Sicuramente ho scritto qualcosa di simile un anno fa. Un breve riepilogo, se tra un anno dovessi essere rincoglionito, andrò a leggere cosa pensavo de: l’AUTUNNO.
Anche questa immagine è un must novembrino. E come sempre in questo periodo, devo sperticarmi nel significare la sottile gioia che provo, dopo una pioggia abbondante, quando passo in un bosco. I tronchi ed i rami fradici degli alberi infatti sono diventati molto scuri, mentre le foglie risplendono dei propri colori che variano dal giallo ocra al marrone galuscio. Al suolo le foglie si mischiano con la nuova erba smeraldina, nata dopo il maledetto seccume estivo. Da zero a 10 questa foto è 3, ma siamo a Basaluzzo Alessandria, mica a Chicoutimi Quebec.
Questa mattina in autostrada con la pioggia c’era il bosco come sopra descritto, banchi di nebbia immobili posati a caso come fosse cotone. (volevo dire bambagia ma non ne ho mai vista dal vivo)
Anche posti non proprio patrimonio UNESCO oggi avevano un fascino ed un calore particolare. Mereta, Pietrabissara, Libarna erano più belle del solito. Se a Mereta non avessero costruito l’autostrada sarebbe ancora oggi un grazioso paesetto. A Pietrabissara, vista la posizione, possono sempre impedire ai Tedeschi ed agli Austro-ungarici di passare, bloccando completamente la valle Scrivia. Così sanno di essere importanti, l’ultimo baluardo contro le truppe barbariche.
Queste sono le rose pelose, o selvatiche, tipo canine, o rugose. Hanno molti nomi e tra i fautori delle diverse definizioni ci sono stati molti litigi e sono anche venuti alle mani in occasione di alcuni convegni.