Sfollare 2 volte.

Genova, 9 Marzo 2020.

Chiudersi a Basaluzzo sembrava una buona idea. In fin dei conti mio nonno era sfollato nell’astigiano per un certo periodo quando gli Inglesi avevano bombardato Genova durante la guerra. Sulla carta dunque pareva una buona soluzione. Una spesa settimanale al supermercato con le dovute precauzioni, lettura di libri, passeggiate sui prati e lungo il torrente Lemme.

Mentre scrivo queste cazzate e quando ci penso non riesco ad afferrare la portata emotiva della situazione. Siamo circondati di film catastrofici dove vengono immaginati scenari spaventosi. Ora devo ragionare in termini pratici e devo valutare se e dove sfollare in una località non toccata dal contagio, evitare qualsiasi contatto con persone estranee perchè potrebbero infettarmi, oppure sono io che sto incubando e potrei infettare loro. Andare due volte alla settimana in ufficio, in orari strani per non incontrare gente in ascensore, portarmi il pranzo da casa, cose di questo tipo. E poi leggere il numero dei contagi e dei morti che sale di giorno in giorno, il panico, la speranza, un bagaglio condito con il fatto che la situazione è “drammatica ma non seria” perchè in fin dei conti siamo in Italia.

Il trasbordo a Basaluzzo con moglie e suocera era stato programmato e pronto ad essere messo in pratica fino alla notte di sabato, quando la provincia di Alessandria è stata dichiarata zona rossa, non si entra e non si esce.

Dunque restiamo a Genova, per il momento o for the foreseeable future come direbbero gli anglosassoni. Io posso lavorare da casa, anche se almeno due volte alla settimana devo andare in ufficio per gestire la posta elettronica ed aggiornare alcuni files che per mia igiene mentale conservo e mantengo solo sul computer in ufficio. I report dei mercati dei noli (un disastro ovviamente) gli aggiornamenti dai gestori. Da li, gli archivi aggiornati vengono copiati nelle altre postazioni di lavoro, pippe mentali mie e sticazzi. Non riesco interamente a lavorare da casa, mi sembra di fare i compiti come quando ero a scuola, non riesco ad entrare nella mentalità di scrivere e-mail e commentare una bozza di budget.

Ad ogni buon conto, ieri ho infranto la legge, sono andato a Basaluzzo. Le strade erano abbastanza deserte e sono andato preparandomi un discorso da fare quando sarei stato fermato per strada. Mi aspettavo un posto di blocco, qualcuno munito della necessaria autorità conferitagli dal decreto che mi esponesse la paletta e poscia mi chiedesse dove stavo andando. Non uno; nemmeno un appuntato sui pattini. Un poliziotto in pensione, una guardia giurata, un ausiliario del traffico. Un caporale furiere. Niente. Nessuno. Poi ho inteso che forse non era un obbligo ma un consiglio. Signor ministro, le consiglio di andare a fanculo, lei e la banda di sciamannati incompetenti che la circondano.

Virus ed economia a parte, ci sono i primi decisi movimenti della Primavera, ossia della stagione che è iniziata con la fine dell’autunno scorso. Pruni in fiore e gemme su molti alberi. Spuntano i Denti di Leone, i Ranuncoli Comuni, le Margherite Prataiole, altri fiori spontanei azzurrini di cui non ricordo il nome. Ho spento la pompa del pozzo, è inutile sprecare energia ed acqua ora che la cisterna e la Pozzanghera sono piene a tappo. Ad un primo calcolo non privo di possibili errori, sembrerebbe che la portata giornaliera sia di almeno 3.500 litri.

Ho eseguito una ulteriore verifica sull’area del cerchio. Ho preso il metro ed ho misurato il diametro che è risultato di 36,8 metri, pari ad un raggio di 18,4 metri. Di qui il calcolo della superficie:

A=πr² ______ 3,14×(18,4²) = 1.063 metri quadri.

Tuttavia la formula per calcolare la superficie di un cerchio dato il raggio non è universalmente condivisa. Mi è stato proposto un “diametro per diametro” il cui risultato restituiva una superficie di circa 750 metri quadri, che per essere ricoperti interamente da uno strato di 10 centimetri di cippato avevano bisogno di un ordine pari a 10 metri cubi.

Dopo ampia ed esaustiva discussione abbiamo convenuto che faremo arrivare 10 metri cubi di cippato che verranno disposti intorno a ciascun alberello messo a dimora in una forma circolare il cui raggio sarà approssimativamente di 40 centimetri.

Ad un veloce calcolo passibile di errori anche grossolani, per circondare le radici di 480 alberelli di cippato di uno strato di 40 centimetri di raggio e dieci di spessore, sembrerebbero servire 24 metri cubi di materiale, secondo la seguente formula.

3,14×(0,4²) × 480 × 10 ÷ 100 = 24 metri cubi e spiccioli

Altro che 10. Staremo a vedere. Poi in corso d’opera si vede se il materiale basta oppure ne serve altro, oppure arrivano gli alieni che ci prendono a schiaffi per non sapere come si calcola l’area del cerchio.

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