Colpa dell’ansia.

L’operazione vaccinazione anti influenzale è andata a buon fine. Anche perchè la mamma di Miriam per l’ora di pranzo si è portata da casa non solo i vaccini ma anche un bulacco di seppie con i piselli (una delle sue specialità), una torta di Panarello, della focaccia, della pizza, cioccolatini. La mamma di Miriam pensa che noi si faccia la fame e quando può, arriva carica di cibarie.

Io avrei voluto mangiare e poi fare il vaccino, perchè se avessi avuto una reazione avversa, almeno sarei morto contento dopo le notevoli seppie di mia suocera.

Sono andato per primo, perchè se qualcosa deve andare storto, succede a me. Ad esempio se la Carla avesse un inatteso tremore e mi fa l’iniezione in faccia, oppure non toglie l’aria nella siringa, usa il CIF come disinfettante, non si ricorda come si fa una iniezione, insomma è meglio che io vada per primo. La Carla passa del cotone imbevuto in un disinfettante sul braccio fino a quando non compare il sottostante muscolo da tanto sfrega. Bisogna fermarla quando il dolore da ustione diventa insopportabile. L’iniezione in se è totalmente indolore. Poi ricomincia a massaggiare la pelle intorno al punto dove ha eseguito l’iniezione con il cotone, dice che serve per diluire il liquido che così entra in circolo meglio. Anche in questo caso dopo qualche secondo bisogna fermarla altrimenti si rischia che il muscolo del braccio di scolli dall’osso e la spalla vada fuori posto.

Poi è toccato a Miriam. Io ero nella stanza a fianco e non ho seguito le operazioni, ma la Carla ha fatto una prima iniezione a Miriam usando la stessa siringa che aveva usato con me. Ha affermato di aver pensato “che strano sembra che in questa non ci sia nulla” ed aveva ragione. Credo che Miriam si sia accorta che la seconda confezione di vaccino era ancora intonsa, ha guardato la siringa, poi ha guardato sua madre, poi di nuovo la siringa, poi la scatola ancora chiusa. Madre e figlia si sono guardate, poi Miriam è esplosa in un “ma sei scema” che hanno sentito anche in Corsica.

E’ seguito un dialogo abbastanza acceso, dopo un dibattimento durato un minuto durante il quale si sono eviscerati diversi aspetti sulla presunta incombente demenza senile della Carla, una embolia, il 118, mi hai iniettato aria, è colpa tua che mi metti ansia, no è colpa tua che sei distratta, mi hai disinfettato in un punto ed hai fatto l’iniezione in un altro punto. Risolte alcune vecchie questioni sindacali, Miriam ha finalmente ricevuto la sua dovuta dose di vaccino.

Infine l’abbiamo messa sul ridere, siamo ancora vivi e le seppie erano deliziose come sempre.

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