Film con Peter Sellers. Quando noi, sempre più di rado, veniamo invitati ad una festa, siamo sinceramente grati a chi ci invita. Lo dico perchè io alle feste talvolta mi rendo conto di sembrare la persona più annoiata della galassia. In genere mi isolo in un punto lontando da rumori e persone e mi metto in pausa aspettando che Miriam mi venga a riattivare per andare a casa. In realtà io partecipo agli svaghi, ma non voglio ostentare. Miriam invece è contenta per due, perchè è molto più sociale e perchè quando c’è musica, si mette a ballare. Ma prima di uscire per raggiungere gli amici, dobbiamo andare attraverso la lunga e complessa fase di vestizione di Miriam.
Io mi vesto sempre nella stessa maniera da quando avevo 20 anni e ci metto un paio di minuti. Sembro Mr. Bean, ma è un abbigliamento can-che-fugge neutro e triste che mi fa sentire totalmente trasparente, anonimo, vecchio, dunque perfetto. Miriam invece deve aprire un tavolo di consultazione telefonico con alcune sue amiche per determinare la sfumatura esatta del vestito. La difficoltà è nel decidere un vestito che non sia troppo informale o troppo elegante. Perchè la competizione con le amiche e le conoscenti che si possono incontrare è feroce. Se tutte sono eleganti e tu ti presenti sottomessa, sei sottomessa, sciatta, brutta, povera ed inaccettabile. Altrimenti se sei sopra le righe sei, appunto, sopra le righe; una esibizionista, fuoriluogo, esagerata, ostentarice, sciantosa, pretestuosa. Ieri sera ha deciso di vestirsi come un pannello votovoltaico (un vestito ricoperto di paillettes di materiale plastico), sia perchè si sente a proprio agio e poi per poter ricaricare il telefono nel caso la batteria cedesse.
Un problema aggiuntivo che si presenta quando la temperatura esterna è inferiore a 30 gradi, è che il vestito deve anche rappresentare un buon isolamento dalle temperature rigide. Purtroppo spesso i vestitini da festicciola sono fatti di tessuti sottilissimi e per nulla coibenti. Il vestito fotovoltaico conduce calore come pochi altri elementi in natura. Rischi di fare la figa ma poi tornare a casa con la bronchite.
Questo problema termico deve essere fronteggiato con una accurata scelta di biancheria da mettere sotto il vestito. Il problema non è lieve e varia in funzione del decimo di grado di temperatura esterna. Il risultato deve proteggere Miriam dal congelamento ma anche dal surriscaldamento.
Per esempio, una maglia in capilene ha un ottimo potere coibente ma ha una tessitura che rende difficilissimo far scorrere sopra qualsiasi altro capo di abbigliamento. Dopo essersi infilata il capilene a triplo strato e, con immensi sforzi, il vestito energeticamente rinnovabile, Miriam ha scoperto che in pochi attimi la temperatura interna è salita a livelli di fusione nucleare.
Allora è sorta la necessità di togliersi immediatamente il capilene sfilandosi però il vestito elettricamente rilevante e la cosa ha presentato delle difficoltà che solo il mio intervento le ha permesso di completare prima di trasformarsi in una palla di luce e distruggere tutta la collina del Righi per poi proseguire con l’intero pianeta ed il Sistema Solare.
Miriam con tutto lo sfregamento causato dal metti-togli ha accumulato elettricità che si è scaricata al suolo con il rumore di un tuono. Per fortuna in cortile c’è una puntazza che è dimensionata per l’intera rete ferroviaria italiana e dunque non ci sono state conseguenze per la popolazione. Abbiamo però faticato a spegnere la televisione e la lavatrice che si erano accese per effetto dell’enorme quantità di energia accumulatasi durante lo sfregamento dei due diversi tessuti. Alcuni mobili si sono spostati e dei cassetti si sono aperti e richiusi ripetutamente. Un vicino ha raccontato che gli è squillato il telefono ma con una suoneria che ricordava un coro religioso. In auto ogni tanto Miriam emetteva bagliori azzurrognoli e sfrigolii da alta tensione.

Foto di una statua di terracotta che rappresenta una scrofa. Non sapevo che i genitali esterni di una scrofa fossero così simili a quelli della specie umana. O sono io che ricordo male.
Io non ballo, mi vergogno. Ma la quasi totalità dei miei coetanei balla. Alcuni di loro sembrano divertirsi genuinamente, come Miriam, altri sembra lo facciano per esorcizzare la morte o qualche malattia esantematica e mi verrebbe voglia di andar da loro sulla pista, metter loro un braccio intorno alle spalle e dire “dai su, non fare così, vieni a berti qualcosa e non ci pensare”.
Grazie alla serata ho scoperto che sul telefono ho un word pad con il quale posso scrivere, poi posso fare uno screenshot di quello che ho scritto, fare un cropping dell’immagine, metterla sullo schermo ed andare dal DJ, mettermi di fronte a lui, richiamare la sua attenzione e mostrargli:
Lui ha riso di gusto e mi ha confessato che anche lui la detesta, ma gliela chiedono e dunque ha dovuto mettere su qualche merda di canzonetta di moda cantata da burini ambosesso.