L’Intelligenza Artificiale è arrivata in casa.

Miriam ha imparato a fare domande a Gemini sul telefono. Gemini è gentile, informata (speriamo bene) ascolta in silenzio e comprende perfettamente l’italiano, risponde in un italiano perfetto e, non ultimo, capisce lo stato emotivo di chi pone le domande. La solidale risposta a fianco è stata generata dopo la domanda “ma questo cazzo di COVID che ha rotto i coglioni per più di quattro anni, ce lo dovremo smazzare anche questa estate?”.

Da quando Miriam ha capito che Gemini la sa lunga su argomenti a lei cari, mi capita non di rado di sentirla che fa domande al telefono e poi dopo un secondo sento la voce di Gemini che risponde. Mentre Gemini parla, il testo di quello che dice viene riportato sullo schermo tipo karaoke, utile nel caso l’udito dell’ascoltatore sia fallato oppure sei in una discoteca con musica tekno-anal a tutto volume.

Nubi di oggi sul nostro futuro di domani. O qualcosa del genere.

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E ditemi che non è cambiato.

Quando andavo a skuola (scuola) Giugno era un mese di tempo magnifico. In riviera faceva caldo ma senza esagerare, non era mai eccessivamente umido e non c’era una nuvola in cielo. C’erano delle robuste brezze termiche che puntualmente ogni tarda mattinata si attivavano come scirocchetto e di sera invertivano la direzione regalando la frescura che proveniva dei monti.

Questo schema è annullato ed al suo posto maccaia, umido, freddo mattutino oppure caldo afoso da morire, piogge sparse, temporali e, a Basaluzzo, dense foschie mattutine con qualche banco di vera nebbia.

Penserei di aver già scritto questa banalità almeno una volta, e forse, se non ricordo male, avevo anche pescato due mappe isobariche, una dei tempi di Bernacca ed una di questi tempi, mettendole vicine per mostrare le differenze. Un sofisticato lavoro di photoshop e di acuta intelligenza naturale (la mia ovviamente)

Comunque se il nuovo giro di correnti promuove anche delle primavere belle piovose come le ultime, mi va fin bene.

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Riassunto.

Ho già scritto tutto quanto segue, anche più volte. Ogni tanto giova ricordare per bene i capisaldi del mio disagiato vivere urbano.

  1. Il nuovo sindaco di Genova, al quale auguro ogni fortuna, avrà a che fare con i genovesi. Sei genovesi su dieci sono incivili e teste di cazzo. Non ho dati precisi alla mano, ma credo che le percentuali si attestino su questi valori. Questi sei sporcano e rovinano gli arredi urbani e si accaniscano su tutto ciò di pubblico che si può rovinare, rompere o rubare. Sarai anche di sinistra, nuovo sindaco, dunque sei meravigliosa, solidale ed infallibile, ma temo non riuscirai a far ragionare e migliorare quei sei.
  2. Non ho statistiche in merito ai motociclisti, ma una numerosa percentuale insiste nel voler guidare con uno o due piedi che sfiorano la strada, perchè è di moda e perchè credo che il loro cervello abbia problemi che inficiano la loro autostima.
  3. I cani in città credo siano sono una perdita secca. Di feci ed urine. Le prime vengono raccolte si e no da padroni teste di cazzo, le seconde si stratificano sui marciapiedi. Vi piacciono i cani? Andate a vivere in campagna oppure pulite meglio dove gli animali defecano ed urinano.
  4. La maglietta “boxeur de rue”; ma che cazzo di simbologia rappresenta? Secondo me la indossano i truzzi, o soprattutto i truzzi ma anche i modaioli a tutti i costi. Pensavo fosse passata di moda, ma ne vedo ancora in giro. O era costosissima e va ammortizzata oppure è ancora in auge.
  5. Corso Italia fa schifo, alcuni tratti di spiaggia sono dei rumentai a cielo aperto, da anni. Vige l’incuria, la mancata manutenzione e tutte quelle attenzioni di cui avrebbe bisogno. Chissà se la nuova giunta comunale deciderà che si deve migliorarne il decoro.
  6. Ho il sospetto che una ampia percentuale delle maestranze e dei quadri rispettivamente di AMIU ed ASTER andrebbero licenziati perchè lavorano di merda. La minoranza di personale che invece ha a cuore il proprio mestiere, non viene incentivata e si trova con colleghi stronzi che guarda caso fanno carriera.
  7. Un ristorante di Grange Sises ha scritto sulla propria pagina Facebook dicendo “venite a trovarci in questo angolo di paradiso”. Io seguo la loro pagina, sono bravi ristoratori, si mangia bene e sono veloci e gentili. Però ho risposto come segue: “Ma no! Cosa venite a scassare le palle? Arrivate solo per ingombrare, fare rumore, con cani maleducati che fanno i bisogni ovunque e bambini che rompono tutto quello che toccano. E la maggior parte arriva con i panini e la birra presi alla COOP e poi lasciano spazzatura ovunque. Per non parlare delle auto che parcheggiate anche sul verde. Ma statevene a Sestriere per godervi la magnifica architettura Fiat, come ad esempio il centro Olimpico stile Skiatos, i locali di moda, i negozietti e tutto il resto.” Spero colgano l’ironia, ma quello che dico è tristemente vero. Statevene a casa, bifolchi.

Avrò sicuramente dimenticato qualcosa, eventualmente aggiornerò questa pagina.

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Quando si dice escursione termica

Da 13.4° a 29.7° in mezza giornata, la mattina c’è ancora rugiada perché le condizioni lo permettono. A giugno non è così frequente. Sono commosso, nei prati ci sono ancora i fiori della tarda primavera.

“La rugiada si forma quando l’umidità presente nell’aria si condensa sulle superfici fredde, come il suolo, le piante, o altri oggetti. Questo processo di condensazione avviene quando la temperatura scende al di sotto del punto di rugiada, ovvero la temperatura alla quale l’aria diventa satura di vapore acqueo.” Sticazzi, siete delle bestie.

Questo dice l’ormai onnipresente Intelligenza Artificiale quando chiedo “quando si forma la rugiada?”

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Africa moderata.

Temporali alpini ed in pianura si arriva a +30° , tutto sommato c’è afa ma non troppa. Di sera fa ancora freschetto.

Primo Tiglio in fiore, frequentatissimo da api ed altri insetti che fanno il miele o semplicemente insetti con una glicemia alle stelle.

Ed anche questo Olmo è condannato, sta seccando la punta e nel giro di un mese sarà da tagliare. Devo ancora vedere un Olmo che contrae la malattia ed in qualche modo sopravvive. A volte ti danno speranza perché sembra che non tutto sia secco e che la pianta si stia riprendendo, ma è una ripresa effimera.

Questa foto per la verità e rubata perché non si possono fare foto in queste due stanze prodigiose nel museo diocesano. Non avevo visto il cartello che vietava le foto, e visto che ignorantia legis non excusat, sono colpevole. Queste tele sono spettacolari e la loro storia è affascinante. Mi dichiaro totalmente, abissalmente ignorante ma per fortuna c’era la guida, giovane ed appassionata di nome Elisa, che ha raccontato cosa sono, a cosa servivano.

“… blue soon became the predominant color in Genoa, earning it the name “blue de Genes,” which would later inspire the term “blue jeans.”

Ma davvero?

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Ringrazio sentitamente.

Ventitre minuti dopo aver scritto sul forum di WordPress, uno sconosciuto mi ha risposto e sono dunque riuscito a modificare quelle due righe sulla home page che facevano riferimento al precedente sindaco.

Ho provato decine di volte a passare in rassegna quella parte dei menù che il tizio mi ha indicato, ma non avevo mai visto quella paginetta di editor.

Sono rincoglionito, ma per fortuna la comunità di WordPress è attenta.

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Ed anche oggi, pioggia benedetta.

Simpatico temporalino mattutino; il pluviometro ARPA di Basaluzzo segna 9 millimetri, domani vedrò quanta ne è davvero caduta sulla Pozzanghera e sugli adorati alberi tutto intorno.

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Il bar sulla spiaggia.

Da quanti anni vivo a Genova e da quanti anni vivo nelle vicinanze del mare? Ho passato almeno vent’anni a pochi metri dalla spiaggia senza mai sapere che ci sono dei piccoli bar come questo. Mi sembra di essere in vacanza in qualche posto esotico, la battigia è piena di bagnanti, qualcuno nuota nel mare, aperitivi, gente sorridente e chi mi ha servito era simpatico e gentile.

Il programma è ambizioso, la compagine che sostiene la ragazza è una armata Brancaleone, ma non è una novità. Spero che non si ripetano* le precedenti disastrose amministrazioni dello stesso segno, tipo Vincenzi, Burlando, Doria. Dopo che i vincitori avranno terminato i festeggiamenti ed esaurito gli effetti degli orgasmi, speriamo che facciano bene.

Errata Corrige

* nella prima stesura di queste righe avevo scritto “ripetino” che in effetti mi sembrava suonasse male, ma non ci ero stato troppo a pensare. Dopo 24 ore, rileggendo, mi è sembrato che suonasse davvero male e sono dovuto andare su Google per vedere come cazzo si scriveva.

La sintassi e la grammatica mi si stanno deteriorando. Anzi, a voler essere precisi, sono i banchi neuronali dove è custodito il mio vocabolario della lingua italina che penso si stiano deteriorando, ormai da diverso tempo.

Non è infatti la prima volta; i miei dubbi affiorano sull’uso della I dopo la doppia C. Devo spesso consultare Google, sul quale trovo che:

  • Camicia(singolare) → Camicie (plurale) (la vocale “i” in “camicia” mantiene la “i” al plurale)
  • Doccia(singolare) → Docce (plurale) (la consonante “c” in “doccia” perde la “i” al plurale)
  • Ciliegia(singolare) → Ciliegie (plurale) (la vocale “i” in “ciliegia” mantiene la “i” al plurale)
  • Bugia(singolare) → Bugie (plurale) (la consonante “g” in “bugia” perde la “i” al plurale)

Eccezioni:

  • Alcune parole, come “provincia” e “valigia”, possono avere sia la forma con la “i” che senza al plurale (es.: province o provincie, valige o valigie). 

In sintesi: La presenza o meno della “i” dopo “cc” nel plurale dipende dalla consonante o vocale che precede la sillaba “cia” o “gia”. 

Se cerco su internet trovo che “In alcuni casi, la perdita di sintassi può essere legata a condizioni più generali, come la demenza, l’amnesia dissociativa o altri disturbi neurologici che compromettono le capacità cognitive”

Insomma, se la cosa dovesse peggiorare dovrei diradare l’aggiornamento di questo sciocco blog, o quantomeno limitarmi a pubblicare immagini senza menare il torrone con commenti inutili ed ora anche pieni di errori di ortografia.

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Continuo a non capire.

Quanto siano cresciuti – in due anni – gli alberi che misi a dimora intorno ad una quindicina di anni fa. Evidentemente c’è qualche errore di percezione da parte mia. Mi sembra che alcuni siano letteralmente raddoppiati. Bene, tralasciando le considerazioni di tipo mentale, del tipo “mi sto rincoglionendo al ritmo di due volte ogni 6 mesi” questa cosa dello sviluppo smisurato mi provoca enorme piacere.

Lo Chaberton rosso alla mattina. Poi però la luce aumenta, la Mobotix non riesce più a compensare l’abbagliamento ed i colori scompaiono.

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Oggi manutenzioni.

Mi segno la data perché mi servirà in futuro. Oggi l’elettricista ha completato il passaggio dei cavi di rete dalla Pozzanghera al router in casa. Adesso lo switch che alimenta le due webcam zona Pozzanghera è al sicuro. Non solo; per l’occasione adesso la luce notturna sul paletto dal molo è veramente notturna in quanto alimentata tramite un interruttore crepuscolare. E, non solo non solo, ho anche un cavo ulteriore che dalla Pozzanghera arriva in casa che potrei un giorno utilizzare per qualche altra puzzonata come una stazioncina meteo, un sistema balistico antiaerei.

  • A) Il router di Eolo. Tutte le webcam sono collegate a questo router, perché Eolo funziona bene.
  • B) Il router di TIM. Lo tengo quasi per affetto perché potrebbe servire in caso di emergenza, ma il servizio fa davvero schifo e, quando funziona, è lentissimo.
  • C) Traduttore del segnale dalla parabola di Eolo al router. In realtà non so che cazzo è ed a che cazzo serve, il cavo blu arriva dal tetto e quello bianco va al router.
  • D) POE della webcam sul tetto.
  • E) POE della webcam sugli alberi.
  • F) Switch POE che sdoppia il segnale che arriva dal router ed alimenta le due webcam della Pozzanghera.
  • G) Alimentatore dello switch.
  • H) il vecchio, caro splitter della TIM che separa il segnale telefonico da quello dati. Una roba da preistoria dell’informatizzazione, ma senza del quale il router di TIM non serve a nulla.
  • I) Un groviglio inestricabile di cavi di rete, cavi della corrente, trasformatori, spine.

L’elettricista per mettere un connettore sul cavo di rete impiega circa 30 secondi e non sbaglia. Io devo scaricarmi da internet la sequenza dei cavi, tutti con un proprio colore o accoppiata di due colori, stamparla. Ho anch’io attestato qualche cavo nel corso della mia vita, ma lungi da me ricordarmi la sequenza dei cavi da sinistra vero destra con il connettore con la linguetta rivolta verso il basso.

Poi con la stampa sul tavolo in piena luce devo mettere i fili nella sequenza esatta senza che uno sfugga, o due sfuggano, o uno sia troppo corto, uno troppo lungo, poi mi viene un crampo alle dita, poi me ne cade uno, ho le dita sudate, mi scivolano i cavi. Parolacce.

Ho già sicuramente scritto delle mie difficoltà nell’attestare un cavo di rete. Si dice anche crimpare, usando la crimpatrice. La parola viene dall’inglese, ovviamente.

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