” Ma che ci faccio qui “

Immagino che Gastone ormai sia affezionato alla Pozzanghera, tanto che è venuto a far visita anche in condizioni nelle quali trovare cibo mi sa che sia impossibile.

Passeggiando per vedere i danni che la neve ha causato agli alberi, ho visto le tracce di un capriolo. Si è accucciato nella neve creando una conca, poi si è allontanato di qualche metro ed ha prodotto una serie di palline, dimensioni dalla nocciola alla noce. Oppure prima ha cagato e poi è andato a dormire, insomma come faccio a saperlo.

Eccole. Hanno visto, oppure annusato i semi o entrambe le cose non necessariamente in questo ordine e sono arrivate. Le cinciallegre hanno di che da sfamarsi.

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Una serata alternativa.

Basaluzzo, 5 dicembre 2020. Continua a nevicare ed ogni tanto prendo il furgone e percorro la strada in discesa che porta alla provinciale. Ho con me una pala che uso per colpire i rami che, carichi di neve, arrivano ad altezza uomo. Molte sono querce che hanno ancora le foglie secche sui rami, ma in genere i rami sono molto flessibili. Però ci sono anche ciliegi selvatici, quelli invece rischiano di venire giù di botto. La pala poi serve per rimuovere la neve nell’area di sbraccio del cancello carrabile, altrimenti questo ovviamente non si apre. Se non ho la pala appresso in queste circostanze ed il cancello si inchioda, mi scopro incline al turpiloquio con riferimenti divini.

E’ sabato sera e per festeggiare ordiniamo la cena dal ristorante Le Cantine del Gavi. Alle 19:30 scendo e mi piazzo con il furgone dal cancello perchè immagino che il ragazzo sia sollevato dal vedermi e non deve arrampicarsi su per la strada. Forse il mio gesto nn è esclusivamente altruista. Ho immaginato che sarebbe potuto sbandare e finire nel fosso, a quel punto bisogna tirarlo fuori ma prima devo consegnare il cibo a casa perchè quando Miriam ha fame diventa aggressiva e dopo mesi di epidemia, MOLTO aggressiva.

Arriva un’auto, sono i vicini. Mi sposto per farli passare mettendomi in mezzo alla Provinciale, tanto non passa nessuno , il loro tentativo di salire si ferma dopo un metro prima del cancello. Comincia la sequenza di tentativi ma i risultati sono deludenti. Finalmente oltrepassano il cancello e si inchiodano dopo 2 metri. Troppa neve. Confabuliamo ed in quel momento passa una macchina blu, sportiva, indiavolata ad una velocità insostenibile per una persona normale, in controsterzo controllato. Forse non si aspettava tanto traffico di fronte al cancello. Comunque non vedevo dal vivo una scena così da quando ventenne andavo a vedere i rally di notte sulle alture di Genova. Penso di sapere di chi si tratta, un ex rallista di professione che abita a due km. da me. Non è un automobilista normale, fare il pendolo e controllare l’auto sulla neve a quella velocità non è da automobilista medio.

Io sono sempre in mezzo alla Provinciale. Arriva il ragazzo del ristorante, si accosta. Prendo il pacco saldo il conto ed arriva uno spazzaneve che vede tre auto ferme e pensa sia successo chissà cosa, si ferma. Gli facciamo segno di passare. Arriva un secondo spazzaneve. Siamo tre auto in mezzo alla strada e due spazzanevi nella bufera. Siamo riusciti a creare un ingorgo dal nulla. Poi il ragazzo del ristorante fa un po’ di manovre e riesce ad andarsene. Gli spazzaneve passano senza danni. Decidiamo che io che ho il furgone salgo prima per aprire la strada e poi sale il vicino. Sono certo che il vicino stia per finire in un fosso. Dunque sbranato dai lupi. Invece arriva sano e salvo anche lui.

Entro in casa, poso il sacchetto con il cibo, vado a cambiare le scarpe. Sento Miriam che impreca “non hanno messo i secondi”. Attacca subito la scena madre del disappunto totale che consiste in frasi lapidarie sul mondo che sta andando a catafascio perchè i ristoranti sbagliano il delivery. Quando la fame ed il disappunto si combinano, Miriam diventa molto teatrale. Prova a chiamare ma il numero è occupato. Manda WhatsApp ma il destinatario non legge. La tensione sale. Non vuole più vivere in Italia. Decide di bruciare tutto il Mediterraneo e trasferirsi nel Long Island.

Brandisce il cellulare come se fosse una spada laser, emana furore da tutti i pori. Poi:

  • Si accorge che aveva mandato al ristorante due Whatsapp, il primo con l’ordine, quello successivo con un messaggio vocale dove canta “moriremo tutti tra atroci sofferenze attaccati al tubo del respiratore” con una vocina infantile e leggiadra. E’ il suo inno COVID. Lo canta molto frequentemente dallo scorso Marzo. Voleva mandarlo a sua madre. Lo ha mandato al ristorante.
  • Scrive al ristorante chiedendo scusa per aver sbagliato il destinatario del messaggio vocale.
  • E poi aggiunge che si sono dimenticati i secondi.
  • Subito dopo si accorge di aver sbagliato l’ordine non avendo incluso i secondi.
  • Si scusa nuovamente con il ristorante.
  • Il ristorante risponde con due icone della faccina che ride con le lacrime agli occhi.

Comunque i primi erano abbondanti e non abbiamo troppo rimpianto l’assenza dei secondi. Continua a nevicare. Il vicino sostiene che nevicherà tutta la notte ed il prossimo giovedì ne arriva una seconda botta, tripla rispetto a questa. Lo dice per spaventarmi, non sa con chi sta parlando, io e la neve siamo così.

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Notizie dalla nevosa Basaluzzo.

Anche oggi ha nevicato, non con l’intensità di ieri, qualche goccia di ghiaccio, neve tonda, graupeln, un po’ di nebbia. Oggi ha fatto tutto quello che avrebbe potuto fare, ad eccezione della grandine e delle polpette. Neve comunque abbastanza bagnata e dunque non si è andati oltre ai 20 centimetri di ieri, si è solo più compressa.

Ho messo le mangiatoie per le cinciallegre. Qualcuna s’è vista fin da subito, ma la voce si spargerà nei prossimi giorni, stante la neve al suolo prevedo affollamento. Ho comperato 10 kg di semi di girasole, vediamo quanto durano.

L’inquinamento luminoso con la neve rende la notte chiara, la Mobotix poi corregge non so come ed il risultato è suggestivo. In realtà se provo ad andare a vedere è molto più buio, probabilmente finirei del dirupo per poi venir sbranato da un lupo. Si è stranamente acceso il crepuscolare, dev’essere l’effetto della tempesta solare di questi ultimi giorni.

Il pozzo continua a buttare acqua che interferisce con ghiaccio e neve creando questo disegno vagamente fallico.

La Basacam 2 , quella che inquadra i cazzi miei quando sono in giardino. La neve sopra sembra un qualche animale, tipo un orsetto bianco. Simpatico, vero ? No, manco per il cazzo.

Altro accenno di cimento che consiste nel farsi cadere all’indietro per lasciare la propria impronta. E’ una cosa abbastanza cretina che in genere si fa quando c’è un metro di neve fresca e polverosa, non 20 cm di neve marcetta e compatta. Ho chiesto a Miriam di farmi una foto, ma il flash non si è attivato e dunque il risultato è quello che è.

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Una slavina di foto.

Basaluzzo, 4 Dicembre 2020, nevica. E’ la prima nevicata che prendo a Basaluzzo, ne ho viste altre ma solo quando erano finite da qualche giorno, oppure le ho viste in fotografia. E questa non è neppure una spolverata. Avevo snobbato alcune mappe che prevedevano 30 centimetri al suolo perchè pensavo che sottostimassero la temperatura. Non fa tanto freddo, siamo a cavallo dello zero, la neve non è asciutta come in Colorado, ma è comunque una Signora Nevicata.

Miriam ha avuto un avvio mattutino al fulmicotone nel quale ha previsto che saremmo rimasti bloccati a casa dalla neve al freddo, senza luce e senza cibo per settimane come nel film Il dottor Zivago. Poi però ha creduto quando le ho detto che dopo alcune ore la neve si sarebbe tramutata in pioggia. Hanno chiuso entrambe le autostrade da e per Genova, questo non ha aiutato la paziente a stabilizzarsi, ma l’ho tranquillizzata lanciandole una polpetta con dentro due Tavor.

L’effetto collaterale indesiderato delle nevicate sono le fotografie. Nel 99,9% dei casi le foto delle nevicate sono tutte uguali. Chi le scatta si autoconvince che siano foto di qualsivoglia interesse. Non è così. Quello che segue è un rosario di foto banali con la neve, nemmeno tanta, cadute oggi. Enjoy.

Un cluster di rose, la panchina zen e la pozzanghera
Vista anonima
Il bosco ceduo.
La Q4 e la Q5
La Pozzanghera. Non è ghiacciata, è uno strato di neve che galleggia in superficie.
Altra vista anonima.
La capanna con la panchina zen. Dettaglio.
4 cluster di rose ed altre amenità.
Albero di Natale 2018.
Si nota il giallo delle ultime foglie di un carpino ed il verde dell’erba sotto il cedro piemontese. La foto è così mediocre da essere fastidiosa.
L’ultimo albero arrivato. Sul terrazzo dove è stato per tanti anni si è sicuramente preso delle sventolate terribili sia di tramontana gelata che di scirocco o libeccio. Ha conosciuto sicuramente la neve. Qui è diverso, questa neve in realtà è un toccasana perchè bagna bene sia la zolla che la terra intorno, lentamente.
Si è anche visto un lampo e sentito un bel tuono.
I fili che avevo sistemato per le lucine di natale. Installazione rinviata. Ma perchè si ricoprono di una salsiccia di neve ?
Il pluviometro, scatto classico. Misurati su suolo erboso lontano da ostacoli 20 centimetri puliti di neve.
Vista su giardinetto con acero piemontese bello carico.
La casetta per gli uccellini. Mai visto un uccellino che decidesse di nidificarci, Al massimo ha ospitato un nido di calabroni.
Particolare del cedro di cui sopra.

L’effetto collaterale peggiore delle foto è sicuramente il collage di foto su Youtube. Il mio inevitabile cimento invernale; se non mi uccide il COVID ci pensa la mia insana abitudine.

Epilogo.

Sono le ore 20. Da due ore nevischia e piove leggermente. Lo scirocco in quota ha demolito gradualmente il cuscinetto di aria fredda e si è poco a poco abbassato ma non riesce a scalfire lo strato sottovento agli appennini liguri. Purtroppo la temperatura al suolo tende ad essere sotto lo zero, spero non venga fuori un gelicidio. Per uscire di casa ho già dovuto tagliare un piccolo albero caduto per il peso della neve bagnata, ci sono altri alberi piegati lungo la strada, ho dovuto disseppellire le tre giovani americane – sequoia, redwood e metasequoia, che sono rimaste un po’ compresse sotto la coltre. Incrocio le dita per questa notte, speriamo bene.

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Buon Giorno

Immancabile foto che segue la nevicata sui monti dietro Voltri. Oggi giornata di sole, domani ricomincia a piovere. Due giorni fa venne pubblicata una mappa dove venivano mostrati gli accumuli di neve previsti al suolo alla mezzanotte di domenica; Basaluzzo appariva coperta da uno strato di neve da 20 a 50 centimetri. Io ho espresso perplessità e sono stato coperto di improperi. Adesso gli aggiornamenti hanno alzato la quota neve oltre gli 800 metri di quota. Ovviamente la neve a Basaluzzo è scomparsa. Un po’ mi spiace, a me la neve piace, le persone credono davvero a tutto ciò in cui vogliono credere e poi rimangono deluse. Anch’io credo in un mucchio di cose assolutamente improbabili.

Prova su strada di tre webcam.

La Mobotix, tedesca. Il mio fornitore di webcam preferito che assolve a placare la mia forma maniacale di vedere alcuni luoghi a me familiari e mediocri da remoto. La colleghi in rete la prima volta, la configuri e poi lei fa il suo mestiere, precisa e puntuale come la Merkel. Di fatto è un computer, ha un firmware sofisticato, ha delle informazioni relative al sito web dove trasmette le immagini, potrebbe benissimo raccogliere informazioni su di me e poi trasmetterle alla casa madre, di nascosto. Lo fa, non lo fa ? Sono propenso a pensare di no, almeno non intenzionalmente. Se poi esiste un super comitato tedesco che controlla di nascosto tutte le informazioni dei clienti Mobotix, non posso saperlo.

La Foscam, cinese. Ha un firmware meno sofisticato, anch’essa deve raccogliere informazioni che io le debbo dare per poter trasmettere in rete. Si può usare un servizio “cloud” facoltativo a pagamento dove posso mandare le foto e poi vedermele con calma. Forse insieme a 2 miliardi di cinesi. C’è anche una app, gratuita, che ho scaricato sul telefono – anch’essa facoltativa – che potrebbe teoricamente raccogliere i dai sensibili del mio sito web, del mio telefono con le agende, gli amici, le foto, tutto insomma. Lo fa, non lo fa ? Sono propenso a pensare che lo faccia in parte, ossia io finisco in una banca dati in Cina ma conto sul fatto che nel mucchio io valgo meno di zero ed ho pochi dati sensibili. Sono sicuro che la mia vita non sia così eccitante ed interessante da sollevare curiosità al governo cinese.

La Bravo, cinese. Ieri ho acquistato ad un prezzo stracciato in un negozio dove ero andato a fare dell’altro questa webcam che viene venduta da una ditta di Roma, ha un bel libretto di istruzioni in italiano corretto, però naturalmente è fatta in Cina. Perchè noi italiani saremmo in grado di fare una cazzo di webcam, ma la facciamo fare in Cina dove l’operaio come stipendio ha una ciotola di riso, più grossa rispetto a quella di 30 anni fa, ma pur sempre ciotola di riso. Questa webcam invece per essere configurata ha bisogno di una app gratuita, che però chiede espressamente di poter accedere a tutte le altre app del mio telefono, oltre ad avermi chiesto l’accesso tramite Google. Insomma questa, come le altre, potrebbe sapere tutto ciò che io faccio tramite internet, ossia una discreta fetta della mia vita. La differenza con le prime due è che questa è più sfacciata. Sono propenso a pensare che questa webcam, durante il tempo in cui è stata collegata al mio router in ufficio, abbia copiato il contenuto del mio hard disk, il mio server di posta, insomma tutto, e lo abbia trasmesso al governo cinese. Ci sarà qualche super elaboratore che ha un algoritmo formidabile che trova in un istante tutti gli elementi che sono ritenuti interessanti. Ad esempio se io da qualche parte ho scritto “focaccia col formaggio”, il software ha trovato la ricetta originale e nel giro di qualche tempo saranno in grado di riprodurla in un laboratorio cinese, ad un costo irrisorio e probabilmente anche buona. Piccolo particolare, questa webcam non funziona, lo schermo è sempre nero e non so perchè. Potrebbe essere qualche fase della configurazione che ho saltato oppure proprio è difettosa. Intanto mi ha copiato tutti gli arichivi e se non funziona sono cazzi miei.

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La prima neve dell’inverno 20-21.

Solo una spolverata, ma da appassionato degli inverni di una volta, ossia quando la neve era normale in queste lande, mi accontento.

L’effetto è equivalente a quello di una robusta brinata, la temperatura si è fermata di qualche linea sopra lo zero.

Questa foto mi piace perchè ha i colori gotici. Non so bene cosa voglia dire in realtà, probabilmente non c’è alcunchè di gotico qui, però c’è una dominante rossastra cupa che mi comunica qualcosa. Il comandante delle truppe rumene di assalto mi ha telefonato chiedendomi cosa sono quei fili che ho attaccato da albero ad albero. Dovrebbero essere il supporto per alcune lucine che vorrei appendere per celebrare degnamente questo anno marcatamente di merda.

Infine questa mappa; mostra la previsione degli accumuli di neve al suolo alla mezzanotte tra Domenica e Lunedì. Mi sembra molto ma molto sovrastimata, sebbene una trentina di centimetri a Basaluzzo sarebbe un evento che distoglierebbe i media per un minuto buono dal conteggio in tempo reale dei morti giornalieri per COVID.

La webcam in versione beta che aspetta di trovare la propria collocazione definitiva, che a dire il vero non so bene ancora dove sarà. Si intravvede la neve sui monti dietro Cornigliano. Più o meno.

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Solita segnalazione.

Il 10 Settembre 2019 avevo segnalato al Comune che le lenti delle webcam da loro installate andavano pulite, ogni tanto. Cagato zero avevo ripetuto la richiesta un mese dopo. Mi era stato fatto intendere che la cosa non era semplice. La responsabilità della pulizia delle lenti era un argomento impegnativo che veniva palleggiato tra il Comune, la ditta che aveva fornito le webcam, l’Aster, una non meglio identificata impresa di pulizie appaltata dal Comune di Genova, il settore informatico del Comune. Verso i primi di Dicembre, grazie ad uno sforzo congiunto tra assessori, sindacati, prefettura, associazioni, confindustria e comitati di quartieri, le lenti delle webcam venivano pulite.

E’ passato un anno, le lenti sono nuovamente lerce. Se nessuno le pulisce, le lenti esposte alle intemperie ed all’inquinamento si sporcano nuovamente. Forse è un concetto doloroso, che non è facile da interiorizzare, da acquisire come dato di fatto. Apparentemente la pulizia di un anno fa ha stroncato le energie di chissà quanti dipendenti del Comune e società controllate. L’operazione è stata rimossa come si rimuove un episodio traumatizzante. Codificare e mettere in agenda la pulizia periodica delle lenti, operazione che richiede un po’ di acqua, sapone, due o tre fogli di carta Scottex e dura meno di un minuto, richiede evidentemente uno sforzo organizzativo spaventoso, un concorso di intenti articolatissimo, un impegno che le limitate risorse del Comune non possono permettersi.

Ho di nuovo scritto. Vediamo se e quando qualcuno provvede. Lo so che avete problemi ben maggiori soprattutto in questo anno orribile, e tuttavia vi voglio declinare l’invito di sempre:

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Giallo & Giallo.

Il colore della Liguria non è stato mai così giallo, da sempre, e da almeno due punti di vista molto diversi. Noto che il giallo della Protezione Civile sulla neve è più scuro di quello del ministero della Sono Tutti cazzi vostri (salute). Non credo nevicherà in città, penso che la neve inizierà a fermarsi intorno ai 500 metri di quota.

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Luoghi comuni sul covid. Modalità Sfogo ON.

Ferma restante l’approssimazione e il dilettantismo della nostra compagine amministrativa centrale, nonchè quella che io ritengo una evidente malafede, sospetto che la “riapertura” ora sia considerata il minore dei mali. Anzi, sospetto che sia davvero decisa a tavolino, sospetto che siano stati fatti dei calcoli spannometrici su chi ancora si ammalerà e morirà per gli effetti diretti o derivati del COVID.

Il nostro governatore vorrebbe la “zona bianca” dove in pratica si può fare esattamente quel cazzo che si vuole. Boh. Dopo mesi di virus è possibile che venga preferita la strada della riapertura piuttosto che la nuova chiusura proprio in prossimità del natale accettando il rischio, anzi la quasi certezza di una terza ondata di contagi e di morti a Gennaio.

La situazione è ben oltre la nostra capacità di gestire l’emergenza, di programmare gli interventi di aiuto e di sostegno. E allora ? Cazzi nostri; chi vuole evitare il contagio sa come deve comportarsi. C’è chi può essere efficace senza troppe privazioni perchè può lavorare da casa, non ha figli e nipoti, non gliene frega nulla di non vedere gli amici, non sarà mica per sempre, ogni tanto telefona e magari utilizza zoom. C’è chi invece fa un bel sacrificio personale perchè ha figli e nipoti, aveva una vita sociale molto attiva e dunque ha sospeso tutto questo e pesa tanto. Per lavorare deve prendere l’auto o un autobus e deve fare molta attenzione.

E poi c’è la categoria trasversale di chi se ne strabatte l’acciuga e si comporta più o meno come se niente fosse. Questi possono anche avere fortuna e schivare i rischi e passarsela bene, ma si possono ammalare, una grossa parte si fa il COVID senza quasi accorgersene ed infetta amici e parenti facenti parte della stessa catagoria che a loro volta possono infettare amici e parenti e così via. Di tutti questi una parte inizierà a star male, molto male, finirà nel pronto soccorso magari avrà bisogno di ossigeno. Riempirà le terapie intensive. Io che da mesi e mesi non vedo fisicamente nessuno se non per poco tempo, all’aperto ed indossando la mascherina, vado in ufficio con il motorino. Casco per terra, arriva l’ambulanza, mi porta al pronto soccorso che è intasato di gente che ha 40 di febbre ed i denti pieni di residui di noccioline e olive. Mi devono operare ma non sanno da che parte girarsi. Due giorni senza che un medico mi visiti. Mi prendo il covid. Passo due mesi in trazione & terapia intensiva in un corridoio.

Ieri sera in un bar vicino a casa c’era così tanta gente che non si riusciva a passare in auto. Tutti a bere birre e cocktails, zero mascherine. Dopo due mesi esco dalla terapia intensiva. Noleggio uno spazzaneve, di quelli grossi che girano in autostrada. Aspetto l’orario dell’apertivo. Poi arrivo a gran velocità di fronte a questo bar e mi apro la strada come dico io. Persone, tavolini, olive e patatine. Il giorno dopo la mia foto è su tutti i giornali.

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Tormentone.

Mi rendo conto che la situazione mondiale generale e specifica locale è preoccupante. Questa epidemia ci è piombata addosso mostrando tutti i limiti della nostra organizzazione umana. Siamo una specie che fa la voce grossa contro i deboli, sterminiamo animali indifesi, azzeriamo gli ecosistemi. Però poi arriva un virus microscopico del cazzo ed il nostro sistema va in crisi. Mostra a noi stessi e ad una eventuale specie aliena che ci guarda silenziosamente (ce ne saranno a decine che ci guardano dallo spazio) che siamo dei cazzoni immaturi. Arroganti, presuntuosi, messi a 90 gradi da un virus.

Tutto quanto premesso, questo blog è la mia seduta psichiatrica e qui narro di vicende palesemente di importanza minore, di rilevanza inesistente.

Questo siamese senza coda e con gli occhi strabici mi ha aggredito nelle vicinanze dell’ufficio postale di Basaluzzo. Si vede che è abituato a vedere le persone perchè è un erbo da coccole. Basta guardarlo e lui (o lei) ti viene incontro ed inizia a strusciarsi ed a prendersi grattatine e fa le fusa. Stupido gatto affettuoso.

Non so chi sia la persona raffigurata in questa fotografia, ne’ cosa stia facendo in questa posizione e perchè tenga in mano due bottiglie di acqua. Se ha sete, perchè non beve ? Ce n’è di gente strana a questo mondo.

Altra foto del Faggio. Ho letto che la chioma può arrivare a misurare 30 metri di diametro. Non in questa terra argillosa, ma non mancherò di aggiornare il suo stato di salute e crescita.

Questo è il tormentone cui fa riferimento il titolo. In questo angolo di casa vige il caos di un groviglio di fili elettrici, cavi telefonici, cavi di rete. Se decido di avviare le infrastrutture per la webcam numero 4 di Basaluzzo, ci saranno altri 4 cavi che gireranno in questo inferno elettronico, ossia un POE uno switch e le relative alimentazioni eletriche e dati. Non va bene, fa a pugni con la mia forma maniacale di ordine. Non posso arrotolare i cavi elettrici perchè genererebbero campi elettromagnetici, poi fanno disordine. Dovrei fare un quadretto elettrico dove le alimentazioni sono gestite da interruttori e non spine elettriche. Ci studierò sopra.

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