Caldo

Da due giorni fa molto caldo, 38 gradi veri, oltre i 42 percepiti grazie all’umidità, poco vento, una vera merda. In mancanza di opzioni migliori, si va al Parco e si rimane immobili a leggere o a commentare sui casi della vita, con frequenti assunzioni di liquidi. Ma non quelli dolcificati, anabolizzati e colorati di moda qui. Acqua in mancanza di altro. The freddo non zuccherato.

Ed ora una foto qualsiasi nel parco, con spiegazione.

  1. Una coppia che ha chiacchierato per un po’ prima di andar via, probabilmente nativi. Lui ha inventato un fondo di investimento, ha ridotto sul lastrico 50.000 risparmiatori, ha pagato la cauzione ed è in parole (libertà vigilata). Lei lavora da Google a Chelsea e pattina tutto il giorno nei corridoi a portare merendine e caffè. Si è slogata un piede.
  2. Cinque amiche di cui una mussulmana, una African-american, una orientale, una indiana, una mediorientale. L’integrazione è iniziata 400 anni fa a New York, mentre è ancora in corso d’opera in molte parti del paese.
  3. Due gnocche, bionde, alte, slanciate, insomma due gnocche. Il parco ne è pieno.
  4. Una bambina piccolissima che ha trovato una coppia di auricolari ed è venuta a chiederci se erano nostri. Deliziosa, carina, la mamma invece abbastanza robusta con il classico sederone. La piccola girava tra i presenti senza alcun tipo di timidezza. Si è presentata alle cinque ragazze di cui al punto 2), le hanno dato un biscotto, è tornata dalla madre che l’ha munita di una scatola di Oreo e l’ha spedita indietro dalle ragazze che hanno accettato un biscotto a testa. Bella scena.
  5. Una coppia di cui una era bianca, ma bianca che sembrava si fosse rotolata nella farina. La compagna invece aveva una colorazione meno spettrale.

Il caldo ha battuto tutti i record per questi giorni, minime, massime, medie, salcazzo. I giornali ne accennano ma a New York sul tempo si scherza, è vietato strapparsi i capelli ed abbandonarsi a muggiti sensazionalistici.

A proposito; leggo distrattamente le notizie sul follow up del ponte sul Polcevera. Come temevo, polemiche a non finire ed i timidi tentativi isolati di pensare seriamente alla ricostruzione naufragano nella stupidità diffusa di chi dice NO. Dire NO è facile perchè per elaborare la parola servono davvero pochi neuroni.

 

This entry was posted in All possible crap. Bookmark the permalink.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *