Il primo ghiaccio inverno 25-26.

E’ da qualche giorno che le minime mattutine sono sotto zero, ma l’acqua della Pozzanghera doveva ancora raffreddarsi per bene. Questa notte lo ha fatto e stamattina è comparso un primo, sottile, effimero e parziale velo di ghiaccio.

Altre notizie. The fart machine a mano funziona decisamente meglio se, prima di impiegarla, umidifico leggermente il palmo della mano sul quale appoggerà il lato con il buco. Ero invidioso di come Leslie Nielsen, precursore dell’utilizzo dello strumento in luoghi con persone, o quando veniva intervistato in televisione, avesse risultati molto migliori dei miei. Ho avuto questo intuito ed ora riesco a sfruttare lo strumento con soddisfazione incrementata.

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Il National Geographic…

… mi fa una pippa. Ecco un utilissimo e definitivo prontuario delle foglie secche, versione 2025.

Quercia o roverella.
Roverella o quercia, ma un’altra, non quella di prima. Non so perchè ho due foto praticamente identiche.
Acero, ma non so bene quale modello, Rosso forse.
Pero. E qualche foglia di una quercia colonnare nelle vicinanze.
Nocciolo.
Carpino.
Bagolaro.
Acero saccarino.
Platano.
Acero campestre.

Questa quercia non è mai stata potata. La lascio così com’è senza tagliare i rami che puntano verso il suolo. Non ci devo passare sotto, ecco perchè. Perde le foglie nei rami più alti, ma non le perde nei rami bassi. Non è l’unica a fare così. Avevo contattato su instagram la tizia che ha scritto il libro sugli alberi che ho terminato pochi giorni fa. Mi ha risposto in un inglese un po’ strano. Tipo “Hallo! How wonderful to hear from you – I’d love to answer a question?” Le ho fatto una domanda e non mi ha cagato minimamente. Forse ha in casa una collaboratrice immigrata clandestina che risponde con una frase standard e poi fine. Sarebbe proprio il caso di proseguire la conversazione con un bel “Hallo un cazzo, hai intenzione di rispondere seriamente o te ne strabatti la ciolla di chi ti scrive? Chi è che mi ha risposto prima, una del campo rom che hai in cortile?”

E vista la mia scarsa preparazione casereccia su tutto, in merito alle foglie, se il mio futuro scolastico e professionale dovesse dipendere da quelle foto e dalla loro veridicità, ci penserei due o tre volte.

Le ninfee stanno andando nel riposo invernale, le foglie perdono consistenza, una per una affondano posandosi sul fondo.

Mi preparo alla messa in funzione della webcam Grange Due, che dovrebbe andare su YouTube in streaming. Il Tecnico sembra molto impegnato e non so se mi aiuterà a far passare il nuovo cavo di rete nel buco e se mi attesterà il cavo dopo che l’ho dovuto tagliare per farlo passare nel buco. Mi sono preparato tutto quello che serve per fare il lavoro da me o per il tecnico se decide di venire. Check list:

  1. Cavo di rete.
  2. Webcam.
  3. POE.
  4. Spine rj45.
  5. Viti.
  6. Crimpatrice. No cazzo, chissà dove è finita.

E dal brico di Silvano non le tengono più, dunque mi devo mettere alla caccia di una crimpatrice in qualche negozio di materiale elettrico. Così appena ne ho comperata una nuova, quella vecchia salterà fuori come se sospinta da un magico refolo di aria. E’ facile che compaia sotto il cuscino o nella cassetta del water, nello scomparto verdura del frigorifero. Nel cassetto dove mia suocera tiene ago e filo per rammendare e le bombe a mano.

A proposito di venire; C’è il tizio che dice di essere un medico e che in virtù del suo titolo di studio, ha titolo per mettermi un dito nel sedere una volta all’anno. Mi ha trovato la prostata ingrossata, normale amministrazione per chi ha sessantaquattro anni. Mi ha prescritto un farmaco nuovo, ho letto il foglietto illustrativo. Un paziente su dieci lamenta la quasi totale assenza di sperma durante l’eiaculazione, dunque – dice il foglietto – se state provando ad ingravidare la vostra compagna, tenetevi la prostata com’è e non rompete i coglioni.

Ma oltre a seccare le palle, sempre a quello sfigato paziente su dieci, ammoscia anche il pomparuolo. Considerato il mio stato risibile di attività sessuale, il cosino che sembra li per caso potrebbe rientrare, introflettersi e sparire nella zona addominale. Potrebbe anzi creare una cavità che potrebbe anche assomigliare ad una vagina. Dunque dovrei andare in comune e comunicare che sono diventato Stefania. Alla ragazza allo sportello racconterei che tutto è successo è a seguito della assunzione di un certo farmaco. Lei mi guarderebbe compassionevole e poi direbbe “la capisco, io due mesi fa ero Alessandro”.

Devo prendere questa pastiglia tutte le sere per quattro mesi, poi basta. A quel punto però potrebbe esserci un rebound del farmaco. Mi tornerebbe il belino di fuori, avrei eiaculazioni fiume ed erezioni da attore del porno. Se dovesse succedere, metterò on line delle foto.

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Follow up

Delle mie vicende sito web-webcam. Mi annoto queste stupidaggini per poi ricordare la data nella quale sono avvenute. Il problema è che però poi se le cerco non le trovo, dunque alla fine il tutto si riduce ad uno spreco di bites, corrente elettrica, spazio sui server.

La rivisitazione delle pagine del sito stefanome avrebbe lo scopo di togliere tutte le ridondanze che in questi anni ho prodotto utilizzando un linguaggio infantile ed obsoleto. E soprattutto, arricchire le possibilità di utilizzo con alcune implementazioni che ora mi sono precluse. Il ragazzo che qualche anno fa aveva aggiunto delle funzioni utilizzando un sistema a me totalmente oscuro, ha fatto un bel lavoro. Tuttavia volendo aggiungere delle nuove funzioni specifiche, il mio amico al quale mi sono rivolto ha incontrato un ostacolo insormontabile. Quello che si pensava di poter fare è impossibile per dei limiti operativi imposti dal provider Aruba. Allora il progetto è al palo. Ci sarebbe una soluzione radicale, che il mio amico programmatore mi ha spiegato a voce e poi ribadito con un messaggio WhatsApp.

Ho capito leggermente di più della soglia del picocazzo. Però da autistico-manicale dell’ordine e della razionalità, l’idea di avere tutto nuovo, aggiornato, pulito e con nuove esaltanti funzioni, mi piace molto.

Devo scegliere; o restare così ma dover fare dei compromessi su alcune idee che ho in testa, oppure fare il salto di qualità. Se la cosa dovesse andare in porto, e se no ho capito lucciole per lanterne, avrò il mio server privato, che pare sia molto meglio di condividere un hosting con chissà quante altre beline che scrivono cazzate su internet. Non so bene in cosa consiste un server privato; mi immagino una stanza con un grosso calcolatore elettronico con sopra il mio nome, cognome e l’avviso “non toccare” e poi un codazzo di servitori a me dedicati che lo controllano, lo puliscono e fanno gli aggiornamenti quando serve. Sarà come essere un latifondista del web, il mio server è come la mia terra, sconfinata di tarabites e piena delle mia fotografie, files, questo blog sfigato e puttanate varie. Sto aspettando che Alessandro, questo il nome dell’amico, mi dia le informazioni necessarie per comperare un dominio nuovo e con chi devo aprire una utenza.

Alessandro, due parole a corollario, è un ragazzo che nei primi degli anni 2000 avevo conosciuto tramite la partecipazione ad un forum di meteorologia. Il forum era frequentato da una moltitudine di persone diversissime tra di loro ma con una passione comune per il tempo, le perturbazioni, la pioggia e la neve. Siamo sempre restati in contatto, ora lui lavora in una società che gestisce stazioni meteo, webcam on line ed è di fatto un programmatore di professione, ecco perchè quando mi parla di server e routine php usa un linguaggio che a me sembra più una superscazzora, a me ostile.

Non ultimo, la sua fidanzata pare faccia una Kachapuri favolosa. Sono anni che io inseguo l’idea di andare in un ristorante etnico a New York che ha questa roba nel menu, ci sono pure le fotografie. Poi me ne dimentico sempre ma almeno non do scossoni al mio colesterolo.

In merito alle mie manie informatiche, seguiranno aggiornamenti non richiesti.

Ho parlato con l’installatore che qualche anno fa aveva installato la parabola di Eolo a Grange Sises. Gli ho parlato mentre era in una zona dove il segnale telefonico rimbalzava tra le montagne e dunque ho fatto fatica a seguire tutto, ma per sommi capi lui dice che non serve praticare un secondo foro nel muro, non serve neppure allargare il foro esistente. Però il nuovo cavo va passato senza lo spinotto e dunque il cavo si taglia e poi lui attesta il cavo ed il gioco è fatto. Se non ho capito male. Grazie alle mie sconfinate capacità tenciche, con un po’ di pazienza potrei attestare il cavo di rete, ma avendolo già fatto alcune volte, poi lo so come va a finire; A) non riesco a far passare il nuovo cavo nel buco. B) Ci metto due ore ad attestare il cavo e poi non funziona.

Spero che il tecnico riesca a fare un salto altrimenti mi dovrò imbarcare nella procedura che comprende mettere nella sequenza corretta i diversi microscopici cavetti, ciascuno identificabile con un diverso colore della guaina. Li prendo tra l’indice ed il pollice (quest’ultimo per fortuna ancora opponibile) e mentre lo faccio me ne scappa uno, poi due, li rimetto a posto ma mi accorgo che ce ne souno due invertiti, poi mentre infilo il tutto nello spinotto mi scappano dalla presa perchè mi suda la mano oppure ho un crampo alle dita perchè per la paura di farmi scappare un cavetto, esercito una pressione disumana. E poi quando ho crimpato il cavo mi accorgo che uno dei piccoli bastardi è rimasto fuori, allora devo prendere un nuovo spinotto, tagliare via tutto e ricominciare da capo.

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Il dito.

Questa formazione nuvolosa allungata non è una shelf cloud ma sicuramente nasce dal contrasto di venti che a quote leggermente diverse soffiano in direzioni diverse e quando i due strati si toccano, si formano questi nuvoloni orizzontali. Mi sembra una spiegazione plausibile per un autentico fai-da-te meteorologico. Adesso è asciutto, pioverà solo quando io andrò questa sera a fare l’esame della prostata. Perchè limitarsi ad un semplice dito nel sedere quando ci si può arrivare bagnati ed intirizziti per la pioggia con il motorino?

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Varie del Lunedì.

Il cerchio incolto adesso è contornato da una serie di paletti di legno che servono a delimitare l’area che non deve essere toccata. Quando la prossima primavera l’erba inizierà a crescere, potrebbe essere difficile trovare l’area del cerchio, dunque i paletti consentiranno di non passarci sopra e dentro con il trattore. L’area delimitata dai paletti non è un cerchio ma un triacontagono, poligono con 30 lati. Percorrendo il poligono con il trattore e la trincia, dovrò fare trenta aggiustamenti di direzione, dritto curva dritto curva dritto curva per trenta volte.

Questo intervento fa sicuramente parte dei “lavori inutili” ma che contribuiscono al reddito famigliare di almeno due nuclei. E poi dai, qualche utilità c’è soprattutto per un maniaco come sono io.

Adobe Acrobat, padre dei file pdf, è stato gratuito per anni. Poi un anno o due fa, ha iniziato a mettere dei limiti di utilizzo e da qualche mese è a pagamento. Mica poco; €291 all’anno per utilizzo illimitato, oppure, se non vuoi spendere, ti permettono di fare un conversione da excel a pdf oppure da Word a pdf al mese. Per me sono pochi, devo spesso fare lavori in pdf da mandare per email e perciò ho provato ad abbonarmi. Però mi fa le storie tese e mi dice che c’è un errore, riprovare. La procedura non è così lineare, in più temo che il sistema vada in tilt perchè non sa se deve parlarmi in italiano o inglese, mi parla un po’ in dollari ed un po’ in euro, se si imposta su Italia non mi fa pagare con carta USA e viceversa. Il mio bipolarismo crea qualche problema al Sistema. Proverò a scrivere al servizio clienti o customer care.

Ecco come le due webcam a New York, in alto la Mobotix, in basso la HIK Vision, aggiustano i colori nelle rispettive immagini scattate a pochi minuti una dall’altra. Sticazzi arrossati.

Per la serie “Le mie ansie notturne di natura inconsistente” ecco i dubbi relativi alla futura webcam numero 2 di Grange Sises.

Sia l’antenna di Eolo che la Mobotix esistente, sono all’esterno sul terrazzo, i due cavi di alimentazione & dati entrano in casa grazie ad un buco che l’installatore di Eolo ha praticato nel muro esterno. Non so che diametro abbia il buco, ma probabilmente consente ai due cavi di passare senza lo spinotto. Si passa il cavo e poi lo si attesta con la crimpatrice.

Io ho una crimpatrice che ho usato diverse volte, ma ormai non vedo i cavetti singoli neppure con gli occhiali, poi mi trema la mano, poi si mette anche a sudare. Preferisco i cavi già attestati, ma quelli non passano nel buco che dovrebbe avere un diametro doppio per consentire il passaggio agevole dello spinotto.

Allora mi compero una punta di trapano di adeguato diametro. Ma il muro da forare è di cemento armato e con un trapano semi-professionale come il mio, ammesso che ci stia la punta del trapano larga, potrebbe essere non idoneo a perforare il cemento armato. Non ultimo, la punta dovrebbe essere ben più lunga di quelle che si usano per appendere un cazzo di quadro. Insomma, un opera che richiede attrezzature da Terzo valico ferroviario.

Potrei interpellare il tecnico Eolo che venne a fare il lavoro originale. Si porta una punta da trapano adeguata con altrettanto adeguato trapano, pratica il foro che sarà grande abbastanza da passarci con gli spinotti e sono a posto. Proverò a sentire il tecnico.

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Un po’ di olio.

In questa domenica uggiosa, mentre passo da un pezzo di libro a dei giochetti cretini sul telefono, prendo foto a caso e le modifico aumentando la saturazione dei colori e poi uso una funzione che rende la fotografia come un dipinto ad olio. Lo faccio ogni tanto, molte volte vengono fuori delle pataccate, ma talvolta il risultato è carino.

Una seconda attività che svolgo con puerile piacere è bloccare utenti di Facebook. Non so perchè l’algoritmo mi propone certi personaggi che detesto, provo una piacevole sensazione nel bloccarli, in modo che la loro esistenza per me scompare, come se li relegassi in un’altra dimensione. Il loro veleno, la loro rabbia e le loro considerazioni ipocrite mi danno estremamente fastidio e quando li vedo mi sale la pressione. Se Facebook non offrisse questa facoltà, probabilmente perderei Facebook e le mie pagine di gatti.

Non voglio essere esposto a: pro-putin, trinariciuti estremisti, complottisti delle scie chimiche, negazionisti del cambio climatico, siti meteo catastrofici. Mi si blocca la peristalsi esofagea, mi si ingrossa la vena giugulare esterna. No, non voglio essere esposto a questi individui.

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La prima brina 25-26

Se non ho letto male, gli alberi caducifoglie iniziano a sottrarre linfa dalle foglie da portare alle radici come riserve per l’inverno, quando le giornate sia accorciano oltre un certo limite.

E poi, sempre ammesso che mentre leggevo il capitolo fossi stato sveglio, quando arriva il primo gelo. Oggi a Basaluzzo stazione ARPA la temperatura è scesa a -3°, tanto per dire.

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E’ TIEPIDA.

Sabato mattina, di nuovo a Genova. Vabbè, vedo la Pozzanghera dalla webcam. Miriam non compera mai la focaccia perchè sa che io non oppongo alcuna resistenza. Sono indifeso nei confronti della focaccia. Questa sera abbiamo due amici a casa ed allora Miriam va dal panettiere e compera la focaccia, io sono sul computer, lei posa la focaccia in cucina. Io passo casualmente in cucina e vedo la carta della panetteria.

Poi vado da Miriam e le dico “E’ TIEPIDA” e lo faccio con modalità identiche a quelle di Danni De Vito in un suo film e memorabile scena. Basta sostituire “five millions” con “è tiepida”.

Allora Miriam mi dice NOOOOOO e si preoccupa perchè teme che io abbia dato fondo alle scorte, ma mi sono trattenuto. Era davvero tiepida da forno, allo stesso tempo poco cotta sotto e croccante in superficie. Chi non la conosce non può capire.

Gastone è sempre sul molo. Chissà dove passa le notti. Forse nel Lemme, nella boscaglia vicino al torrente, ne vedo diversi dalle parti dell’Orba sui prati, però di giorno.

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Aggiornamento sul nuvolone nero.

Il nuvolone nero ed inoffensivo è diventato un temporale sul mare ed ha puntato verso la costa.

Lentamente è arrivato su Genova, un po’ di fulmini, trombe marine sui bordi, un acquazzone da temporale, intenso senza eccessi.

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Didattica ad minchia canem.

Quello che sembra un minaccioso nuvolone nero, in realtà è un quasi inoffensivo altostrato che sicuramente gode di contrasti termici notevoli. Forse dopo un po’ qualche goccia di pioggia potrà anche farla, c’è un cumulo nascosto proprio sopra la costa dietro il levante di Genova. Ma direi tanta scena.

Ci riprovo. Ho prenotato un appuntamento per vedere se la mia carta di identità, che secondo il loro computer scade nel 2035, può essere sostituita con una che NON riporta la scadenza del I-94 che avevo fatto a Gennaio 2025, ossia Aprile 2025. Forte del mio B1-B2 vedremo cosa succede.

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