Superfluosità Domenicali.

L’airone bianco sta diventanto un frequentatore della Pozzanghera. In effetti il posto è ameno ed offre molte facilities tra cui pesce fresco e rane, tranquillità, vista.

I due bird feeders o dispensatori di semi per uccelli ed il loro supporto nuovo di zecca. Non sono ancora stati scoperti dalle cinciallegre, ma lo saranno a breve. Ieri ho visto uno scoiattolo grigio, quelli così detti “americani”, molto diversi dai locali scoiattoli rossi. Il primo è ben più grande, grassoccio, la coda invece è più piccola rispetto a quella dell’autoctono rosso.

Infine ho scoperto la possibilità di provare a far crescere dei ginepri striscianti in quella collinetta dove i due precedenti tentativi di far crescere qualcosa sono miseramente falliti.

Questa foto mi è stata trasmessa dal vivaista dopo che gli ho parlato del Ginepro nano.

E poi apro una produzione artiginale di Gin, vendo in nero evadento le tasse sull’alcool e finisco sui giornali come si faceva ai tempi del proibizionismo.

Foto tardo pomeridiana dell’Airone (non è Gastone)

Non credo che “superfluosità” sia una parola vera, ma è il concetto che conta.

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Cambi di prospettive.

Sia il telefono che il servizio dati sono stati ripristinati a Basaluzzo. Già che festeggio la rapida soluzione del problema, ho modificato l’orientamento della webcam della Pozzanghera.

La scelta deriva dalla intensa necessità che provo di voler mostrare anche il piccolo filare di giovani Tigli sulla destra. Dall’inquadratura è scomparso il segnavento recentemente allestito e che dunque dovrei spostare. Per il momento provo un totale disinteresse, una decisa apatia all’idea di impegnare le mie personali risorse umane per una cosa così poco utile, quel segnavento si vede già poco e se lo dovessi spostare si vedrebbe anche meno.

Ultimamente la Pozzanghera è frequentata da un Airone di colore bianco che quando mi vede si alza in volo e compie diversi giri sperando che io me ne vada. Meno timido di Gastone, apparentemente.

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Oscuramento delle Basacam.

Da qualche giorno il telefono era muto, adesso è muto anche internet. Avevo fatto una segnalazione qualche giorno fa, oggi ho chiamato il 187 ed una ragazza gentile mi ha detto che la segnalazione era in corso e che oggi i tecnici sarebbero intervenuti.

Mi sa di bugia; il dialogo mi sembra risponda alla volontà di voler rassicurare il cliente senza avere elementi concreti. La ragazza, accento straniero, magari è a Bucarest o a Tirana, non sa neppure dove sia Basaluzzo e che cazzo stiano facendo i tecnici. Ha di fronte a se un computer che difficilmente fornisce indicazioni puntuali. Sospetto che il protocollo sia quello di tenere buono il cliente raccontando una sequenza di cazzate standard. Nel frattempo qualcosa si dovrà pur muovere, ma alla lentezza tipica dell’azienda di monopolio che prende il cliente per il bavero e per il culo alternativamente.

Cattivi !

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Oggi Pizzata.

Ho già sicuramente scritto questo preambolo; ogni tanto mi parte il trip della focaccia pizzata, in piazza Paolo Da Novi c’è un forno che la fa benissimo. Le signore al banco sono cortesi ma genovesi, dunque bisogna fare pochi salamelecchi, parlare chiaro senza perdere tempo, sorridenti ma senza smancerie. Quando avevo chiesto la focaccia pizzata un po’ di tempo fa, una commessa mi aveva detto “ce l’ho anche secca”. Io le avevo risposto qualcosa tipo “mi dispiace non so cosa dirle, comunque prenderei quella” ed avevo additato la pizzata tradizionale, quella pericolosissima che se non stai attento ti cola sui pantaloni, calze, scarpe e poi perfora il suolo come l’acido del mostro in Alien. Lei non aveva risposto ma sospetto che non avesse pienamente colto l’allusione maldestra. Mi aveva lanciato una occhiata da incenerire un albero, il dubbio mi resta.

Oggi le ho chiesto 4 slerfe di focaccia pizzata e 4 slerfe di focaccia al formaggio. Le si è illuminato il volto. Il termine slerfa probabilmente è stato evocativo, le ha ricordato la sua infanzia quando giocava a fare la saldatrice e dava fuoco al salotto e sua madre le dava una slerfa e poi la chiudeva in cantina con mani e piedi legati. E poi le avrà ricordato la sua adolescenza, quando giocava a sadomaso e si faceva legare nel letto dall’amichetto che poi la prendeva a ceffoni picchiandola con un gatto morto.

Ogni sei mesi per lavoro partecipo ad una riunione che prima avveniva di persona, da due anni invece avviene on line. Solo dalla prossima, con la presunzione che saremo ancora vivi, chi vuole si può presentare a Milano per partecipare in carne & ossa. Ogni volta che partecipo mi domando a che pro, visto che la mia opinione conta meno di un picocazzo, questo però è un altro discorso.

Uno dei partecipanti vive e lavora ad Hong Kong ed il suo lavoro comprendeva frequenti viaggi all’estero. E’ stata convocata la prossima riunione. Lui ha risposto così.

Thanks. 19th Jan works for me although I will sadly still be imprisoned in Fortress Hong Kong and won’t be able to attend in person.

Regards

Anche leggere queste cose mi fa pensare ad un brutto sogno, qualcosa di surreale, un racconto distopico. A proposito, ho imparato il termine in USA ai tempi del primo anno di Trump, veniva spesso usato dalla stampa liberale per descrivere il suo governo. Mi sembra sia diventato di moda anche qui.

Una distopìa, o anche anti-utopiacontro-utopiautopia negativa o cacotopia[1], è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ponendosi in contrapposizione ad un’utopia, una distopia viene tipicamente prefigurata come l’appartenenza ad un’ipotetica società o ad un ipotetico mondo caratterizzati da alcune espressioni sociali o politiche opprimenti, spesso in concomitanza o in conseguenza di condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, che sono state portate al loro limite estremo.” (Wikipedia)

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Combinazioni.

Ieri la caldaia ha smesso di funzionare. Pur facendo il reset suggerito nel libretto delle istruzioni, l’errore si ripresentava. Ovviamente si è guastata quando le previsioni del tempo indicano un repentino abbassamento delle temperature con neve a basse quote nei prossimi giorni. Panico: il freddo in casa viene a breve distanza dopo la salute nella classifica delle ansie che destabilizzano e rendono erratici i comportamenti di Miriam.

Questa mattina è venuto il tecnico. Il filtro che serve per deacidificare l’acqua di condensa si era intasato e come conseguenza si era verificato un accumulo di umidità nella camera di combustione, ciò aveva portato al fulminarsi della candeletta di accesione la quale restituiva un messaggio alla centralina che causava il blocco del funzionamento.

A Basaluzzo abbiamo una caldaia pressoche identica della stessa marca. Un malfunzionamento simile è stato diagnosticato dal tecnico di Novi Ligure e risolto in 15 minuti, oggi sono servite quasi due ore e continue lamentele ed imprecazioni.

Il tecnico di questa mattina infatti era un no-vax. Già indossava la mascherina portandola sul mento ed asseriva che gli facevano male le orecchie. Io non lo avevo intuito, ma Miriam è stata più diretta e glielo ha chiesto. Il tipo ha risposto “se le dicessi che non ho fatto il vaccino lei cosa farebbe ?” e si è lamentato che deve fare il tampone ogni 48 ore. Un suo amico lo scorso marzo ha fatto il vaccino e dopo una settimana è morto. Quando le big pharma saranno contente dei propri guadagni, smetteranno di far fare i vaccini. Miriam è diventata di tutti i colori, lo avrebbe aggredito e non solo verbalmente ma ha scelto di andarsene.

Io mi sono trattenuto dal commentare, intanto perchè come ho già detto è perfettamente inutile discutere con chi crede nel complotto dei vaccini, ma soprattutto perchè ci doveva riparare la cazzo di caldaia.

Cosa si può rispondere ad una persona che ti dice apertamente che non ha fatto e non farà mai il vaccino ? Alla luce della impossibilità di trovare un linguaggio comune, direi che la si può mettere sul banale.

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La Terza Dose.

Trama di un film di fantascienza; il mondo è stato colpito da una epidemia che ha ucciso milioni di persone, messo in crisi i sistemi sanitari di tutti i paesi, azzerato le economie, messo per strada milioni di lavoratori, costretto nazioni intere a chiudere i propri cittadini nelle case senza poter uscire per mesi. La popolazione costretta ad indossare mascherine per proteggersi anche all’aperto, sempre. Locali pubblici chiusi, file di ambulanze, pazienti deceduti nelle corsie degli ospedali, convogli militari per trasportare le bare. Dopo un anno sono arrivati i vaccini. Sono stati allestiti centri di vaccinazione di massa. Per poter accedere al vaccini le regioni hanno aperto dei siti web dove ci si deve iscrivere per ottenere un vaccino che serve per proteggere dai possibili effetti nefasti del virus che ha stravolto la vita del pianeta.

Fino al dicembre 2019 questo si sarebbe potuto leggere nella trama di un B-movie di fantascienza, non saprei come farci entrare gli omini verdi, qualche modo ci dev’essere. Oggi si sono aperte le prenotazioni per i cittadini la cui età è compresa tra i 40 ed i 59 anni. Miriam era in fibrillazione. Io non ero assolutamente tranquillo; decenni di malasanità ed uffici pubblici che funzionano alla belin di cane non danno la tranquillità che il servizio on line funzioni sempre. Quando mi sono messo in coda per Miriam, c’erano già 300 besughi in attesa. Attesa durata un paio di minuti e poi ho prenotato. Il “sistema” funziona, questo ultimo dettaglio è ancora più fantascientifico. Tutto il resto è credibile, ma che la regione abbia un sito web che funziona, nemmeno Asimov avrebbe avuto il coraggio di un simile azzardo letterario.

Ho sempre pensato che lo stemma della Liguria fosse la silouette della regione messo sottosopra, perchè originariamente la Liguria ha la forma di una smorfia di incazzatura o dolore o tristezza. Mi sembrava una forzatura, come cambiare una faccia incazzata in una sorridente con un sotterfugio infantile e non credibile. Guardandolo bene però mi sono reso conto che invece lo stemma assomiglia ad una barca a vela. Le quattro frecce sono le province, lo scafo è si la Ligura rovesciata ma solo incidentalmente, quello è lo scafo, c’è perfino l’albero maestro al quale è attaccata la vela. Non so perchè sia stato scelto un colore così anonimo per l’opera morta della nave, ma direi che questo è un particolare trascurabile.

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Le 4 Carpe.

Era da qualche tempo che non riuscivo a cogliere le 4 Koi insieme in una foto della Webcam. L’evento non serve a stemperare il mio generale senso di sconfitta esistenziale, neppure mi aiuta a diminuire il mio desiderio di urlare “sceeeeeeemi” ai miei concittadini in coda dalla farmacia che ho sotto l’ufficio. Perchè il vaccino contiene PbSO4 in quantità tali da produrre una batteria per autocarro.

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Sequanza.

Sequanza è una di quelle parole che io scrivo sistematicamente sulla tastiera e poi devo tornare indietro e correggere in sequenza. Come “distinti slauti”. Comunque il tramonto genovese oggi è stato notevole, serie di foto della webcam di casa a Genova.

Questa ultima foto della sequanza è la prova che Mobotix in condizioni particolari non sa che cazzo fare.

Parlando di cose importanti, adesso tocca al Platano mostrare i colori autunnali.

Adesso è colorato, tra qualche giorno inizierà a perdere le foglie. Questo albero ha subito ben 2 attacchi da rodilegno rossi, insetti del belino la cui esistenza ed il cui ruolo nel sistema ecologico per me sembra una stronzata.

Il palo che sorreggeva gli alimentatori per i pennuti è marcito alla base lo scorso inverno. Ho quasi terminato l’allestimento del nuovo palo, intanto ho acquistato 10 kg. di semi di girasole ed uno sgarbelletto costato €3.10 che serve per motivi tecnici troppo complicati da spiegare e poi sticazzi in salmì. A breve la collocazione del palo ed annessi semini per le cinciallegre. Ci sono teorie secondo le quali i bird feeders sono una forzatura anti-ecologica perchè disabituano i pennuti a cercare il proprio cibo e bla bla bla. Ma andate a cagare.

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AITA ?

AITA è un acronimo che sta per “Am I The Asshole (?)”. Si usa sulle piattaforme sociali in Internet, una persona racconta la proprio storiella o aneddoto e chiede ai lettori “Sono io che sto dalla parte del torto comporantomi come uno stronzo, oppure lo stronzo è qualcun’altro ? “

Mia moglie ed io apparteniamo ad un gruppetto di amici di lunga data, da 6 a 8 persone, non di più. Alcune belle vacanze insieme, cenette a casa, cinema, ristoranti. Il COVID ha congelato tutto e solo ora iniziamo, timidamente dopo due anni, a rivederci. Si riprende una tradizione pluriennale di una cena con un menù ben preciso. Scambio di messaggi su WhatsApp, data concordata da tutti.

Ma uno di noi si dichiara tra le righe di essere contrario ai vaccini, infatti ci ha detto che fa tamponi a raffica per poter andare al lavoro. Ne abbiamo accennato telefonicamente senza entrare troppo nel merito, crediamo di aver capito che il suo timore sia che questi vaccini tra qualche anno potrebbero provocargli qualcosa tipo un cancro, dunque non lo fa.

Da persona intelligente, solida e pragmatica quale è, riteniamo che questo suo inatteso atteggiamento derivi dall’essere stato convito da alcune persone “bio-eco-vattelapesca” che frequenta, tra le quali c’è uno dei veicoli più micidiali per convincere persone di sesso maschile a rivoltare le proprie idee, ossia la figa. In questo caso una figa-no-vax.

Siamo molto contenti per lui (la figa fa bene, è noto fin dai tempi dell’Antico Testamento ed anche prima), ma nel gruppo sono circolate delle riserve ad incontrarlo fisicamente. Da un punto di vista medico, vedere lui o una qualsiasi persona pienamente vaccinata sembrerebbe non rappresentare delle grosse differenze in termini di possibile positività al COVID. Ma il problema è un altro; vedersi a cena con un dichiarato no-vax rischia di innescare proprio l’argomento, ed io personalmente non intendo discutere con un no-vax perchè porta da nessuna parte. O meglio, è probabile che porti a litigare. Allora ho semplicemente dichiarato che non avrei partecipato alla cena qualora fosse stato presente il nostro amico no-vax.

Sono molto dispiaciuto; voglio bene al mio amico di lunga data, ma le mie idee sulla situazione nella quale ci troviamo ed annessi e connessi non sono negoziabili. Spero che questa merda passi prima o poi, e con essa tutta l’onda lunga di odio, rancori, personaggi sguaiati e sospetti che ha portato con se. Ma per il momento, non voglio avere a che fare con un no-vax.

Ordunque, AITA oppure lo è il mio amico ? Sospetto che sia lui in difetto, che si sia messo in testa idee sbagliate. Anch’io pur avendo fiducia nella scienza medica vedo ombre e situazioni non chiare in tutta questa epidemia. Sui vaccini nessuno, me incluso, può avere la certezza al 100% che non si sarebbe potuto fare meglio. Anch’io non ho la certezza che questo vaccino non abbia ripercussioni che oggi non sono viste o non dichiarate, ma neppure mi sogno di rifiutare la vaccinazione adducendo motivi che giudico improponibili.

Il Papa all’inizio di questa pandemia aveva dichiarato “ci renderà tutti più buoni”. Ma manco per un frammento di picocazzo, sua Santità.

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Mangianza, oppure riunione di condominio.

Un brulicare di gabbiani, dovrei chiedere ad un esperto in materia ma preferisco avanzare alcune ipotesi che ritengo perfettamente plausibili sul perchè un buon numero di gabbiani questa mattina formavano una macchia visibile dalla costa.

  1. Una mangianza di acciughe. O meglio sono un branco di tonni che ha circondato un pallone di acciughe ed i gabbiani ne approfittano per un breakfast di pesce.
  2. Il depuratore di Punta Vagno che è in avaria, allora scarica in mare materiale non trattato ricco di deiezioni, arrivano i pesci mangiagalusci e dunque anche i gabbiani che mangiano i pesci che mangiano i galusci.
  3. Si stavano semplicemente facendo una riga di cazzi loro.

Questa mattina mi sono svegliato con il solito mal di testa occasionale che io credo sia una collaborazione tra sinusite e cervicale. Mi siedo sul letto e la stanza inizia a girare vorticosamente. Aspetto che passi, mi alzo ma dopo due passi devo attaccarmi alla porta perchè sento di cadere per terra e rimango come Clint Easwood sull’Eiger per un bel po’ senza potermi muovere mentre tutto continua a ruotare. Provo a mettermi i vestiti ma invano, comincio a sudare e perdo buona parte del senso dell’equilibrio. Allora vado in bagno nel buio delle 6 di mattina, chiudo la porta per non mettere Miriam in allarme e mi misuro la pressione che penso sia bassissima. Invece è altissima come l’acqua di Messner. Sto per qualche minuto seduto sul pavimento. Poi in qualche modo riprendo il controllo della situazione e vado in cucina a preparare la prima colazione. Miriam mi raggiunge, vede che ho una espressione più rincoglionita del solito e devo raccontarle l’episodio. Pensa già ad un ricovero di urgenza ma si frena per via del COVID, allora manda un whatsapp ad un cardiologo che ci segue, chiedendo un appuntamento. Dopo averlo inviato si accorge che l’autocorrettore ha modificato la parola “sistolica” in “diabolica” e dunque il medico ha ricevuto un messaggio esilarante in cui la mia pressione diabolica è 99.

Intanto guardando dalla finestra vedo un paio di barchini che presumo di pescatori che si sono avvicinati alla riunione di gabbiani, sospetto la presenza di pesci che però non mangerei tanto volentieri.

Mi gira ancora un po’ la testa ma mi è passata l’emicrania, Miriam sta ragionando sul farmi mettere nella lista degli ipertesi per farmi anticipare la dose booster del vaccino. Ho scherzato dicendo che probabilmente non avrò più bisogno della terza dose perchè muoio prima. Miriam non ama questo tipo di umorismo ed infatti non ha riso per nulla.

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