Miriam era scettica; ci sarà gente pericolosa, in un quartiere pericoloso ? Ci sarà droga ? Faremo (la solita) brutta fine, in un vicolo cieco legati mani e piedi, successivamente buttati nell’Hudson ?
Ma non è che andiamo ad Harlem ? Ma siamo sicuri di voler andare ? Jack non si offende mica se non andiamo. Non mi sento molto bene, ho mal di gola, il ginocchio mi fa contatto con il piede (cit.)
Il quartiere, definibile come Upper West Side, Columbia area (dall’Università omonima) è invece molto vivace e ben tenuto, The West End Lounge è un piccolo bar in un basement sulla 107th e Broadway dove – leggo sul sito – fanno spettacoli di vario tipo. Miriam aveva visto che tengono spettacoli Burlesque, quelli in cui dei travestiti pelosi ti costringono a ballare sul palco in mutande mentre agiti delle manette luccicanti. Ieri sera invece siamo andati perchè c’era un amico che suonava in una band. Jazz, Country, Funky. Io ero già stordito per la quantità generosa di Sake bevuto al lunch in un posto a Midtown poche ore prima. Se assumo vino o altri liquori in quantità generosa, la fase in cui mi sento di buon umore dura poco, non più di mezz’ora, subito sostituita da mal di testa, senso di colpa, dolori addominali, fastidio esistenziale, pessimismo cosmico, promessa che non berrò mai più nella mia vita. Per ragioni a me ignote, con il Sake non va in questi termini. Sono stordito, tanto stordito in ragione della quantità ingerita, ed assumo un atteggiamento di totale disinteresse e rassegnazione del tipo “ma cosa mi potrà mai succedere di male”. Questo va avanti ininterrotto per ore, senza effetti collaterali sgradevoli. Morale, sono arrivato nel locale già carburato ben sapendo che ci sono 2 consumazioni alcoliche obbligatorie. Vuol dire che se ti ostini a non bere, arrivano un paio di addetti del bar, corpulenti e maneschi. Uno ti immobilizza e l’altro ti versa in gola una consumazione alla volta.

Jack Majorino
Il proprietario del locale ha presentato la band in una stand up nel quale ha accennato alle elezioni, parlato di Trump in modo pungente. Credo che nel locale non ci fosse stato un solo Repubblicano. Anche la solista, pur ammettendo di vivere in Staten Island (fortemente Repubblicana) ha votato la Clinton. Non c’era droga anzi c’erano dei bambini perchè una canzone è stata suonata con l’introduzione del batterista, il chitarrista e la bassista che in 3 avranno fatto 40 anni a dir tanto. Uno dei chitarristi della band infatti è insegnante di musica. Insomma bella serata, mi sono anche sgolato per cantare “Sweet Home Alabama”, un classico per la democratica New York a dispetto del fatto che l’Alabama è uno degli stati più conservatori, bigotti e razzisti d’America.

Visto che Miriam pensava che la volessi portare in un locale Burlesque, le ho fatto assaggiare un momento estremamente Burlesque indossando un suo reggiseno.