Ed ecco Aprile 2021.

Siamo ancora vivi e di umore relativamente buono. Sempre in zona rossa, 400 morti al giorno, vaccini latitanti. La mia ansia di questi giorni però è il freddo che dovrebbe arrivare tra qualche giorno. Le temperature dovrebbero sfiorare lo zero e se si andasse sotto potrebbe essere un disastro per gli alberi che hanno fuori le tenere foglioline ed i getti appena aperti. Oggi la temperatura è scesa e la massima è intorno ai 20 gradi con vento in intensificazione da nord. Continua la fase secca, come la focaccia ma senza sale. I prati stabili stanno assumento caratteristiche quasi estive con le prime erbe già ingiallite ed i semi al vento. Il profumo che si percepisce quando si cammina sull’erba è quello delle erbe estive. Non è sgradevole, anzi, ma siamo ai primi di Aprile, cazzo porco.

La ripresa vegetativa è enormemente discontinua tra alberi della stessa specie. Lo noto tutti gli anni, tutti gli anni lo scrivo come se fosse la scoperta del secolo. E tutte le primavere scrivo che mi ci vorrebbe qualche esperto che mi spiegasse perchè alberi della stessa specie, famiglia, età, collocati a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, uno ha le foglie aperte ed uno ha i getti appena accennati come fosse Gennaio.

Questo è l’ultimo orfanello arrivato e messo a dimora con cura. E’ un frassino. Con questi alberi grossi è sempre una scommessa. Se non tieni le radici ben bagnate bastano pochi giorni e la pianta patisce e talvolta muore. Questo criterio si applica a tutti gli alberi messi a dimora da vaso e da zolla, ma se sono alberi grandicelli poi spiace perchè per fare il buco e portare li la pianta hanno lavorato centinaia di persone giorno e notte per intere settimane.

Il pozzo negli ultimi 30 giorni è passato da 3.300 litri al giorno a 2.600. Ci sta, insomma non piove da settimane e settimane ed il consumo è ovviamente aumentato in tutti i pozzi della falda e la disponibilità totale scende. Sto inventando ma mi sembra una spiegazione plausibile.

L’improvvisa telefonata il 1 aprile avrebbe potuto benissimo essere uno scherzo. “Si è liberata una dose di Astra Zeneca, potrebbe interessare ?” Il mio primo pensiero è che mi avrebbero aspettato non per vaccinarmi, ma per bloccarmi su una sedia, rasarmi i capelli a zero e tatuarmi sul petto una enorme svastica.

Invece dopo 13 mesi di epidemia, ho fatto la mia prima dose di vaccino anti COVID-19. Miriam è prenotata tra 20 giorni, io avrei dovuto aspettare che aprissero le prenotazioni a fine Aprile, circa. Il sistema di prenotazione è confuso ed ancora in fase di elaborazione. So di persone che avrebbero titolo per fare il vaccino ma sono dimenticati dalle ASL, altri che vengono chiamati perchè si erano iscritti alla pentolaccia di Febbraio e per un errore di software adesso devono farsi il vaccino anti vaiolo. Invece nel mio caso è intervenuta la classica combinazione di persone scrupolose e circostanze favorevoli che conducono ad una botta di culo di quelle che capitano raramente ed ecco il mio bel cerotto sul braccio destro. “Così se ti viene male al braccio e si irraggia al petto non penso ad un infarto” Miriam mi ha istruito ed ho dunque indirizzato la dottoressa che mi ha praticato il vaccino utilizzando una siringa di guisa mai vista contenente un liquido giallognolo e, mi è sembrato, leggermente opaco. Vov diluito con nascosto il nanochip di Bill Gates. Adesso Miriam è preoccupata perchè teme mi possa venire una trombosi. Dice che il vaccino è maffo e che per 15 giorni non dormirà la notte. Ovviamente se lei non dorme, non dormo neppure io. Non mi verrà una trombosi ma una sincope per il mancato sonno.

Miriam dovrebbe fare il vaccino Pfizer, perchè rientra tra i vulnerabili sotto i 60 anni ed è iscritta ma teme che quando si presenta le venga somministrato Astra Zeneca a forza. Si vede già rincorsa per i capannoni della Fiera Del Mare da due infermieri nerboruti che le vogliono somministrare il vaccino “maffo” a tutti i costi.

Otto ore dopo che mi hanno fatto il vaccino mi è venuta la febbre. Non l’ho misurata, troppa fatica, è passata alle 4 del mattino quasi per incanto. Per 12 ore successive sono stato stanco e bolso e leggermente indisposto o, come diceva mio padre in una delle sue frase celebri, “fiacco“. Spero di non rientrare nelle casistiche dei morti per il vaccino Astra Maffo Zeneca; non sono donna in età fertile, dovrei farcela.

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