Solita breve raccolta di foto modeste.

Non ho idea di quello che sto per dire; secondo me quando gli alberi che perdono le foglie in autunno iniziano ad avere le foglie gialle, vuol dire che stanno bene ed hanno superato la merda-estate senza troppi traumi.

Tutte le situazioni che si differenziano dal normale ingiallimento autunnale evidenziano stress dell’albero con diversi gradi di sofferenza. Vale anche per le Quercie, solo che per motivi irrazionali la maggior parte delle foglie secche restano attaccate ai rami fino alla primavera successiva. Comunque questo criterio me lo sono davvero inventato, suona ragionevole ma se mai fosse vagamente preso in considerazione, enuncierei un disclaimer che recita “…si applica solo alle poche piante intorno alla Pozzanghera“. Avrei potuto documentarmi meglio durante il lock down, non l’ho fatto perchè sono pigro e pirla. Dunque mi affido alle mie osservazioni approssimative e per nulla comprovabili, così ho il pretesto di mettere foto che sono altrettanto approssimative e fatte con scarsa perizia.

Questo Tiglio sta iniziando a metterle le foglie gialle ossia non secche, non bruciate, non parzialmente gialle e verdi. Il Carpino che si vede sulla sinistra invece non è passato dal verde al giallo e poi al secco, ma direttamente al secco tanto che temo sia secco tutto l’albero e non solo le foglie.

Anche questo Carpino ha le foglie secche attaccate ai rami, e temo sia defunto come il suo simile. Si intravedono Acacie che sono l’Highlander degli alberi ed un Tiglio un po’ spennacchiato.

Questi tigli sono un po’ spennacchiati, ossia hanno perso parte delle foglie ma quelle che sono ancora sulla pianta sono verdi ed iniziano leggermente a virare sul giallo, non sul secco. Hanno un po’ patito ma sono in buona salute. Spero.

Questo Carpino ha patito decisamente, ha foglie secche, è parzialmente spennacchiato ma ha ancora foglie verdi che iniziano ad ingiallire. Credo sia contento della pioggia della scorsa settimana e non ne poteva più dell’estate. Come me per altro.

In questa foto si vedono due Tigli sopravissuti a situazioni che li hanno quasi uccisi; quello più vicino è seccato quasi completamente due anni fa dopo alcuni anni di stenti perchè era stato messo a dimora alla cazzo. Io vedevo che stava male, gli davo acqua ma era stato messo a dimora da trogloditi che avevano ricoperto la zolla della terra tolta dal buco, impermeabilizzando la zolla. Tolto dalla sua dimora, il buco è stato molto ampliato e riempito di terra buona, in modo che le radici hanno potuto svilupparsi ed anche se del tronco originale ne rimane un moncherino perchè il resto era bruciato, si è ripreso a guisa di cespuglio. Quello che si intravede sulla destra, tiglio di tipo diverso dal precedente, aveva attecchito bene vicino alla Pozzanghera, poi un cazzo di rodilegno aveva fatto un bel buco nel tronco scavandolo per bene ed indebolendolo, durante una sventolata il tronco si è spezzato a poco più di un metro dal suolo. Anche questo in qualche modo è vivo e cerca di rifarsi una vita anche se in modalità cespuglio. Lo stato delle foglie mostra un po’ di sofferenza estiva ma dovrebbero averla passata. Sulla sinistra in secondo piano una Quercia ed un Nocciolo in buona salute ed ancora in chioma estiva.

Questo è un Acero Platanoide. Sembrava stesse benone, poi nel giro di una settimana ha iniziato a seccare in punta, tante foglie sono seccate e cadute, però quelle verdi che sono restate adesso stanno diventando rosse. Forse con una buona potatura tardo invernale potrebbe riprendere a crescere regolarmente.

Questa è la Q2. Rispetto alla Q1 è cresciuto molto più lentamente, sembra abbia preso gli steroidi, o forse è qualche medicina che ho rubato dall’armadietto delle medicine di Miriam, comunque in questo ultimo ciclo vegetativo ha messo su dei rami abbastanza grandi e sta iniziando a prendere i colori autunnali, mi sembra in buona salute.

E questa è la Q1, già potata una volta perchè era cresciuta a dismisura e con il vento sembrava volersi spezzare. Foglie ancora verdissime ma primi segnali rossastri. Mi sembra in buona salute.

Il pratone, dopo la pioggia ha messo su un po’ di verde ma ci vorrebbe altra pioggia, che spero arrivi presto. Dovrei andare a vivere in Cornovaglia, li piove sempre ed il trend climatico sembra anzi amplificare gli accumuli perchè le zonali che ogni tanto arrivavano sul Mediterraneo risparmiando le isole inglesi, adesso sempre più sono spinte verso nord dalla fottutissima alta pressione nord africana, insomma in quella fascia dovrebbe piovere sempre di più nei prossimi decenni.

Sto valutando se ripassare il prato con il trattore, ma questa volta in senso antiorario. Sarebbe un impegno totalmente inutile, ma vorrei mettere in pratica il mio master neuronale in cose inutili.

Il mio dito medio destro mi fa male. Domani vado a comperare un tutore che di notte mi tiene il dito dritto, così nel sonno non lo piego. Ho un nodulo tendineo; il dottore mi ha spiegato che il tendine passa attraverso una guida che in un certo punto del dorso è fatta come un’asola, tipo quella dei bottoni. Il nodulo è grosso rispetto al tendine e fa fatica a passare attraverso l’asola ed ecco che viene opposta resistenza, il dito si muove a scatti e più passa avanti e indietro e più si irrita e mi fa male. Pensando alla descrizione che mi faceva il medico mi è venuta immediatamente in mente un’altra asola, quella attraverso la quale si passa in teoria tutti quando si nasce, salvo taglio cesareo o C-section come lo chiamano in US. Insomma, mi riferisco fatalmente alla “figa”. Ho una, anzi forse 10 microfighe nascoste nella mano, poi ce ne saranno 10 anche nei piedi.

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Il Bar Corner.

Per anni è stato il bar del mio secondo caffè giornaliero. E’ la versione italiana dello Sports Bar anglosassone. Diverse televisioni alle pareti che mostrano a nastro eventi sportivi. Birra e cibi mediamente veloci, ma alla genovese. Arredamento caotico ma accogliente. Una volta vi avevo incontrato 4 tizi che nella tramontana delle 7:30 del mattino erano seduti sui tavolini all’aperto bevendo birre alla spina. Erano Inglesi che lavoravano per una ditta sub-sub-sub appaltata per qualche lavoro collegato alla copertura del Bisagno. Poi la demolizione era iniziata a fianco del bar e questo aveva chiuso perchè nessuno passava più di li per attraversare la strada. E se non fosse bastato è arrivato il COVID. Qualche settimana fa gli hanno messo i semafori e lentamente i passanti possono riprendere a transitare li davanti per andare dalla parte opposta di Via Brigata Bisagno. Per me quello era uno stop consueto andando in ufficio, le due ragazze che ci lavoravano ormai mi conoscevano e con il caffè facevamo sempre due chiacchiere sul più e sul meno.

Adesso il Bar ristorante ha riaperto, dovrei verificare ma a naso direi che sono passati tre anni buoni da l’ultima volta che ci sono stato. Oggi c’era una delle due ragazze di allora, di origine colombiana, carina e simpatica. Nel frattempo ha avuto un figlio che ha già due anni e si chiama Pedro. Ci siamo detti di essere contenti di esserci rivisti, probabilmente lei ha pensato che tutto sommato vista la mia età sarei anche potuto morire nel corso della tempesta perfetta di merda che c’è stata e che solo ora sta lentamente mollando la presa.

A proposito di semafori, quelli nuovi hanno il contasecondi per i pedoni. A New York ci sono da anni ma in Italia per la prima volta li ho visti a Ostuni due settimane fa. Chissà le lamentele dai trinariciuti miei concittadini, mi sembra di sentirli; sono costosi, inutili, pericolosi, con gli stessi soldi si poteva (una alternativa a caso)

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Sparisci, sgorbio.

Credo sia un gabbiano che per ragioni note si è appollaiato di fronte alla webcam. Ha milioni di posti dove andare ma va di fronte alle webcam. Le ragioni sono note perchè i gabbiani sono dei riconosciuti simpatici rompipalle con le loro grida alle 4 del mattino e le loro deiezioni che coprono i tetti.

“Sparisci sgorbio” è la traduzione italiana di “get lost, creep” che una anonima ragazza in discoteca pronuncia a Woody Allen che la approccia sulla pista da ballo.

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Colpa dell’ansia.

L’operazione vaccinazione anti influenzale è andata a buon fine. Anche perchè la mamma di Miriam per l’ora di pranzo si è portata da casa non solo i vaccini ma anche un bulacco di seppie con i piselli (una delle sue specialità), una torta di Panarello, della focaccia, della pizza, cioccolatini. La mamma di Miriam pensa che noi si faccia la fame e quando può, arriva carica di cibarie.

Io avrei voluto mangiare e poi fare il vaccino, perchè se avessi avuto una reazione avversa, almeno sarei morto contento dopo le notevoli seppie di mia suocera.

Sono andato per primo, perchè se qualcosa deve andare storto, succede a me. Ad esempio se la Carla avesse un inatteso tremore e mi fa l’iniezione in faccia, oppure non toglie l’aria nella siringa, usa il CIF come disinfettante, non si ricorda come si fa una iniezione, insomma è meglio che io vada per primo. La Carla passa del cotone imbevuto in un disinfettante sul braccio fino a quando non compare il sottostante muscolo da tanto sfrega. Bisogna fermarla quando il dolore da ustione diventa insopportabile. L’iniezione in se è totalmente indolore. Poi ricomincia a massaggiare la pelle intorno al punto dove ha eseguito l’iniezione con il cotone, dice che serve per diluire il liquido che così entra in circolo meglio. Anche in questo caso dopo qualche secondo bisogna fermarla altrimenti si rischia che il muscolo del braccio di scolli dall’osso e la spalla vada fuori posto.

Poi è toccato a Miriam. Io ero nella stanza a fianco e non ho seguito le operazioni, ma la Carla ha fatto una prima iniezione a Miriam usando la stessa siringa che aveva usato con me. Ha affermato di aver pensato “che strano sembra che in questa non ci sia nulla” ed aveva ragione. Credo che Miriam si sia accorta che la seconda confezione di vaccino era ancora intonsa, ha guardato la siringa, poi ha guardato sua madre, poi di nuovo la siringa, poi la scatola ancora chiusa. Madre e figlia si sono guardate, poi Miriam è esplosa in un “ma sei scema” che hanno sentito anche in Corsica.

E’ seguito un dialogo abbastanza acceso, dopo un dibattimento durato un minuto durante il quale si sono eviscerati diversi aspetti sulla presunta incombente demenza senile della Carla, una embolia, il 118, mi hai iniettato aria, è colpa tua che mi metti ansia, no è colpa tua che sei distratta, mi hai disinfettato in un punto ed hai fatto l’iniezione in un altro punto. Risolte alcune vecchie questioni sindacali, Miriam ha finalmente ricevuto la sua dovuta dose di vaccino.

Infine l’abbiamo messa sul ridere, siamo ancora vivi e le seppie erano deliziose come sempre.

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Con l’ormai consueto mese di ritardo.

La temperatura notturna è scesa sotto la soglia dei 2 numeri, ovvero ha sfiorato gli 8 gradi, la rugiada è potente questa mattina, i prati hanno iniziato a rinverdirsi.

Quand’ero bambino questo accadeva tipicamente i primi giorni di Settembre, quando la sera per andare a dormire nella casa dei nonni senza riscaldamento mi infilavo nel letto appallottolandomi per il freddo e poi gradualmente allungavo le gambe.

Disclaimer. Ho sicuramente già scritto in precedenza almeno una volta, forse più di una volta, queste stronzate, verosimilmente a Ottobre.

Ieri ho tagliato l’erba secca del pratone, ho impiegato 3 ore esatte. Disturbava il mio senso estetico con tutta quella sterpaglia gialla e nera. Ho contato le giovani acacie ancora vive e sono in maggioranza rispetto a quelle seccate durante questa orrida estate.

Ho un po’ di mal di gola e l’ho detto a Miriam, la quale gelida mi ha detto “ci sarebbe da sistemare un rubinetto in bagno che perde, vieni a vedere un secondo”. In realtà voleva portarmi in bagno e chiudermi dentro a chiave. Poi avrebbe irrorato da sotto la porta qualche medicinale orientato a prevenire la possibilità che un banale mal di gola nasconda in realtà il COVID. Ma io non ci sono cascato, mi sono portato in bagno un lenzuolo. “A cosa ti serve il lenzuolo” mi ha chiesto “niente, lo faceva sempre Linus” e quando lei si è distratta mi sono calato dalla finestra con il lenzuolo arrotolato.

Domani la mamma di Miriam viene da noi per farci il vaccino antinfluenzale. Non so dove ha imparato, ma ormai è una tradizione; lei ha uno spacciatore nei vicoli che le fornisce anzitempo il vaccino antinfluenzale e lo scorso anno le aveva fornito anche l’anti streptococco ed una grappa di contrabbando che aveva usato per disinfettare.

Mi è stato detto viscidamente che un vivaio non lontano da qui ha appena ricevuto un carico di piante da Pistoia. E’ una trappola; dopo la sofferenza e le perdite in termini di piante successiva all’estate io decido tutti gli anni di non mettere più alberi in questo merdoso buco pluviometrico. Puntuale però ai primi verdi autunnali mi arriva questa notizia volta a convincermi di nuovo a mettere giù qualche nuovo albero.

Ed ora qualche foto mediocre a corredo delle stronzate sopra dette.

La rugiada che saluta l’erbetta che timidamente spunta dopo mesi di seccume totale.
La Q5 di Central Park in primo piano, dietro ci sono le Acacie o quelle che restano. Ed il pratone appena rasato.
Il cedro Deodara altrimenti noto come Cedro dell’Himalaya. Devo dire che ogni tanto patisce ma poi si riprende. Oggi mi sembra che sia in buone condizioni di salute.
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Questa sera da spettacolo.

L’atmosfera limpida del vento secco da nord, le nuvole ed il sole che tramonta. A che cazzo serve un blog se non a perpetuare la memoria di queste foto amatoriali ?

Il giardino di Basaluzzo. Sospetto che il Carpino in primo piano sia seccato, ma bisogna aspettare la primavera per capire.

Queste ultime tre mostrano le Alpi ed il Monviso in particolare con tre ingrandimenti diversi. Sono salito sulla piattaforma di ferro sopra il tetto di casa per scattarle. Ho messo quest’ultima su Facebook ed Instagram dove riceverò centinaia di commenti entusiastici, promesse di denaro, richieste di matrimonio, sesso a modici prezzi, tatuaggi.

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Lo solita scenetta.

Oggi alle ore 10:03 e 25 secondi circa, la webcam di Sauze smette di aggiornare. Verso le 12 me ne accorgo e telefono al fornitore Eolo. Resto al telefono per diversi minuti ascoltando una musica leggiadra. Quando la musica leggiadra inizia ad irritarmi, chiudo la telefonata e vado sul sito web dove apro un “ticket” ovvero segnalo un problema.

Alle 12:32 mi arriva la seguente e-mail

Gentile cliente,
a seguito delle verifiche tecniche effettuate ti informiamo che l’antenna EOLO non risulta raggiungibile da remoto.
Abbiamo provato ad eseguire alcune operazioni ma dobbiamo chiederti di aiutarci.
Dovrai provare a riavviare elettricamente l’impianto EOLO scollegando e ricollegando la presa di corrente dell’alimentatore dell’antenna.
L’alimentatore è uno scatolotto nero di circa 15/20cm dove viene collegato un cavo che va verso l’antenna posizionata all’esterno.
Una volta scollegato attendi circa 1 minuti prima di ricollegarlo alla corrente e poi la linea dovrebbe ripartire dopo circa 15 minuti.
Se così non fosse rispondi a questa mail confermandoci di aver eseguito questa prova e noi provvederemo a continuare con i nostri controlli e ti terremo aggiornato.
Restiamo a tua disposizione,
Il Team EOLO

Ticket ID:
Oggetto: Connessione Internet è completamente assente
Prodotto: EOLO più
Codice Contratto:
Codice Cliente:

Io non sono dalle parti della webcam e non riesco a spegnere e riaccendere, ma il servizio riparte alle 16:09 e 25 secondi circa. Mi viene da pensare che anche loro possono spegnere e riaccendere qualche cazzo di apparecchio, ma intanto chiedono se lo può fare il cliente, perché non si sa mai. Tutti felici ? Senz’altro ma sticazzi, dovrei chiedere ad un esperto come in Eolo gestiscono i problemi. Ho mandato un WhatsApp al tecnico che ha installato l’antenna, è un pistolotto alla “Furio” e potrebbe cagionargli un bel mal di testa, vediamo se e cosa mi risponde.

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Tanta pioggia.

Ora è tornato il sole, quantomeno a Basaluzzo. Ieri come da previsioni ha piovuto molto per gli standard basaluzzesi, senza eccessi e per fortuna senza danni.

Per Basaluzzo infatti questi sono millimetri importanti. Il “buco” che tanto detesto questa volta invece ci ha risparmiato accumuli fuori scala caduti nelle vicinanze.

  • Basaluzzo, caduti 96 millimetri in 24 ore.
  • Rossiglione, caduti 870 millimetri nelle stesse 24 ore.

Rossiglione è a 21 Km più a sud di Basaluzzo, l’orografia combinata con un temporale autorigenerante produce effetti completamente diversi a distanze irrisorie.

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Il V-shaped

Questo è anche in anticipo sulle previsioni; ormai a Basaluzzo per avere pioggia intensa si deve aspettare quasi esclusivamente questo tipo di configurazione. Lo chiamano V-shaped storm, è un fenomeno che localmente può fare danni consistenti perchè la pioggia può diventare torrenziale e possono insistere nello stesso punto per ore. Chi è sotto il rosso non se la passa bene. Tutte le alluvioni in Liguria e Basso Piemonte credo siano sempre avvenute per uno di questi specifici oggetti.

Già detto queste cose un novantina di volte su queste pagine, ossia l’età del mio cervello.

Poteva forse mancare la foto della Pozzanghera sotto la pioggia ?
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Ed ora qualche fulmine.

Risalgono a qualche giorno fa, mentre ero di passaggio a Genova. I primi tre credo siano caduti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, evidentemente c’era qualche elemento che produceva elettricità proprio li, un cumulo grandigeno, una colonna di acqua particolarmente forte, una corrente d’aria altrettanto potente. In realtà non ho idea, devo chiedere a qualche esperto e poi riportero quanto avrò saputo.

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