Pozzo, giorno 3.

Venerdì hanno portato la trivella. Sabato e domenica sono andati per violette. Lunedì mattina hanno portato altro materiale, poi ha iniziato a piovere. Martedì era troppo bagnato per lavorare. Mercoledì hanno iniziato a trivellare. Oggi, giovedì, terzo giorno di lavoro, secondo di trivellazione, sono arrivati più o meno a 16 metri.

Nella foto a fianco, ma se avete un browser del culo o siete su un cazzo di cellulare e vi state per schiantare in autostrada, non lo so dove è la foto. Insomma, i membri della squadra, il Vecio e il Bocia con la barba, osservano la vasca di decantazione dei fanghi. A seconda del colore riescono a determinare che tipo di terreno viene traforato, le previsioni del tempo di una qualsiasi località a scelta, la schedina del Totocalcio. Ogni tanto il Vecio immerge le dita nel fango con fare navigato e ne sente la viscosità, stessa manovra – pare – con la quale si sente la consistenza del muco vaginale per determinare la fertilità della donzella. Quando il liquido cambia caratteristiche, deve fare qualcosa. Anche il rumore della trivella rivela la consistenza del terreno; nessun rumore, la trivella è inchiodata per effetto di qualche roccia particolarmente dura, Poco rumore vuol dire che il terreno è argilloso ed uniforme. Tanto rumore la trivella sta perforando pietre grosse e conglomerati di sabbia e pietrisco. Rumore di lamiere contorte; la trivella ha preso un oleodotto ed io dovrei migliorare decisamente il mio tenore di vita grazie alla Pozz-Oil, la nascente compagnia petrolifera che vende benzina sottocosto perchè non ci sono ulteriori costi di perforazione.

 

Ed ora un prezioso quanto superfluo masticone finto-tecnico. Nel tubo della trivella viene sparata acqua ad alta pressione. L’acqua fuoriesce sottoterra dalla testa della trivella, ripercorre in salita il buco che si forma intorno alla trivella e fuoriesce all’aperto sotto forma di fango che contiene i frammenti del materiale trivellato. Nella foto si vede detto fango e, appena sopra il livello del terreno, lo snodo che collega il primo tocco di tubo con il secondo. Quando anche il secondo tocco di tubo è nelle viscere della Terra, la trivella viene fermata e si attacca il prossimo tocco. Non è difficile, anche un bambino capirebbe come funziona il sistema. Non frega un cazzo a nessuno, su Wikipedia c’è tutto spiegato meglio e ci sono anche i disegni. Ma mi sento di dover scrivere qualche puttanata a corredo delle foto.

In questa immagine di rara bellezza, il Vecio versa con fare esperto e studiata lentezza una polverina miracolosa nel flusso di acqua fangosa che fuoriesce dallo scavo. La propongo come mi è stata venduta; dicesi che si tratta di un fenomenale polimero che a contatto con l’acqua gonfia di 100 volte e rende l’acqua viscosa in meno di un minuto, facendola assomigliare a maionese o qualche liquido seminale di un mammifero a caso, fortunatamente senza l’odore. Questo liquido migliora l’efficacia della trivella.

Ora però sono stanco e vado a dormire. A cena mi sono intasato al secondo boccone e praticamente non ho mangiato. Per fortuna prima avevo bevuto due ottimi gin-tonic, il mio pasto è stato dunque di tipo alcolico e tutto sommato può bastare.

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