I Canadesi.

Prima che mi dimentichi; Toronto sembra una mediocre città di provincia americana. Montreal è uno schizofrenico – ma ben riuscito – inserimento di cultura europea in una matrice americana. Quebec è Francia trapiantata in un paese straniero, anche se sulle monete hanno la regina d’Inghilterra. Confusione. A distanza di poche ore di auto si cambia scenario umano radicalmente. A Quebec parlano solo francese, a Toronto parlano solo americano. A Montreal parlano francese ed inglese, quest’ultimo però con l’accento dell’ispettore Clouseau.

Pensavero fossero tutti perfettamente bilingue, invece un cavolo. A Quebec anche le autovetture sono diverse da quelle che si incontrano a Toronto, sono più europee ossia mediamente più piccole.

Sono stato a fare un giro in un parco e la guida alternava spiegazioni in francese ed in inglese, ad esempio ho capito che questo è un orso.

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Nota sulle banconote canadesi: sono di plastica e molto colorate e le volte che ho pagato qualcosa mi veniva prepotentemente in mente la canzone di Al Weird Jancovich quando recita:

“… and you know what else is funny, their stupid monopoly money, you can’t take ’em seriously at all.”

E credo di averla anche canticchiata in un negozio mentre compravo una imitazione cinese dello sciroppo d’acero.

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Invece in occasione della visita ai castori, mi facevo sentire dagli altri gitanti esclamando “what a nice beaver”, frase che ha un chiaro doppio senso e che ho copiato da un film con Leslie Nielsen.

 

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