Ho dormito da Monaco fino alle coste meridionali dell’Irlanda, m’è venuto un abbiocco irresistibile e mi sono accasciato sul sedile. Quando mi sono svegliato ho inteso punirmi guardando un film che già sapevo era una cazzata. Geostorm. L’unica cosa che salvo del film, riguarda i commenti delle riviste che fanno recensioni ai film. Copio ed incollo:
Entertainment Weekly – A disastrous disaster movie that is actually quite low on the disasters to its own detriment.
TheWrap Robert Abele – The inconvenient truth about Geostorm is that it’s dumber than a box of asteroid-sized hail. But to take it seriously for just a second, it misses an opportunity to turn idealism about the world coming together to solve its biggest problem and instead turns it into more of cinema’s biggest problem: empty-headed spectacle.
The New York Times A.O. Scott – Geostorm uses digital technology to lay waste to a bunch of cities and hacky screenwriting to assault the dignity of several fine actors.
The Hollywood Reporter John DeFore – Big, dumb, and boring, it finds the cowriter of Independence Day hoping to start a directing career with the same playbook — but forgetting several rules of the game.
IndieWire David Ehrlich – Geostorm is terrible entertainment, but it’s a remarkably effective window into Donald Trump’s soul.
Variety Peter Debruge – The only thing more reliable than bad weather is bad movies, and in that respect, Geostorm is right on forecast.
Confermo, una cagata micidiale. E’ peggio dei peggior Disaster movies al punto che The day After Tomorrow al confronto sembra plausibile. Gli ultimi 10 minuti sono di una stupidità incommensurabile. Vabbè era compreso nel prezzo del biglietto aereo.
E comunque Miriam ha in influsso sul clima locale ben più potente dei satelliti di quel filmaccio. Si ripete la tradizione famigliare di portarsi appresso lo scenario più freddo possibile. Miriam detesta il freddo ed il freddo la segue da una parte all’altra dell’Oceano. Tre giorni fa a New York era primavera. Tra 4 giorni sarà estate piena. Ma per il nostro arrivo un paio di giornate fredde, ventose e piovose come a marzo.
Per fuggire dalle folate di pioggia abbiamo riparato in una galleria d’arte a Brooklyn dove un fotografo di nome Adam Miller, di cui mi sono innamorato perdutamente, esponeva alcune sue foto.
Queste sono foto della metropolitana di New york dopo l’uragano Sandy dell’Ottobre 2012. Fatiscente, meravigliosa, oscura e gotica, anzi Gotham. Anche Sandy era arrivato mentre noi eravamo a New York alimentando le risate presso l’agenzia di viaggi che ci usa come ufficio meteo quando noi partiamo per New York.
Questo invece è il menù esposto in un Shake Shack dove ci siamo fermati per l’inevitabile hamburger. Ho scritto una recensione su qualche sito che mi è comparso sul telefono mentre ero li, ma non credo che capiranno il senso anche se il nome “cago Dog” meriterebbe alcune considerazioni. Allora se devo scegliere, preferisco la catena di caffeterie che si chiama Fika.
Un salto indietro a Basaluzzo. Una annotazione sulla bocciofila Pozzanghera Fangosa.
Tradizionale partita di inizio stagione con il Consulente Biologico e la sua consorte, finita con una partita vinta a coppia. Le coppie si fanno con mi-sce-la. Chiarisco la modalità, per evitare che circolino delle voci sulla irregolarità delle selezioni. Io però metto sempre e solo la mano con il palmo in basso. Dipendesse da me, la pratica di fare “miscela” sarebbe in disuso da sempre.
Il campo presenta alcune buche che non passerebbero il vaglio dell’Associazione Italiana Bocce. Anche gli spalti sarebbero da sistemare ma io ho mal di schiena mentre il giardiniere sta nuovamente passando una fase particolarmente alcolica ed è sparito dalla circolazione.