
Una breve sintesi fotografica, gli ultimi venticinque giorni con omesse solo le cose più importanti.

Pasto su aereo di linea interna di compagnia americana. Sebbene l’aspetto possa sembrare orribile, non è male. Insomma devono piacere questi intrugli dove vengono mischiati senza timore carne, formaggio, peperoni e dell’altro che non so bene, infilato in un panino e scaldato nel microonde. Ho masticato con molta cura per non intasarmi ed è andata bene. Enjoy.
Foresta tropicale nel bel mezzo dell’oceano Pacifico. Vantano l’assenza di serpenti ed altri animali velenosi. Qualche zanzara si, ma ce ne sono di più a Basaluzzo.

Mr. Rooster. Gli manca un occhio ed è adottato nel maneggio dove gli amici tengono un cavallo. Cerca cibo ed arriva a distanza braccio, me se allunghi la mano scappa. Ho aspettato che fosse girato dalla parte dove gli manca l’occhio e l’ho toccato. Ma fatto un salto di un metro. Non ha cercato di vendicarsi.

Non è il cavallo in oggetto ma il suo vicino che viene per scroccare fieno ed erba fresca. Molto amichevole; si è fatto accarezzare senza staccarmi la mano con un morso.

Molti automobilisti appendono alla targa una pianta, pare una tradizione che vuol dire “che cazzo te ne frega se io appendo dei rami alla targa“. In realtà mi ha colpito l’adesivo sul paraurti.
“Vegʻāina” (pronounced Veg-AI-nah) is a term, popularized by Hawaiian apparel and lifestyle brands, that combines the English word “veg” (short for vegetables) with the Hawaiian word “ʻāina,” meaning land or earth. The phrase “Eat More Vegʻāina” encourages people to eat more vegetables that are grown on Hawaiian land, support local farmers, and understand where their food comes from.
Si, va bene, tutto quello che vuoi, mangia vegetali locali. Ma nutro il sospetto ci sia anche un doppiosenso.

Tagliatelle con Tobiko. La voce sul menu di questo ristorante sul mare era attraente. Tobiko, ovvero uova di pesce. L’esecuzione totalmente sgangherata; c’erano si le uova di pesce (nella foto se ne vede almeno una) ma anche funghi, panna, burro. Non era cattiva, ma era il solito pasticcio senza arte ne’ parte. Avrei voluto alzarmi ed andare a parlare con il cuoco. “Ma si, mettici anche del pollo fritto, e ananas, e la sorca di ‘tu mamma”.

I nostri amici che per ragioni oscure ci hanno nuovamente ospitato. Lui è un pittore che con una tecnica particolare ritrae pesci ed a volte viene pagato con pesce appena pescato. Questo era tonno, pinna gialla. Sublime.

Ho fatto un corso da apicoltore. Non era intenzionale, ossia non ho viaggiato mille ore per fare un corso di apicoltura sulle pendici di un vulcano, ma mi ci sono trovato. $80 spesi bene, argomento interessante e non sono stato divorato vivo dalle api. In zona sono anche andato a visitare una azienda vinicola con tanto di assaggi. Lo chiamano vino ma è mischiato con delle bacche blu che crescono sul tronco di un albero. Discutibile.

Il nostro amico era convinto fosse caffè. Aveva aspettato che i frutti maturassero sulla pianta nel prato di fronte a casa. Volevamo tostare i semi e farci il caffè. Invece si trattava di Guava. Frutti buoni, dolcissimi, forse vagamente lassativi, mi è parso.
In questo posto i venti dominanti sono davvero così dominanti che a distanza di poche decine di metri si passa dal deserto ai prati fioriti, stau e foehn disegnati con il righello. Qui è foehn con antiche colate di lava.

A questo pennuto ho offerto il pane dell’hot dog. Lo ha rifiutato mentre ha apprezzato molto proprio l’hot dog con la senape. Dieta USA anche per i pennuti.

Li ho solo fotografati. Genova è esattamente dall’altra parte del mondo rispetto a questo supermercato. C’è il nefasto pesto della Barilla che si trova anche in Italia, più altri brand.

Genova tonno in olive oil, senza coloranti ne’ conservanti. Magari sono i muggini che vengono pescati dentro la diga foranea. Mangiando merda ed idrocarburi si conservano in eterno.

Miriam ha partecipato ad un corso di pittura a casa di questi amici-di-amici. Oltre a fotografare i numerosi animali che tengono in casa e fuori nel giardino, non essendo proprio dotato nella pittura, vado sui fornelli, rigorosamente ad induzione. Quest’anno mi sono prodotto in una pasta con la bottarga. La bottarga non si trova nei supermercati ma si ordina su Amazon ed arriva originale proprio dalla Sardegna in 48 ore, da circa 13,250 km di distanza. Hanno mangiato la pasta in silenzio; certo che se sono abituati a mettere panna, burro, funghi, ananas, pollo fritto, maionese e ketchup ovunque, si saranno stupiti. Mi hanno chiesto la ricetta, mi sembravano increduli.
Qui è la parte stau delle isole. Ed è anche dove hanno girato una quantità notevole di film tra i quali Jurassic Park. Evito con cura di mostrare i vari dinosauri di plastica e le altre vestigia dei film, accuratamente lasciate per convincere i meno dotati (come me) a fare un giro sul pulmino in questo che è un parco privato.

Sono stato adottato da questo botolo. Due surfisti sono arrivati con questo soggetto che appena mi ha visto si è accucciato. I ragazzi mi hanno chiesto se mi dava fastidio e visto che ho risposto di no, mi hanno chiesto se glielo accudivo mentre erano in mare. Questa spiaggia è piena di cani, camminatori, surfisti. E gnocca ovviamente. Potrei ma non voglio mettere una foto di questa lingua di sabbia lunga cinque chilometri, costeggiata da palme e case tra le quali viene ricordata quella che affittava per le vacanze Barack Obama. Finito il mandato ha acquistato la casa che fu il set di Magnum P.I. poco distante. L’ha demolita ed ha costruito una nuova, con tanto di molo privato che, gira la voce, sia un pochino abusivo.


Sopra, il quadro che ha dipinto Miriam. Sotto, più o meno come si presentano i monti. Miriam è brava ma si stanca presto e va a giocare un il cane dei padroni di casa. Allora arriva l’istruttore che apporta qualche modifica al lavoro, piccole ma sostanziali correzioni.

Mentre ero oltreoceano al quadrato, per motivi irrazionali e totalmente casuali sono venuto a conoscenza di una pianta che, mi è stato assicurato, ha proprietà mediche eccezionali. Non so se ero sotto l’effetto di alcool o qualche altra pianta ricreativa, ho immediatamente acquistato on line due piante che sono puntualmente arrivate a casa. Solo che è impensabile che io possa tenere piante in casa, a meno che siano di plastica.

Un po’ sofferenti per il viaggio e la lunga attesa in una scatola di cartone, però erano vive e vegete. Le ho offerte alla mia vicina del piano di sotto, ha un bel terrazzo pieno di fiori ed alberi. Però ha declinato l’offerta perchè non tiene piante in casa.
Allora ho portato in portineria un vaso con le due piantine ed una nota. Ho chiesto al portinaio di turno di esporle su un tavolo che è in ingresso. Il primo che passa e se le vuole prendere è il benvenuto. Il primo condomino che è passato dopo che le avevo esposte le ha prese, il portinaio era molto contento.
ATTENZIONE; tutto quanto sopra esposto, testo ed immagini, rientrano a pieno titolo nella categoria sotto evidenziata.
