
Puntuale come un orologio, la focaccia arriva a casa, virus o non virus. Fotografia subito trasmessa ad amici italo/americani che sono sfollati in campagna perchè a New York potrebbe diventare difficile nei prossimi giorni. La loro dieta non comprende la focaccia genovese e questo è motivo di lamentele frequenti.

Oggi è arrivato il carico settimanale di frutta e verdura. Tutta la mercanzia viene lavata in acqua con soluzione di Amuchina. Alla fine delle operazioni Miriam mi ha colto di sorpresa e mi ha irrorato le mani di Amuchina non diluita e le mie mani avranno un odore sgradevole per diverse ore.
Passeggiata serale spazzatura/differenziata. Nessun pedone, qualche automobile, si sente il vento tra gli alberi. Che giorno siamo ? Il quindicesimo, forse.


Noi in Italia siamo messi malissimo, eppure ormai mentalmente mi sono abituato a sentire la conferenza stampa serale dove ci forniscono gli aggiornamenti, i morti, i contagi, la speranza di vedere la curva che inizia a rallentare la sua corsa verso l’alto.
Allora mi collego alla televisione locale di New York ed ascolto in diretta il messaggio di un sindaco Di Blasio visibilmente stralunato che, anche lui, parla di contagi, di morti e di vita che per mesi non sarà più la stessa, di centinaia di migliaia di cittadini che hanno perso il lavoro, di social distance, della National Guard che al Javits Center sta mettendo su un ospedale da campo di 1000 posti letto. E non mi sembra vero, mi sembra di essere in un cazzo di film. E come nei peggiori film, non hanno letti a sufficienza, non hanno mascherine, non hanno disinfettanti, non hanno modo di salvare una larga parte di quelli che si aspettano arriveranno sempre più numerosi. Da Washington arriveranno 400 respiratori; prevedono che ne serviranno migliaia. La faccia e la voce del sindaco mi ha colpito più di tutto; probabilmente gli hanno descritto quello che sta accadendo negli ospedali della Lombardia e gli hanno assicurato che tra una settimana sarà così anche in quelli di New York. Sono 8.5 milioni di persone, non oso pensare e spero che riescano in qualche modo a limitare i danni.

La Grand Central, stazione ferroviaria e metropolitana di Midtown Manhattan ai tempi dell’epidemia. Almeno 5 ristoranti di cui uno famoso, due supermercati, negozi, parrucchieri. In un anno transitano 67 milioni di passeggeri, più tutti quelli che vanno a pranzo e cena, quelli che comprano nei supermercati, i turisti che vengono solo per visitare la stazione più famosa d’America.