Per ragioni a me ignote, casualità, fato oppure una macchinazione nei miei confronti, fatto sta che mi sono trovato senza volerlo in mezzo agli ospiti d’onore di una serata di gala aziendale; due cittadini russi, di cui uno ebreo ortodosso. Cinquantanove anni in due, elementi chiave di una operazione industriale transnazionale di successo. Il tizio con la Kippah si è presentato a tutti facendo il giro del tavolo e stringendo la mano ai commensali, lo trovo un gesto elegante e dovuto ma quasi nessuno lo fa. Ti accomodi ad un tavolo dove si siedono degli sconosciuti che talvolta in uno slancio di simpatia ti dicono il proprio nome che riesci a sentire a malapena e ti dimentichi dopo un nanosecondo e per te resteranno dei perfetti sconosciuti per sempre. Poi il tizio gentile si è seduto vicino a me ed ha iniziato a fare dei gesti con le mani balbettando qualcosa, è andato avanti per un paio di minuti. Io ho messo su la faccia di legno e guardavo ostinatamente il soffitto o un punto lontano nella sala, ho pensato che stesse per farsi esplodere, invece terminata la funzione, mi ha spiegato che aveva pregato per tutti, ivi incluse le famiglie.
Grazie molto gentile. La maggioranza delle persone che conosco ai tavoli delle cene aziendali ha ben poco da dirmi, e quel poco è spesso di una noia mortale. Nessuno mi augura qualcosa se non di sentirmi male così possono mangiare la mia porzione di ravioli.
Kippah e me ci siamo trovati su posizioni opposte sul destino dell’umanità. Secondo lui, Dio ci toglierà dai guai. Secondo me, Dio in questo momento è assente e salvo elementi oggi sconosciuti, nel giro di poche generazioni il pianeta Terra ci servirà una porzione di aggiustamenti climatici ed ambientali che ridurrà il nostro numero del 90%, lasciando in vita i più stronzi di noi. Perchè di una cosa sono certo; non si salveranno gli scienziati, gli artisti, i giovani virtuosi e forti o le persone intelligenti, brillanti, estrose e capaci come me, come accade nei film di fantascienza. Si salveranno una elite di politici corrotti ed alcuni plurimiliardari vecchi, brutti con i loro figli e nipotini, tutti viziati, arroganti, odiosi. Ah, il mio amico d’oltrecortina ha pasteggiato a whisky, nient’altro, non una goccia di acqua o vino. A Miriam ha detto che sa regolarsi e sa quando smettere. Nel mio unico viaggio a Mosca anch’io una sera avevo cenato con vodka ed avevo smesso quando avevo perso i sensi.
Per ringraziare i presenti, poco prima del dessert ha preso il microfono in mano ed ha cantato una canzone di Adriano Celentano, leggendo il testo sul proprio cellulare. Ha sicuramente una bella voce, ma non ho capito una parola di quello che ha cantato.
Comunque sia, è stata una serata piacevole, ormai consuetudine natalizia ed unica nel suo genere, mi viene il sospetto peloso di averne già parlato in precedenza perchè i miei neuroni stanno calando di numero in maniera vorticosa. A questa cena riconosco sempre meno persone ed un giorno si chiederanno chi cazzo sono e cazzo mi invitano a fare.