Non è la prima volta che un gregge di pecore viene a far visita alla maestosa tenuta della Pozzanghera Fangosa, riempendola di merda. Non tanto la Pozzanghera, quanto i campi intorno.
Ho incontrato il proprietario del gregge, si chiama Cristian, accompagnato da due aiutanti di campo, Giovanni un rumeno che vive in Italia da 4 anni e Mumbutu un senegalese alto due metri che parla un ottimo italiano, non oso chiedergli la sua storia perchè temo potrebbe dirmi che è laureato a Dakkar in filosofia ed è arrivato in Italia su un barcone. Mi sentirei una merda.
Dormono qui, il pastore mi ha chiesto il permesso di pascolare sul mio prato. E’ come usufruire di un taglio dell’erba perfetto e di un altrettanto ottima concimazione.
In questa foto si nota appena, ma la capra in piedi si stava grattando e forse anche pulendo i denti grazie alle corna dell’amico sotto. La cosa è andata avanti per un minuto buono. Una sorta di “mi togli i punti neri” in versione caprina.
Si vede la brina su alcune pecore. Nota dolente; la mattina fa ancora freddo ed il platano di fronte a casa ha le foglioline decisamente bruciate. Spero rispuntino foglie nuove altrimenti ho perso la pianta. Stessa situazione per il gruppetto di Ailanti che mi sembrano nella stessa situazione. Oggi farò una ispezione più accurata per vedere la situazione in dettaglio.
Questo piccolo è nato da poco, secondo il pastore è nato ieri, ma quando ho fatto questa foto la mamma aveva ancora la placenta attaccata. Vedi il seguente disgustoso contributo fotografico.
In genere la placenta viene espulsa pochi minuti dopo il parto. Magari invece le pecore la tengono ancora nell’utero perchè ci sono affezionate. Mi sembra che dopo che si è staccata e sia caduta a terra, la mamma se l’è mangiata. I gatti lo fanno. La mia gatta lo aveva fatto, non penso abbia preso l’abitudine in famiglia. Non ho mai chiesto a mia madre se dopo che sono nato io ha mangiato la placenta. E’ una di quelle cose che i figli si dimenticano di chiedere alla propria madre. Comunue sia, ecco un dettaglio della placenta dell’ovino.
Addendum, errata corrige e quant’altro.
Ho svolto alcune ricerche; intanto la pecorella è nata alle 2 della scorsa notte. Poi questa non è la placenta bensì il cordone ombelicale. Non ha proprietà gastronomiche; ho chiesto ad un esperto del settore ristorazione se il cordone ombelicale delle pecore si mangia, ma pare di no. Nemmeno crudo ? No, nemmeno cotto. Allora ho fatto ricerche in merito alle proprietà cosmetiche, è noto che con la placenta si fanno delle ottime creme antirughe. Ho chiesto a Miriam se vuole provare questa notte a farsi una maschera facciale con il cordone ombelicale passato nel frullatore. Perchè il cordone è ancora la, e deve decidere prima che arrivino le formiche. Potrei andare a recuperarlo e metterlo nel congelatore, intanto ci pensa. Magari non glielo dico e le faccio uno sorpresa domattina a colazione. Pane tostato con patè di cordone ombelicale di pecora. Una delicatezza.