Una serata alternativa.

Basaluzzo, 5 dicembre 2020. Continua a nevicare ed ogni tanto prendo il furgone e percorro la strada in discesa che porta alla provinciale. Ho con me una pala che uso per colpire i rami che, carichi di neve, arrivano ad altezza uomo. Molte sono querce che hanno ancora le foglie secche sui rami, ma in genere i rami sono molto flessibili. Però ci sono anche ciliegi selvatici, quelli invece rischiano di venire giù di botto. La pala poi serve per rimuovere la neve nell’area di sbraccio del cancello carrabile, altrimenti questo ovviamente non si apre. Se non ho la pala appresso in queste circostanze ed il cancello si inchioda, mi scopro incline al turpiloquio con riferimenti divini.

E’ sabato sera e per festeggiare ordiniamo la cena dal ristorante Le Cantine del Gavi. Alle 19:30 scendo e mi piazzo con il furgone dal cancello perchè immagino che il ragazzo sia sollevato dal vedermi e non deve arrampicarsi su per la strada. Forse il mio gesto nn è esclusivamente altruista. Ho immaginato che sarebbe potuto sbandare e finire nel fosso, a quel punto bisogna tirarlo fuori ma prima devo consegnare il cibo a casa perchè quando Miriam ha fame diventa aggressiva e dopo mesi di epidemia, MOLTO aggressiva.

Arriva un’auto, sono i vicini. Mi sposto per farli passare mettendomi in mezzo alla Provinciale, tanto non passa nessuno , il loro tentativo di salire si ferma dopo un metro prima del cancello. Comincia la sequenza di tentativi ma i risultati sono deludenti. Finalmente oltrepassano il cancello e si inchiodano dopo 2 metri. Troppa neve. Confabuliamo ed in quel momento passa una macchina blu, sportiva, indiavolata ad una velocità insostenibile per una persona normale, in controsterzo controllato. Forse non si aspettava tanto traffico di fronte al cancello. Comunque non vedevo dal vivo una scena così da quando ventenne andavo a vedere i rally di notte sulle alture di Genova. Penso di sapere di chi si tratta, un ex rallista di professione che abita a due km. da me. Non è un automobilista normale, fare il pendolo e controllare l’auto sulla neve a quella velocità non è da automobilista medio.

Io sono sempre in mezzo alla Provinciale. Arriva il ragazzo del ristorante, si accosta. Prendo il pacco saldo il conto ed arriva uno spazzaneve che vede tre auto ferme e pensa sia successo chissà cosa, si ferma. Gli facciamo segno di passare. Arriva un secondo spazzaneve. Siamo tre auto in mezzo alla strada e due spazzanevi nella bufera. Siamo riusciti a creare un ingorgo dal nulla. Poi il ragazzo del ristorante fa un po’ di manovre e riesce ad andarsene. Gli spazzaneve passano senza danni. Decidiamo che io che ho il furgone salgo prima per aprire la strada e poi sale il vicino. Sono certo che il vicino stia per finire in un fosso. Dunque sbranato dai lupi. Invece arriva sano e salvo anche lui.

Entro in casa, poso il sacchetto con il cibo, vado a cambiare le scarpe. Sento Miriam che impreca “non hanno messo i secondi”. Attacca subito la scena madre del disappunto totale che consiste in frasi lapidarie sul mondo che sta andando a catafascio perchè i ristoranti sbagliano il delivery. Quando la fame ed il disappunto si combinano, Miriam diventa molto teatrale. Prova a chiamare ma il numero è occupato. Manda WhatsApp ma il destinatario non legge. La tensione sale. Non vuole più vivere in Italia. Decide di bruciare tutto il Mediterraneo e trasferirsi nel Long Island.

Brandisce il cellulare come se fosse una spada laser, emana furore da tutti i pori. Poi:

  • Si accorge che aveva mandato al ristorante due Whatsapp, il primo con l’ordine, quello successivo con un messaggio vocale dove canta “moriremo tutti tra atroci sofferenze attaccati al tubo del respiratore” con una vocina infantile e leggiadra. E’ il suo inno COVID. Lo canta molto frequentemente dallo scorso Marzo. Voleva mandarlo a sua madre. Lo ha mandato al ristorante.
  • Scrive al ristorante chiedendo scusa per aver sbagliato il destinatario del messaggio vocale.
  • E poi aggiunge che si sono dimenticati i secondi.
  • Subito dopo si accorge di aver sbagliato l’ordine non avendo incluso i secondi.
  • Si scusa nuovamente con il ristorante.
  • Il ristorante risponde con due icone della faccina che ride con le lacrime agli occhi.

Comunque i primi erano abbondanti e non abbiamo troppo rimpianto l’assenza dei secondi. Continua a nevicare. Il vicino sostiene che nevicherà tutta la notte ed il prossimo giovedì ne arriva una seconda botta, tripla rispetto a questa. Lo dice per spaventarmi, non sa con chi sta parlando, io e la neve siamo così.

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One Response to Una serata alternativa.

  1. Andre says:

    Il suo comportamento è stato irreprensibile.

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