Sabato uggioso ma per fortuna c’è il letame. Dopo lunghe ricerche nelle campagne del novese, le truppe meccanizzate rumene hanno trovato un allevatore che cede del buon letame con poca paglia. Toccasana per i giovani alberi. Ha un certo odore di letame, ma non così forte come me lo ricordavo quando, ancora bambino, frequentavo le stalle per cogliere le uova di gallina e berle ancora tiepide. Questa sembra una balla clamorosa ma è vero. A meno che non mi sia stata impiantata una memoria costruita al computer in modo da farmi credere di non essere un replicante.
Tre badilate sopra le radici, adesso la pianta è pronta per l’inverno. Questa è la prima volta che utilizzo letame, ma gli alberi sono nel bacino idrografico della Pozzanghera, dunque non voglio dare fertilizzanti chimici che poi finirebbero nell’acqua rischiando di nuocere ai pesci. Nell’acqua invece ci finiranno gli antibiotici e gli steroidi che vengono somministrati ai bovini per farli crescere sani e grossi. Dunque questa primavera le Carpe potranno cambiare sesso, crescere dei piedi e viaggiare il mondo per scoprire nuove culture.
E per finire, una soggettiva di letame. No so bene cosa sia una soggettiva, ma il termine mi sembra molto Olivero Toscani o National Geographic Bowels.