Cumuli e carpe.

Una foto di un cumulo con sotto la Pozzanghera. Si, ho capito, nel corso degli anni ne ho scattate altre 500 identiche.

Ma la notizia del giorno è che sono state avvistate tre o quattro carpe lunghe un palmo. Il che vuol dire che sono carpe di un anno, forse due, dunque annata 2017 o 2016.

Le carpe si riproducono, e fin qui è noto. Pensavo che i  piccoli nati nel 2016 e 2017 fossero stati sterminati da Gastone & Friends e da carestie, malattie, siccità, gelate e in generale condizioni ambientali avverse. Invece queste carpe hanno vissuto per poco più di un anno, o forse due, ben nascoste alla vista ed ora improvvisamente saltano fuori. Una è colorata all’incirca come un genitore, bianca con il muso giallognolo e macchie nere sul corpo. Una invece ha la testa molto scura con chiazze grigiastre, il resto del corpo è biancastro.

Questa notizia cambia completamente scenario. Se la sopravvivenza di alcuni esemplari è garantita anno dopo anno, nel corso di poche generazioni la crescita della popolazione potrebbe avvenire a velocità geometrica fino a riempire completamente la pozzanghera, che diventerebbe così un agglomerato peggiore dell’area check-in della EasyJet a Malpensa. Probabilmente con meno puzza e meno rumore da burini tatuati, comunque sia decisamente invivibile.

 

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