MODE<pessimismo e fastidio>ON
Basaluzzo, Alessandria. Domenica 6 Febbraio 2022. Nebbia intensa ma non piove seriamente da circa 2 mesi. La terra inizia ad asciugarsi e sarà meglio che piova decentemente in primavera o passeremo una estate di angoscia per la mancanza di acqua. La culla della civiltà, il Mediterraneo, è destinato in buona parte a diventare un deserto polveroso dove incendi e siccità ridurranno il colore verde a ricoprire il ruolo di comparsa rispetto al giallo ed al grigio. Questa sensazione mi pesa tremendamente, vorrei sbagliarmi ma temo che questa sia la direzione. Ci penso sempre più spesso, sta davvero cambiando la mia percezione dei luoghi. La bassa alessandrina prima dell’arrivo dell’uomo era una foresta. Adesso restano scampoli di bosco cresciuti disordinatamente, spesso usati come discariche di rifiuti.
Oggi siamo soli in casa; in due anni abbiamo avuto ben pochi contatti con altri esseri umani, i nostri migliori amici stanno progressivamente mollando la guardia ed oggi sono tutti abbastanza propensi a far vita normale, molti si sono fatti la variante Omicron ed ora frequentano ristoranti, vanno in giro, si vedono tra di loro. Ci chiamano ma noi siamo ancora molto prudenti.
MODE<disperazione e oblio>ON
Con queste premesse caratterizzate da un evidente disagio, ci siamo messi a ragionare sul fatto che il giorno che dovessimo morire, dovremmo già aver scelto dove andare per il lungo soggiorno eterno. La mia tomba di famiglia è in un cimitero del basso Piemonte tenuto abbastanza bene, ma è in quell’ambito climatico che francamente detesto, sempre più caldo ed arido in estate con inverni sempre più secchi, temperati ed inquinati. Non ultimo, il cimitero è collocato nella più classica delle orride periferie delle cittadine riconoscibili per un paesaggio pseudo urbano desolante. In alternativa c’è Staglieno, altro ramo di parentele. Ambientalmente è un po’ meglio, ma le rare volte che ci vado non posso non pensare alla gestione raffazzonata e lamentosa, all’aria da fancazzismo sindacal-comunale che pervade i vialetti tenuti un po’ così, i piccoli cantieri mezzi abbandonati, le aiuole invase da erbacce. Siamo ancora una città ad alta densità di trinariciutismo ed in questi ambiti pubblici ciò trasuda anche dalle pietre. Miriam, dal canto suo, in prospettiva è nella mia identica situazione e può offrire soluzioni alternative che lei stessa giudica tristissime. Ma che cazzo mi può fregare dove finisco quando sarò morto ? Bella domanda.
Ad aumentare la tensione intorno al nostro quesito, interviene la considerazione che non avendo figli, quando non ci saremo più la tomba di famiglia piemontese è destinata alla decandenza, allo sfascio e poi allo smantellamento. Durerebbe sicuramente di più quella di Genova, alla quale sono legati anche alcuni nipoti che un giorno verrebbero a Staglieno e direbbero “questi erano gli zii vattelapesca, adesso dobbiamo ridurli e spostarli per guadagnare spazio, ma che palle“.
Tutto quanto premesso, per dare una scossa ad una giornata altrimenti destinata a restare nel grigiore, ho scritto una mail al cimitero di Sleepy Hollow (meno di 2 ore di auto a nord di Manhattan) chiedendo se c’è posto per noi. Il luogo è all’interno di un grande parco tra dolci colline ricoperte da boschi e prati dove, per ora, il clima non è cambiato e ci sono ancora inverni pieni di neve, primavere ricolme di fiori ed estati rigogliose tra alberi centenari verdissimi, per non parlare del foliage autunnale spettacolare di quelle zone.
Questa mail è una iniziativa totalmente cretina per diverse ragioni a diversi livelli che provo ad elencare come si fa al supermercato.
- Nel momento in cui chiuderò gli occhi, sono certo che quello che succederà alle mie ceneri sarà la cosa meno rilevante possibile. Potrebbero spargere le mie ceneri nella discarica di Scarpino o versarle nel gabinetto che non lo verrei mai a sapere. Ma soprattutto, perchè preoccuparsi dei propri resti terreni una volta che sei morto ?
- Il trasporto dei resti miei e di quelli di Miriam avrà una impronta ambientale notevole e totalmente evitabile. Sto parlando del carbonio bruciato per far fare il tragitto oltre oceano a due cadaveri, ma che cazzo.
- Verrò criticato dai discendenti indiretti che preferirebbero che io lasciassi a loro del contante invece di spenderlo in una cagata di questa magnitudo.
- Dovrei organizzare tutto il trasporto della /delle salme in anticipo trovando il modo di prepagare tutti i costi ed assicurarmi che la cosa avvenga regolarmente cercando di trovare un interlocutore serio ed evitando che chi deve far tutto si spenda i soldi in bagasce e poi io finisco nella tristerrima tomba di famiglia insieme al trisnonno Cetriolo e sua moglie Molletta. Miriam pure.
Adesso aspetto una risposta alla mia email; quella che giudico più plausibile è una non-risposta, ma veniamo ad una classifica per probabilità decrescente.
- Vengo cagato zero.
- “Non ospitiamo resti di stranieri”
- “Siamo a tappo e dovete mettervi in lista d’attesa che in genere dura 40 anni”
- “Il costo per fare un buco e mettere una lapide e di $1.000.000 a persona da pagare ieri anticipatamente.
- “Avete scritto ad una pizzeria di Sleepy Hollow, non siamo interessati alla vostra sepoltura ma al limite vi possiamo prenotare un tavolo”.
Concludendo, dopo due anni di pandemia “la gente” si sta risvegliando ed inizia di nuovo a vivere e far progetti per questa estate. Ma noi andiamo oltre e pensiamo al posto dove venir tumulati perchè siamo avanti rispetto al pueblo. Io ho sempre sognato una casetta nel New England o nell’Upper State New York o nel Quebec tra dolci montagne, fiumi e laghi. Luoghi dove peraltro è molto più difficile vedere spazzatura lanciata sul ciglio delle strade, capannoni abbandonati, trascuratezza ed incuria diffusa. Se proprio dovessi scegliere, ci andrei a vivere da vivo con Miriam, ma non si può avere tutto dalla vita.