Post muto.

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Due foto.

Gastone ormai visita la Pozzanghera quasi tutti i giorni. Se ne sta sul molo a guardare assorto il mondo con postura regale. Non credo sia li perchè ha fame; se anche individuasse un pesce non è mica un cormorano. Probabilmente quando ha appetito e cerca i pesci, si mette sulle rive pronto a buttare il becco nell’acqua, ma sul molo è in fase estatica. Chissà cosa passa per il suo cervello. Quale istinto frutto dell’evoluzione è in funzione quando è li. Se io mi metto sulla panchina e faccio come lui, intanto ho gli acufeni che mi occupano la mente, e poi sono affollato di pensieri perlopiù scemi o ansiosi. Noi siamo delle scimmie con scarpe ed ansie. Siamo l’unica specie al mondo che ha ansie, più tutta una serie di atteggiamenti autolesivi o lesivi per chi e cosa ci circonda.

Ogni tanto su Facebook trovo delle chicche portentose, come questa. Ricorda lo stile di Roberto Freak Antoni, di cui conservo gelosamente un suo libro illuminante.

In quota, dove passano gli aerei di linea, sta arrivando aria umida da nord. Si vede bene nella sequenza delle immagini del satellite. Dunque le scie di condensazione dei motori restano a lungo intatte ed il cielo si riempe di striature.

Non so quanti siano i beoti che credono nel complotto delle scie chimiche, ma sono tanti, temo, e tra loro ci sono persone insospettabili. Persone che hanno studiato, e che tant’è hanno il sospetto che le scie rappresentino qualcosa di artificiale con dei lati oscuri e delle verità nascoste. E se casualmente ne scopro uno, il mio giudizio è sempre lo stesso.

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Helga al piano di sopra.

La tipa che lavora al piano sopra il mio, oggi calza un paio di stivali con suole di acciaio. E cammina con il passo dell’oca, sollevando la gamba ad alzo zero e poi facendola precipitare sul pavimento. Glielo ha insegnato il nonno quando lavorava nella Wehrmacht.

Oppure ha visto John Cleese e le è piaciuto come cammina.

Almeno lo starnutatore oggi è meno raffreddato del solito. Non so se sia un collega perchè non so bene da dove arrivano i suoi potenti starnuti, risuonano e non si capisce da che direzione arrivano.

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Il primo singolo della stagione.

9,2°. Freschino, infatti la Pozzanghera crea un proprio microclima con nebbia locale. Molto locale.

Se ne avvantaggia l’erba che comunque in questi giorni beneficia anche di una abbondante rugiada.

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Il palo deve attendere.

Avevo preparato tutto. La scala era saldamente fissata al palo, avevo una borsa riciclabile di UNES supermercato con dentro tutto quanto mi sarebbe servito per risistemare la webcam orientandola in modo diverso. Ho indossato l’imbragatura di sicurezza. Miriam era in casa di fronte al laptop che guardava la webcam in streaming. Ci saremmo telefonati per orientamento e direzione.

Era tutto pronto, ho iniziato a salire sulla scala ma quando sono arrivato a due metri dalla webcam, ho avuto paura. Per l’ultimo tratto da salire si usano i pioli conficcati nel palo, io mi devo legare così ho entrambe le mani libere. Il palo sembrava solido ma forse non mi sono fidato.

Sono sceso sconfitto, ho rimesso tutto via.

Però mercoledì arriva il camion con il cestello, lo stesso usato per sistemare il nido dei calabroni due settimane fa.

Forse, se tutto va bene, mercoledì sarà il giorno buono.

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Gonfio.

Questo gabbiano è stato da Pneus Genova e si è fatto gonfiare a 2.1 bars. Adesso che non ci sono i piccoli, se ne sta tranquillo sopra la webcam e guarda con un certo distacco cosa succede sul terrazzo. Ci fossero stati i piccoli avrebbe iniziato ad agitarsi, urlando e richiamando l’attenzione della comunità dei gabbiani, avrebbero iniziato a sorvolare con fare minaccioso.

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Statistiche visitatori.

Ho sentito il bisogno di controllare quante sono le visite ai miei due domini, stefanome e bascam.

Devo giungere alla conclusione che forse sono severamente appataccate, ossia temo siano numeri sbagliati, errori, blackouts, confusione & fastidio generale.

Stefanome in dodici mesi ha accumulato 235.161 visite, una media di 644 al giorno, ben lontani dalla media di circa 15.000 giornaliere ai tempi delle webcam del Righi. Ma sarà vero? Credo più nelle 644 attuali rispetto ai 15.000 degli anni passati; ma quanti sono BOT, sistemi automatici, visite di sitemi correlati a Google, scambisti anonimi, compiacenti escort che guardano le mie webcam sperando di vedere una mia foto nudo?

Nelle more dei numeri generali, viene ribadito che le pagine più visitate sono quelle del Blog, uno dei misteri. Un secondo mistero è che la fotografia di Brignole è la più visitata in assoluto.

Questo invece è il dominio Bascam; pochissime visite fino a metà Maggio 2025, poi improvvisamente i numeri schizzano in alto. Ma su Bascam.it non c’è proprio un cazzo di niente; doveva servire come appoggio per le webcam di Basaluzzo ma queste sono invece sul sito stefanome.it, dovrebbe avere un numero irrisorio di visite, vicine allo zero. E invece il totale delle visite supera abbondantemente stefanome.it.

Non ha senso ma provo a darmi una spiegazione; la foto più visitata è quella della prima webcam sul tetto, una Mobotix che scriveva l’immagine il cui nome era current_bas.jpg. Quasi 800.000 hits, ma l’ultima foto che ha scattato la webcam fu nel Novembre 2022 perchè poi venne sostituita con la HIK che salva le immagini sul dominio stefanome.it.

E allora? Non ci capisco niente, neppure voglio chiedere al provider (Aruba) perchè temo di ricevere risposte vaghe ed irritanti. Comunque le visite a bascam.it si sono azzerate più o meno il giorno che ho cancellato le vecchie foto dal sito bascam.it, ivi inclusa la plurivisitata current_bas.jpg.

Tutto questo mi porta a pensare che le statistiche siano un pacco, costano qualche euro all’anno ma sono di improbabile accuratezza, va a caghér ma soprattutto

Simpatica immagine con un cumulo castellano ed una modesta virga piovosa, forse nevosa, che torna vapore acqueo a metà strada.

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Altri tre tenaci.

Questo è uno dei quattro grossi tigli messi a dimora due primavere fa. Mentre io mi trastullavo oltremare, qualcuno ha inavvertitamente reciso il tubo che portava acqua a questa pianta. Qualcuno se n’è accorto ed ha giuntato il tubo rotto, ma per ragioni ignote ha chiuso il rubinettino dosatore che alimentava l’irrigatore. Questa pianta è rimasta senz’acqua per circa un mesetto con temperature diurne spesso intorno ai 36°, ha perso tutte le foglie (meno 4) per difendersi dal seccume. Ora, in modo abbastanza prevedibile, sta buttando delle nuove foglie.

Questo invece è un acero che qualche anno fa mi fu donato perchè era stato espiantato da dove era, è approdato qui. Questo non viene irrigato perchè è a dimora da più anni, ma ha comunque perso molte foglie ed ora ne sta buttando un po’.

Infine questo è un piccolo frassino, anch’esso viene da una lavorazione di un giardino, doveva essere dismesso ed è approdato qui. Non viene irrigato, si è imbruttito perdendo foglie ed annerendo i getti primaverili ma adesso cerca di riprendersi.

Non tutte le piante sopravvivono a questa seconda primavera forzata. Mettono su foglie che ormai restano piccole e prendono poco sole, l’autunno è appena iniziato, possono passare un mese abbondante prima di ingiallire come fanno in autunno. Ma la ripresa della successiva primavera non è affatto scontata; spesso perdono i rami apicali, restando capitozzate in maniera che poi fanno fatica a continuare a crescere, oppure mettono su foglioline piccole e verso l’estate la pianta secca definitivamente.

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102 e spiccioli

Discreto nubifragio notturno, tre ore di fulmini e saette, corrente saltata, qualche strada allagata, un po’ di danni locali,

Pozzanghera tracimata, insomma una bella perturbazione atlantica di stampo equinoziale. Ne verrà ancora nelle prossime ore e semmai aggiornerò accumuli e foto.

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Sopravvivere.

La scorsa primavera il 100% dei bossi presenti nella tenuta, ossia una piantina stentata, era stata attaccata da ragnetti o non so quali animaletti che ne avevano azzerato il fogliame.

A più riprese mi ero ripromesso di togliere la pianta seccata, me ne sono sempre dimenticato. Adesso però ho scoperto che il bosso è pieno di foglioline nuove, insomma è vivo e vegeto.

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