refuṡo s. m. [dal lat. refusus, part. pass. di refundĕre «riversare»; v. rifondere]. – In tipografia, errore di composizione o di stampa prodotto dallo scambio o dallo spostamento di una o due lettere, o segni, causato spesso da errata collocazione dei caratteri nella cassa (per quanto riguarda la composizione a mano), o da errore del tastierista o da difetto meccanico (nella composizione a linotype o a monotype). In senso lato, errore tipografico in genere, o anche di fotocomposizione.
(da Treccani)
Negli ultimi quattro anni lo “schema di flusso” aziendale che seguo abitualmente è cambiato diverse volte. Oggi ho scoperto che qualche mese fa ho prodotto e distribuito una delle numerose versioni totalmente, ma dico totalmente sbagliata. Quando in uno schema funzionale vengono tagliati dei rami secchi, spariscono società perchè vengono incorporate o liquidate, si modificano le percentuali, i nomi, bisogna fare attenzione a salvare quello che resta inalterato ed eliminare quello che non esiste più. Togliere ed aggiungere frecce, spostare rettangoli.
Io salvo in modo maniacale le password della mia esistenza on line, ed invariabilmente ogni tanto ne perdo una. Non so come possa succedere, ma succede. A volte evidentemente ho dei black out; la mia routine mentale si interrompe e vivo alcuni secondi o alcuni minuti in cui faccio cose senza saperlo, o senza rendermene conto.
Lo schema di flusso che mi è stato mostrato oggi è così grossolanamente errato che chi lo ha ricevuto ha intuito che era frutto di qualche refuso di stampa. Ma il refuso c’è stato nel mio cervello perchè lo schema era mio, ma non ricordo quando l’ho fatto e come possa essermi sfuggito un così clamoroso concentrato di cazzate.
Non meno fastidioso è quando incontro una persona che sa benissimo chi sono e mi ricorda di quando io l’ho portato a fare un fuoripista in sci in un canalino in cima alla val Susa. E mentre lui me ne parla come una esperienza meravigliosa e me la racconta nei dettagli, la mia mente vaga affannosamente ed inutilmente cercando di ricordare chi è costui, come lo conosco, quando mai siamo andati a sciare insieme e perdipiù in un noto canalino difficile da raggiungere e poi difficile da scendere. E non riesco a mentire, dovrei fingere di ricordare, mutuare l’entusiasmo, partecipare al ricordo, ma non riesco e faccio la figura del pirla. Anzi no, peggio; faccio la figura di chi ha rimosso un episodio che ritiene banale e poco importante, eventi e persone trascurabili al punto di aver riscritto la memoria precedentemente occupata con qualcosa di più importante. Non pirla ma stronzo.
Questi episodi stanno diventando sempre più frequenti. Prima o poi dovrei iniziare a valutare se è il caso di preoccuparsi. E poi la Pozzasquirt s’è fermata. Ventisette ore di funzionamento e già il primo default. Magari si è solo intasato l’intake della pompa, oppure è entrata acqua nella centrale elettrica mandando il sistema in corto circuito. Il motore si è bruciato perchè è stato assemblato da un bambino in uno scantinato abusivo nella Cina meridionale.