Hub.

Miriam al centro della foto che indossa un coordinato bianco scarpe-mascherina.Io ero fuori ad aspettare che finisse i suoi 15 minuti sotto osservazione.

Genova, Fiera del Mare, padiglione Jean Nouvel, data astrale odierna. Miriam riceve finalmente la sua prima dose di vaccino anti COVID-19.

Questo hub mi ricorda un altro hub che ho visto solo in foto, ossia il Javits Center a New York. Non lo dico in giro altrimenti rischio di essere preso per il culo da rosiconi e detrattori o mugugnatori professionisti, ossia più del 50% della popolazione residente a Genova. Non andavo alla Fiera da tantissimo tempo. Ritornarci è stata una esperienza singolare. Le costruzioni in cemento armato sono brutte e fatiscenti, prive di manutenzione. Quindici, dieci anche cinque anni fa il tutto sembrava un grande cantiere abbandonato. Solo che adesso è davvero un cantiere e ci stanno lavorando alacremente. Spero diventerà una cosa bella.

Esperienza singolare per l’effetto che fa vedere la Fiera che si rinnova, oddio sembra di essere in una città di stampo europeo moderno, si demolisce e si ricostruisce meglio, si fa girare l’economia, si attirano turisti, migliora la vivibilità della zona. Non secondaria, la sensazione surreale di andare in un centro di emergenza dove i cittadini vanno a vaccinarsi in massa per contenere una epidemia provocata da un virus di tipo nuovo ed inatteso che sta colpendo l’intero pianeta facendo qualche milione di morti. E’ la trama di una film di fantascienza.

La nostra esperienza è stata positiva senza eccezioni. Tutto ordinato, organizzato, ben gestito, personale professionista e volontario gentile e ben disposto. Ampio parcheggio e comoda navetta.

Purtroppo, e si vede bene dalla foto, poca gente a farsi vaccinare, perchè qualcuno si è dimenticato di ordinare i vaccini, come si era dimenticato di comperare le mascherine per i medici, i camici, le siringhe, i disinfettanti per gli ospedali. Questo è il paese dove le brave persone si fanno un culo triplo perchè devono riparare gli errori degli stronzi precedenti.

Adesso Miriam aspetta pazientemente di vedere le squame che le compaiono sul corpo, le pinne e la coda.

Mi ero messo in testa di fare una cronistoria delle vicissitudini che abbiamo sperimentato in questi ultimi mesi fino ad arrivare alla prima dose di vaccino. Tutto sommato, nel caos multistrato della pubblica amministrazione, dopo una partenza grottesca ed avvilente, sono saltati fuori elementi che portano a pensare che anche nella pubblica amministrazione c’è gente che usa il cervello a fin di bene e sa gestire la cosa pubblica. E qui mi fermo, risparmiando così al pianeta qualche kg di CO2 che non utilizzo per scrivere bites di totale inutilità.

Ieri durante la passeggiata settimanale tardo pomeridiana in Corso Italia, ho sperimentato nuovamente il grido camoglino con alcuni individui che chiacchieravano una ventina di metri sotto il piano strada tra le barche messe in rimessa a fianco del cantiere del “Fereggiano”. (Alora ti l’è riparou u muture). Si sono voltati tutti verso di me, ammutoliti. Ci siamo fissati silenziosamente per una quindicina di secondi. Poi ho salutato con la mano e mi sono allontanato dal parapetto scomparendo alla loro vista.

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