Con l’ormai consueto mese di ritardo.

La temperatura notturna è scesa sotto la soglia dei 2 numeri, ovvero ha sfiorato gli 8 gradi, la rugiada è potente questa mattina, i prati hanno iniziato a rinverdirsi.

Quand’ero bambino questo accadeva tipicamente i primi giorni di Settembre, quando la sera per andare a dormire nella casa dei nonni senza riscaldamento mi infilavo nel letto appallottolandomi per il freddo e poi gradualmente allungavo le gambe.

Disclaimer. Ho sicuramente già scritto in precedenza almeno una volta, forse più di una volta, queste stronzate, verosimilmente a Ottobre.

Ieri ho tagliato l’erba secca del pratone, ho impiegato 3 ore esatte. Disturbava il mio senso estetico con tutta quella sterpaglia gialla e nera. Ho contato le giovani acacie ancora vive e sono in maggioranza rispetto a quelle seccate durante questa orrida estate.

Ho un po’ di mal di gola e l’ho detto a Miriam, la quale gelida mi ha detto “ci sarebbe da sistemare un rubinetto in bagno che perde, vieni a vedere un secondo”. In realtà voleva portarmi in bagno e chiudermi dentro a chiave. Poi avrebbe irrorato da sotto la porta qualche medicinale orientato a prevenire la possibilità che un banale mal di gola nasconda in realtà il COVID. Ma io non ci sono cascato, mi sono portato in bagno un lenzuolo. “A cosa ti serve il lenzuolo” mi ha chiesto “niente, lo faceva sempre Linus” e quando lei si è distratta mi sono calato dalla finestra con il lenzuolo arrotolato.

Domani la mamma di Miriam viene da noi per farci il vaccino antinfluenzale. Non so dove ha imparato, ma ormai è una tradizione; lei ha uno spacciatore nei vicoli che le fornisce anzitempo il vaccino antinfluenzale e lo scorso anno le aveva fornito anche l’anti streptococco ed una grappa di contrabbando che aveva usato per disinfettare.

Mi è stato detto viscidamente che un vivaio non lontano da qui ha appena ricevuto un carico di piante da Pistoia. E’ una trappola; dopo la sofferenza e le perdite in termini di piante successiva all’estate io decido tutti gli anni di non mettere più alberi in questo merdoso buco pluviometrico. Puntuale però ai primi verdi autunnali mi arriva questa notizia volta a convincermi di nuovo a mettere giù qualche nuovo albero.

Ed ora qualche foto mediocre a corredo delle stronzate sopra dette.

La rugiada che saluta l’erbetta che timidamente spunta dopo mesi di seccume totale.
La Q5 di Central Park in primo piano, dietro ci sono le Acacie o quelle che restano. Ed il pratone appena rasato.
Il cedro Deodara altrimenti noto come Cedro dell’Himalaya. Devo dire che ogni tanto patisce ma poi si riprende. Oggi mi sembra che sia in buone condizioni di salute.
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