Oggi.

Con il cielo nuvoloso, entrambe le webcam di Grange regalano immagini buone. E’ col sole che iniziano ad avere difficoltà, soprattutto la seconda, che so di dover regolare meglio, prima o poi.

Spedita strenna natalizia a mezzo corriere. Il corriere vicino al tribunale mi conosce da anni, spesso devo spedire documenti originali firmati di mio pugno perchè ci sono ancora enti e soggetti che esigono di vedere la carta con l’inchiostro, le macchie di sudore e fritto misto sul foglio e le impronte digitali con muco nasale, altrimenti non va bene. Durante il COVID erano tutti costretti ad accettare documenti con firme elettroniche o appostate in forma grafica, ma poi siamo tornati ai tempi di Napoleone.

E forse avrei impiegato meno tempo a recapitarlo di persona; mi potevo vestire da fattorino e lasciare il pacco in portineria. Ma colto da pigrizia pluristratificata, sono andato dal corriere, che in questo periodo dell’anno è sommerso da pacchi contenenti regali di natale.

A destra: “candygram for Mongo” o “dolcegramma per Mongo” nella versione italiana. Vestito così avrei anche fatto un figurone.

Insta_bufala; questa tizia avrebbe iniziato a seguirmi su Instagram. Ho dato una occhiata in giro e c’è un’altra tizia simile.

questa però non mi segue, non ancora almeno. Ma prima o poi lo farà, attratta dal mio sex appeal e folgorata dalle mie fotografie. Comunque almeno una delle due è sicuramente costei, anche se il cognome è leggemente diverso:

Katie Miller, a former Trump White House aide (and wife of Stephen Miller), became a key manager/advisor for Elon Musk in 2025, handling his public image, media, and political messaging for his “Department of Government Efficiency (DOGE)” and other ventures, but their working relationship faced speculation and apparent rifts, leading to her departure in mid-2025 to launch her own conservative podcast, “The Miller’s Table,” despite rumors of a personal dynamic with Musk

Nota di colore; “a pesonal dynamic” con Musk vuol dire che trombavano? Comunque penso che la Katie_millar_768 che mi segue sia un trappola, o una mignotta o entrambe le cose, io non la seguo.

Già che ero in zona corriere, sono andato per un boccone ed ho provato questo bar. I titolari sono gentili e simpatici e fanno delle specie di tost-tramezzini buonissimi. Se poi qualcuno se ne vuole andare a fanculo, c’è il 35 che si ferma proprio li davanti.

MESSAGGIO DI SERVIZIO:

Utilizzo questo blog per mettere qui un disegnino cosicchè, ovunque io sia, possa copiarlo ed utilizzarlo quelle volte che mi serve su Facebook.

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Ed ora qualcosa di completamente diverso.

Questa fotografia è presa dal sito web del Baltimore Museum of Industry a Baltimora, nel Maryland. Sul sito si legge che “… the Fairfield yard was one of several new emergency shipyards tasked with constructing the “Liberty Fleet.” Questa foto mostra il cantiere nel 1941.

Samcleve

Samcleve was built by Bethlehem Fairfield Shipyard. Her keel was laid on 17 October 1943. She was launched at John T. Clark on 15 November and delivered as Samcleve on 23 November to the Ministry of Work and Transport under Lend-Lease. Operated under the management of A. Holt & Co. Sold in 1947 to Ocean Steamship Co. and renamed Tantalus. Remained under the same management. Sold in 1958 to Ditta Luigi Pittaluga Vapori, Genoa and renamed Urbania. Sold in 1965 to Henry Coe & Clerici, Genoa and renamed Cocler. She was scrapped at Vado Ligure, Italy in January 1975.

Nota di colore; oggi una nave da carico secco quando dura vent’anni è un bel risultato. Se dura venticinque anni vuol dire che il cantiere era di quelli buoni ed ha fatto molti interventi importanti di manutenzione. Oltre i venticinque anni naviga solo in certe zone del far-east dove non ci sono leggi.

La Samcleve, costruita con la tecnica e la fretta del 1943, ha navigato per 32 anni.

Nel 1975, quando la nave fu demolita, io avevo 14 anni. Eppure è possibile che mio padre mi abbia portato a bordo quando la nave era a Genova, perchè a quei tempi si faceva. C’era l’incontro con il comandante e poi la visita della nave. La parte più divertente era scendere nella sala motori, un luogo magico ed infernale per il caldo, l’umido, l’imponente motore, le caldaie, le valvole, le luci soffuse ed il rumore dei generatori sempre accesi.

Questa è la fotografia che è stata appesa in casa da quando ho memoria, ne ho fatte diverse copie ed una è appesa anche qui. Il termine “Liberty” mi è famigliare da quando sono bambino al pari di “mangia la carne”.

Alla prima occasione buona, andrò a Baltimora dove c’è il museo ex cantiere dove il Cocler fu costruito nel 1943 e dove c’è ancora una Liberty funzionante che si può visitare. Pier 13, 4601 Newgate Ave Baltimore, Maryland 21224.

Sono 4 ore di auto, una bazzecola, ma ancor più conveniente il treno, poco più di due ore da New York.

Eh no, cazzo. Nella mia nuova polizza di assicurazione viene usato il termine “bombe d’acqua”. Quando qualche giorno fa ho incontrato l’assicuratore che mi ha nominato le due parole ho strabuzzato gli occhi e poi gli ho fatto una filippica sull’uso improprio del termine. Allora ho preso carta e calamaio ed ho trasmesso la seguente missiva.

Andate a fanculo anche voi.

(Ho dovuto omettere questa ultima considerazione, a malincuore.)

Per una serie di circostanze, ho dovuto acquistare una webcam che risponde a certi requisiti che non sono disponibili sui normali canali di vendita on line. L’indirizzo del sito dove invece si possono chiedere specifiche dettagliate, me lo ha fornito il mio complice nella mia patologia avente come oggetto le webcam panoramiche. Però quel sito non vende a privati, il mio amico invece ha una azienda ed allora lui ha ordinato la webcam facendola spedire a me ed io gli ho rimborsato la spesa con un bonifico.

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Il campione di luminosità

Qui ho fatto un errore da matita blu. Il software normalmente prende in considerazione tutta l’immagine, fa una media dell’intensità della luce e regola il tempo di apertura del diaframma tale da avere il miglior compromesso. Il risultato è che nell’immagine ci potrebbero si essere zone un po’ sovraesposte e zone un po’ sottoesposte, ma in genere nulla di eclatante.

Il software però consente di tenere come campione solo una fetta dell’area inquadrata. Supponiamo che io abbia una webcam che mi inquadra con uno sfondo di montagne con le balle di fuori. Io voglio che le mie balle siano sempre mostrate con l’esposizione perfetta. Non importa se c’è il sole o la pioggia. Limiterò dunque la campionatura di luce in un rettangolino che copre solo le mie balle, che così risulteranno sempre esposte alla perfezione. Il software della webcam permette di fissare un rettangolo nella parte alta dell’inquadratura, uno nella parte in mezzo, una nella parte in basso, e poi destra, sinistra, centrale ed infine un’area rettangolare a scelta (che verrebbe bene per le mie balle). Io ho impostato la parte in alto, ossia dove c’è il cielo. Mi sembrava una buona idea, ma nonostante la mia ormai pluriennale esperienza, ho fatto una stronzata. Andava bene ieri con il cielo in parte coperto da nuvole, ma oggi che c’è pieno sole, questo è il risultato; una merda nera. Dovevo immaginarlo. Dovrei andare a letto senza cena.

La webcam è a tre ore di auto. Ogni tanto sento dire “per arrivare ci metto poco più di due ore”. Due ore un paio di pendagli di Natale; io ci metto tre ore perchè non guido un razzo vettore e poi raramente vado sopra i 400 km/h. Chi cazzo siete, Niki Lauda?

Morale della storia; nei prossimi giorni potrei fare un salto a Grange Sises. Perchè sono maniacale, non per altro. In questa webcam metterò luce naturale e tolglierò l’area campionata per la luce. Fanculo.

La stessa foto sopra, corretta manualmente con il mio programmino di fotoritocco. Il cielo comprende un bagliore da asteroide, che io non amo, ma il resto della foto è ragionevole.

Questa foto viene fuori se cerco “STI”.
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Disgustorama bis.

Io ogni tanto mi dimentico di NON manifestare un sintomo a Miriam, ossia le dico che ho un dolorino, un mancamento, una cosa che a quasi 65 anni penso ci possa anche stare.

Allora Miriam preme il pulsante dell’ansia ed in men che non si dica, mi trovo sdraiato su un lettino con uno o più medici che mi ruotano intorno.

Queste due orrende immagini vengono prodotte da un marchingenio che emette radiazioni, previa inoculazione nelle mie arterie di un liquido sicuramente velenoso che permette al sadico stregone di vedere bene i miei organi interni alla faccia delle vigenti normative in tema di scorie nucleari e privacy.

Bene, per mia fortuna l’indagine ha prodotto risultati positivi, ossia morirò di qualcos’altro.

La foto in basso mostra un cotechino con le radici.

La nuova webcam ha dei colori caldi ma non so fino a che punto naturali. Non mi piace l’azzurrino da discount che salta fuori se imposto la “luce naturale”, ma anche questo rossastro mattutino mi sembra un po’ strano. Sarà una lunga battaglia perchè non so decidermi. Ho avuto un simile conflitto con l’ultima di Basaluzzo, alla fine però ha prevalso la luce naturale. Su questa sono ancora ampiamente incerto.

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48 ore, senza la notte.

Questo gif animato mostra le immagini delle prime 48 ore di funzionamento dell’ultima arrivata. Più o meno. Si nota la difficoltà a trovare una configurazione ottimale per la foto, ossia scegliere il miglior bilanciamento del bianco. Non so bene cosa cazzo sia, ma cambia drasticamente il colore delle foto, ho provato prima il “luce naturale” e la foto assume un colorito azzurrino che è ben diverso dalla realtà. Allora ho provato un’altra soluzione che permette anche di modificare i canali del blu e del rosso. Li ho mastrussati un po’ di volte ed alla fine forse ho trovato una soluzione che potrebbe andare bene. Si vede anche lo spostamento dell’inquadratura, questa potrebbe essere definitiva. Vabbè, come si suol dire “lavori in corso”.

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I dodici mesi.

Altro lavoretto inutile da pubblicare su YouTube. E manca il mese di Maggio, non so mica cosa ho sbagliato.

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Eccola.

Inizio da Basaluzzo, dove ho passato una giornata a far molto poco, pioveva.

Due, forse tre caprioli si trattengono intorno alla Pozzanghera. Ieri ho acquistato venti sacchi di stallatico che avrei voluto iniziare a spargere intorno a diversi alberi, ma pioveva e dunque nisba.

Adesso il Cerchio Incolto è ben segnalato ed è pronto a ricevere le ghiande di Central Park, a fine febbraio direi, forse anche prima.

La Panchina Zen vista in direzione Sud. Si nota un Carpino la cui punta è bruciata qualche anno fa, allora ha buttato rami in basso. Adesso c’è una punta nuova ed è giunto il momento di sfoltire i rami più bassi per far salire la pianta verso l’immenso cielo.

Il rumore prodotto dalle gocce di pioggia che cadono sulle larghe foglie del Platano è diverso dal rumore prodotto dalle identiche gocce di pioggia che cadono sulle foglie di un Carpino, ad esempio. Non so da dove mi arrivino queste considerazioni così acute, profonde, sensibili.

Ecco la Grange 2. Dopo l’avvio che è andato abbastanza liscio, la prima foto scattata.

Il tecnico elettricista che installa Eolo e fibra nell’alta valle, ha impiegato una mezz’oretta a far passare il cavo di rete nel pertugio e poi a mettergli quel minuscolo strumento di tortura che per me rappresenta uno sforzo quasi insuperabile. Questa è la prima immagine scattata dopo che ho collegato la webcam al router.

Il settaggio che avevo preparato a Basaluzzo funziona e le foto sono già on line, non pubbliche, devo mettere la webcam nella posizione giusta, orientarla e farmi aiutare per metterla in streaming. Il futuro non si sa.

L’orientamento è ancora provvisorio. Vorrei puntarla un po’ più verso sinistra, ma c’è un lieve problema tecnico che devo risolvere, nulla è definitivo nella vita e nulla viene alla prima come uno pensava. Colpa mia comunque.

Non è ancora attivo lo streaming su YouTube, anche in questo caso un ostacolo di natura tecnica ne impedisce la pubblicazione, ma con i potenti mezzi di cui sono dotato, conto di risolvere anche questa difficoltà.

Questa è invece l’immagine della Mobotix in questa alba freddina.

Ed ora due parole su Grange Sises. Queste sono voci e dunque chissà se qualcosa è vero del seguente racconto. Negli anni settanta un imprenditore che non era della famiglia Agnelli decise di far nascere un villaggio laddove c’erano alcune baite semi disabitate. la Fiat ha cercato di affossare l’iniziativa perchè temeva di veder deprezzare il valore delle case della vicina Sestriere, villaggio brutalizzato da casermoni enormi orrendi, che hanno fruttato molto bene alla solita banda torinese di altolocati intoccabili negli anni del boom dello sci.

C’era un impianto di risalita che collegava il villaggio con le piste del Sestriere ed è stato tolto nessuno sa perchè. E’ circolata insistente la voce che l’intero villaggio stava per franare a valle per difetti di costruzione. Ci sono stati anni difficili. Poi lentamente, anche di fronte al confronto con Sestriere che stava sempre più diventando un immenso parcheggio, qualche famiglia di quelle “buone” ha iniziato a comperare, e dal quel momento in poi i bovini imitatori (come me) hanno trasferito a Grange Sises la propria residenza invernale ed estiva di vacanza.

Tra tutte le iniziative che sono state messe in piedi per far rivivere il borgo, questa sera si inaugura un bar, filiale di un luogo molto di moda di Torino. Io partecipo ad una chat su WhatsApp dove ci si scambia informazioni e commenti. Quando è stato annunciato l’arrivo di questo posto modaiolo per giovani, i primi commenti sono stati molto positivi. “Ma che bravi che siete che vi date da fare per far rivivere e portare soldi e sti cazzi in salmì”. Poi però qualcuno ha iniziato a manifestare i propri timori.

Il mio timore è che dalla valle e da Torino arrivino delle mandrie di tamarri; chiassosi, maleducati ed incivili, posteggeranno in posti dove non dovrebbero, faranno un casino insopportabile fino all’alba, romperanno tutto quanto riusciranno a strappare di arredo urbano, faranno i loro bisogni ovunque e lasceranno un tappeto di bottiglie, lattine, fazzoletti, spazzatura varia e vomito. Sono le cose che succedono dalle mia parti dove vivo a Genova, non credo che qui invece arriveranno studenti da Le Rosey di Gstaad. Speriamo bene.

Ad ogni buon conto, sulla home page c’è un link alla nuova webcam.

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Piove, io partecipo.

Piove, il rumore della pioggia sul tetto è bellissimo e poi la pioggia lava le strade che sono sporche lercie, marce per colpa dei genovesi da soli oppure accompagnati dai loro fedeli cani del cazzo.

La domenica sera ho partecipato all’evento atmosferico con un contributo particolare. Mentre Miriam sul lavandino si toglieva quella roba nera dagli occhi che la fa sembrare un pugile dopo un incontro di boxe, io ero nella doccia. Nella doccia ho fatto un rumore, poteva sembrare un tuono, ma pioveva, che c’è di male?

Miriam si è spaventata, e questo le tocca una corda di disappunto unito ad aggressività di ritorno. Mi ha coperto di improperi del tipo “… sei ingrassato, hai un aneurisma all’aorta e dovrai essere operato e sei una bestia quando fai queste cose”.

Il blocco neuronale che modula la modalità insulto a Miriam ha ramificazioni un po’ ovunque e colpisce anche il circuito dove risiede la paura di rimanere sola se qualcosa andasse storto a me. Per il momento nessun medico ha prospettato la necessità di un intervento. Miriam però è avanti e si è fatta in testa il film con il suo inevitabile, triste epilogo.

Così si è concluso questo fine settimana, che ha compreso anche un intasamento del mio esofago a casa di amici. Solito viaggio della speranza in bagno dove ho rigurgitato un miscuglio di fettuccine e vino rosso. A tavola avevo il bicchiere dell’acqua vuoto, il boccale era lontano e per promuovere lo sturamento ho bevuto due sorsate di vino, inutili. Non mi era ancora capitato di rigurgitare vino rosso; brucia tremendamente quando percorre l’esofago in senso contrario, non mi spiego perchè. Si, va bene, brucia quando esce dal naso e questo ci può stare, ma l’esofago solo in uscita non me lo sarei mai aspettato. Chiederò al mio gastoenterologo di fiducia.

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Meno male

Questa bella ragazza da oggi mi segue su Instagram. E’ una soddisfazione perchè sicuramente apprezza le mie fotografie.

E per la serie “considerazioni inutili e banali”

Ho sicuramente già manifestato la sorpresa che mi coglie andando a leggere i testi di canzoni che ho amato e ballato e ascoltato alla radio e forse acquistato il 45 giri. Allora i testi erano oscuri ed inarrivabili, oggi li capisco un pochino di più e poi soprattutto sono tutti on line. Ecco un estratto di questa a fianco, tradotto per evidenziarne lo spessore.

Tutti si stanno divertendo
Avanti come un pazzo
Ma se mi vedi
Distendetevi e fatemi entrare
Tesoro, fai solo festa
Alti e bassi
Fammi entrare
La tua zona erotica
Spostalo in alto
Giralo
Ooh, scuotilo
Oh, tesoro, oh
Puoi amarmi quando vuoi, tesoro
È una festa davvero fantastica, tesoro
Siamo qui faccia a faccia
tesoro, tutti si muovono
Questo è un posto davvero fantastico
Tutte le signorine stanno così bene
Cavolo, muovi il corpo
Facile senza dubbi
So cosa stai pensando, tesoro
Vuoi eccitarmi, ehi
Penso che te lo lascerò fare, tesoro
Continua a ballare, oh (tesoro, signora che balla)
Devi arrenderti (devi ottenerlo)
Continua a ballare, ooh (signora danzante, signora danzante)
Devi arrenderti, sì
Continua a ballare (danzatrice)
Ooh, devi arrenderti
Continua a ballare, tesoro (signora che balla)
Devi arrenderti (signora che balla)
Continua a ballare, oh, tesoro, sì (signora che balla)
Devi arrenderti
Se vuoi ballare ancora un po'
Balla ancora un po', ooh
È così bello ballare
Oh, sì, sembra così bello
Guardami, tesoro, oh
Stai così bene, abbi pietà
Festa espressa senza sosta
In attesa
Scendere
Festa espressa non-stop, voi tutti
Mi sento bene, questa trance, devo ballare
Scendere
Balliamo, gridiamo
Diventa funky, di cosa si tratta
Balliamo, gridiamo
Diventa funky, di cosa si tratta
Balliamo, gridiamo
Diventa funky, di cosa si tratta
Balliamo, gridiamo

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Altre foto del freddo medio.

L’aria che fuoriesce dal diffusore impedisce la formazione del sottile strato di ghiaccio in una zona rotonda. Questa considerazione dimostra inequivocabilmente la mia sensibilità ambientale, il mio rigoroso approccio naturalistico e la solidarietà verso il ghiaccio che si forma altrove, ma non proprio li. SOLIDARIETA’ PER IL GHIACCIO.

Sullo sfondo della bianca brina si vedono bene i paletti messi a guisa di confine del Cerchio Incolto. Questo lavoro sarebbe considerato totalmente inutile dalla maggioranza dei veggenti, ma in realtà serve ad evidenziare il divario tra il prato che viene modificato dall’arroganza e dalla violenza di colui che guida il trattore con la trincia, e il tondo lasciato alle regole naturali ed olistiche dell’evoluzione.

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