Il rovescio.

Lo avevano previsto, con circa mezz’ora di anticipo è arrivato. A piedi e senza ombrello, ma per fortuna ci sono le tende di fronte agli ingressi dei condomini, e poi i portieri della lobby di questo presigioso indirizzo, 700 Park Avenue, ci hanno accolti tutti, una decina di persone rifugiatesi dopo che ha iniziato a piovere da 0 a 70mm/ora in meno di mezzo minuto. Adulti e giovani, almeno tre etnie diverse rappresentate, tutti sorridenti per il contrattempo.

Non voglio passare per un vecchio bavoso, ma probabilmente lo sono anche; dopo due minuti è arrivata una ventenne che stava correndo e dunque aveva pantaloncini e maglietta. Si è riparata nella lobby. Costei era insindacabilmente gnocca, completamente fradicia e, devo citare questo elemento, con un seno perfetto ed era evidente che non indossasse il reggiseno. La quota maschile dei rifugiati si è ammutolita, mi sono scambiato uno sguardo silenzioso e furtivo con un signore asiatico, più o meno mio coetaneo. Dopo qualche minuto interminabile di forzata indifferenza, la ragazza finalmente ha ripreso la propria corsa sotto la pioggia attraversando Park Avenue per dileguarsi verso l’East River.

Intanto taxi ed UBER scomparsi, ho dovuto aspettare una quindicina di minuti prima che il rain rate scendesse quando bastava per poter proseguire verso il ristorante senza annegare, dove sono arrivato abbastanza bagnato. Per fortuna faceva ancora caldo; quando siamo usciti dal ristorante, come da manuale, aveva iniziato a soffiare un vento secco da NW, ossia dalle pianure canadesi, e questa mattina la temperatura è scesa da circa venti gradi a dieci, con vento a raffiche nuvole e sole.

Questa mappa meglio di qualsiasi altra cosa, traduce le parole in immagini.

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