Un buco (vicino) nell’acqua.

Oggi ho fatto un buco per una pianta che forse arriverà nelle prossime settimane. Il diametro è definitivo, ma devo scavarlo ancora per una cinquantina di centimetri di profondità. Fino a qualche anno fa avrei finito il lavoro in una mattinata, adesso devo fare l’opera in tre-quattro riprese altrimenti schiatto lungo disteso.

La pianta è un Fagus Sylvatica “Purple Fountain” alto circa 3 metri che dei cari amici hanno sul terrazzo da diversi anni. Ormai ha raggiunto uno stadio in cui non può più crescere, il vaso è troppo piccolo rispetto alla corporatura, sta soffrendo e le foglie seccano lentamente. O dunque gli si cambia il vaso, rinvasandolo in qualcosa di ben più grosso, operazione difficile per motivi logistici, oppure se ne fanno stuzzicadenti, ultima razio lo si porta via mettendolo in piena terra.

E qui interviene il pronto soccorso della Pozzanghera Fangosa. Non so quante chances abbia la pianta di sopravvivere; la vita in vaso è molto diversa da quella in terra, l’impianto radicale in vaso si conforma per essere poco sviluppata e molto abituata ad avere acqua sempre. Nella vita reale le radici si sviluppano molto ma molto di più per fornire le riserve necessarie quando la terra si asciuga. Quando una pianta che vive da anni in un vaso di poche decine di centimetri cubi di spazio, ma che ha sempre acqua pronta per l’uso, viene messa in terra, dove l’acqua può mancare anche per molti giorni, basta una settimana di asciutto e la pianta schiatta. In genere a primavera mettono le foglioline e sembra che la pianta prenda bene, poi arriva l’estate, le innaffiature fatalmente possono lasciare dei buchi, arriva la botta di caldo e la pianta secca irrimediabilmente. Un’altra anima verde a rischio da curare con affetto e trepidazione la prossima stagione estiva.

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