “M101 Fort George”, la porta si è chiusa e il bus è ripartito. All’uscita dal supermercato ho incontrato il cassiere, l’ho guardato con aria interrogativa e mi ha risposto con una espressione del tipo “boh, non era un cazzo“.
In questo caso Internet ti educa, ti fa imparare qualcosa di nuovo con esaustive spiegazioni.

Mi sono anche domandato se fosse possibile che non ci fosse un sistema con cui l’autista chiama direttamente la polizia. Ecco qui.



La banca del muco.

Tutto in diretta, con inviati ed ospiti e tutto il corollario della trasmissione ad alta audience. E poi questa foto che forse entrerà nella storia, due personaggi di cui si parla ancor più che delle vicende del Vaticano. Speriamo bene.
Ennesimo giorno di tosse, naso chiuso, voce di conseguenza priva di alcune consonanti come la “N” che diventa “D”. Uso il rotolone da cucina per soffiarmi in naso e non pensavo di avere la capacità di produrre così tanto muco. Ma da dove viene? Non è che c’è un collegamento tra cervello e narice ed a breve comincerò ad avere problemi di concentrazione.
La temperatura nelle prossime 48 ore scende da 25 a 10 gradi centigradi, oggi piove e forse farà anche un temporale, per il resto tutto bene.

Sbaglio oppure c’è un maschio di Germano Reale nell’erba? Devo chiedere al Consigliere Bio se questo comportamento è normale, e poi dov’è la compagna?

Jeffrey Conley, fotografo.

Mi sono dovuto accontentare di fare una foto a questa foto in vendita ad una mostra fotografica. Non che il prezzo fosse fotograficamente amichevole, $7,000, anche se avrebbe riempito una intera parete.
E’ stata scattata nel 2011 in Nuova Zelanda, e mostra un Pozzanghera (forse fangosa) con alberi intorno ed in distanza le Alpi Neozelandesi. Non ci si faccia ingannare; probabilmente l’acqua è infestata da animali che pungono, mordono, succhiano e trasmettono malattie mortali. Il fondo è sicuramente melmoso e non ci sono spiagge approdabili ma solo grovigli di alberi e cespugli spinosi. E poi sarà acqua gelata.
La nebbiolina probabilmente è dovuta all’evaporazione di qualche gas che fuoriesce da fusti tossici buttati nottetempo da una industria chimica.
Molte televisioni qui si preparano ad una diretta alle 3 di mattina per i funerali del Papa. Poi si parla molto del presidente e di quello che lui e la sua amministrazione stanno facendo in patria. Qui tendono a dare per vicino un accordo Trump – Putin sulla fine della guerra tra Russia e Ucraina. La situazione è talmente complessa e non posso che sperare che i russi smettano di uccidere civili ucraini, ma non so come.