Gin Tonic.

Un anno di pandemia. L’anniverario per Miriam e per me ricorre il 25 Febbraio, cioè quando tornammo in fretta e furia da New York sentendo le notizie che arrivavano dalla Lombardia. A New York in quei giorni iniziavano a scarseggiare le mascherine, guanti di lattice e disinfettanti per le mani, ma la percezione dei pericolo era ancora una sensazione vaga, i ristoranti erano strapieni, così come autobus e metropolitana, nessuno per strada indossava la mascherina. I media iniziavano a parlarne più insistentemente, la tensione e l’incertezza stavano inevitabilmente iniziando a salire. Anticipammo il rientro di una settimana e in aeroporto a Genova subimmo il primo controllo, scendendo dall’aereo ci venne misurata la temperatura. In taxi se non ricordo male indossavamo la mascherina. All’inizio mi sentivo un cretino quando la indossavo. Il tassista infatti non la indossava, in più era convinto che il virus fosse un attacco degli americani contro la Cina. La diffusione di notizie inventate ad uso dei meno dotati, complotti e nuovo ordine mondiale era in corso. http://www.stefanome.it/blog/?p=18313

Era iniziato qualcosa di nuovo ed inimmaginabile, oggi è passato un anno e direi che siamo ancora in mezzo al guado. Difficile esprimere a parole la sensazione che riassume l’aver trascorso il mio intero cinquantanovesimo anno di vita in un isolamento quasi totale da amici e parenti. Nessun viaggio all’estero. Nessuna settimana in yacht alle Maldive. Nessuna settimana bianca con l’elicottero in Canada. Nessun trekking sulle Ande. Nessuna cena a base di caviale e Champagne a Parigi. Nessuna setimana di Golf in Scozia. Nessuna beauty farm esclusiva a Gstaad. Mai più andato a giocare al Casino a Las Vegas. Scendere il Colorado in canoa. Crociera alle Lofoten. Aragoste nel Maine ? Ostriche a Rio ? Discoteca a Mikonos ? Neppure una volta. Scuola di surf a Waikiki ? Nah. Un concerto al Madison Square Garden a Manhattan ? Fine settimana a Montauk ? No, no e poi no. Genova e Basaluzzo, Basaluzzo e Genova con l’autocertificazione pronta. In più volevo rifarmi il seno per i miei sessant’anni ma ho dovuto rinviare a data da destinarsi. Ho ordinato su Amazon la crema per allungarmi il pene e non è arrivata, sospetto che il postino ora sia superdotato mentre io resto con il belino che sembra per dimensioni e forma un vecchio gettone del telefono.

Uno scherzo dei tempi della scuola. Il caztone, ovvero quando ce l’hai cosi piccolo da poterci fare una telefonata in una cabina.

Qualche sera fa, per la prima volta da circa un anno, siamo andati in un bar all’aperto ed ho ordinato 2 gin tonic. Per il secondo mi è stata proposta una Schweppes al limone perchè la tonica era terminata. E’ più o meno come se chiedi del Parmigiano grattuggiato e ti danno la sabbietta per i gatti. Io avevo bisogno di gin più che di tonica ed ho accettato con riconoscente entusiasmo. Vorrei riuscire ad approfittare delle circostanze per gettarmi nelle braccia dell’alcool. Ma come noto, dopo un paio di minuti in cui mi sento leggermente brillo e di buon umore, subentra subito un malessere post-alcool e mi pento seduta stante. Non mi posso ubriacare. Chi era quel menagramo che scrisse “La morte si sconta vivendo” ? Ungaretti. Ecco ma non solo, io devo essere anche sobrio, sempre.

Nota. Quando Ungaretti compariva in televisione, mio nonno gli scagliava contro le pantofole. Me lo ricordo molto bene; stanza buia, ingombrante televisore in bianco e nero, tutti in rigoroso silenzio, ma poi partiva la pantofola. Sto parlando della metà degli anni ’60.

Per la serie “sono di ottimo umore”. Basaluzzo, notte fonda. Ho immaginato di alzarmi silenziosamente dal letto mentre Miriam dorme, scendere le scale, mettermi il costume da bagno e nel buio uscire di casa, scendere nella Pozzanghera Fangosa, sdraiarmi galleggiando quanto basta per respirare. E poi attendere tranquillamente ed immobile quei 3-4 minuti che nell’acqua appena sopra lo zero precedono l’ipotermia, il sonno, e fine dei giochi. Questa visione di una via di fuga dura poco, qualche minuto intenso di disperazione palesemente di natura chimica e poi qualche ora per rimarginare la ferita emotiva. Bisogna interrompere il flusso malevolo di pensieri, è utile guardare qualche filmato di gatti su YouTube o mangiare uno yoghurt. Invece non serve, anzi è dannoso leggere grafici agghiaccianti come il seguente. Conoscevo questa materia dai tempi in cui avevo letto degli U-boot che affondavano le navi da carico nemiche nel Mare del Nord, la sopravvivenza dei marinai in acqua era davvero di breve durata.

Va bene, lo ammetto, questa tabella se è vera è spaventosa.

Per tornare ad argomenti più seri, ecco una lista delle frasi più ricorrenti che Miriam e le sue amiche si scambiano al telefono dopo un anno di pandemia.

  • Mi sento un culo. Le mie cosce hanno la consistenza dello stracchino lasciato al sole.
  • Sono isterica ed accoltellerei mio marito ogni volta che apre bocca.
  • Ucciderei anche mia madre e le sue amiche che stanno facendo il vaccino.
  • Ho finito lo Xanax ed il Tavor.
  • Dovrei fare dei controlli medici ma ho paura di andare dal dottore. (a parte Stefano al quale un dito nel culo per la prostata non lo leva nessuno)

La sensazione più strana di questi giorni ? Vedere le giornate che si allungano ed il sole che fa sembrare le giornate primaverili. Mi sembra di aver passato una notte in bianco, come un inverno durante il quale mi sono riposato poco ed ora ho di fronte una lunga giornata di stress, lunga 7 mesi buoni.

Genova; oggi è il 24 febbraio 2021.
Il sole dura 10 h. 55 min. 48 sec.
2 min. 59 sec. in più rispetto a ieri.
Dall’ultimo solstizio, il sole dura 2 h. 5 min. 26 sec. in più.
Rispetto al prossimo solstizio, il sole dura 4 h. 36 min. 33 sec. in meno.
Disagio 35,71%

Infatti nella tabella giornaliera il livello del mio disagio ormai sfiora il 36% perchè così è come io vivo le stagioni. Ed ancora grazie che tra Dicembre e la prima decade di Gennaio ha fatto un po’ di inverno, altrimenti sarei molto più prostrato ed infastidito.

Oggi ho davvero bisogno di focaccia.

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