Bis.

Quando la nostra razza sarà scomparsa ed un popolo di un’altra galassia cercherà le vestigia della società umana, troveranno il mio laptop con evidenti tracce di camomilla, melatonina e miele. Ho perso un attimo il controllo della mano e la mia tisana serale rovente si è rovesciata sulla tastiera, sul mouse, sul cellulare, su buona parte del piano della scrivania, ha dunque irrorato i miei pantaloni, la sedia ed il pavimento. Pensavo che fosse stata la mia sensazione di invecchiamento che mi aveva procurato una improvvisa stanchezza atavica, ma la mattina dopo ero ancora più stanco e mi sentivo quella sensazione addosso di malaticcio tipica di quanto prendo una botta di freddo andando in ufficio. In tempi normali me ne sarei strabattuto la ciolla, invece per scrupolo sono andato in farmacia ed ecco che ho di nuovo il COVID. Ricapitolando, ventun giorni fa siamo tornati da New York malaticci. Miriam aveva pochi sintomi ma aveva il COVID. Io ero un po’ più impestato di lei ed avevo tutti i sintomi influenzali ma i miei ripetuti tamponi erano negativi. Lei non mi ha attaccato il COVID ed io non le ho attaccato l’influenza. In compenso mi si è fulminata una porta USB dove era attaccato il mouse e si è fulminato anche il mouse.

Ho contattato il nostro medico di fiducia. Anch’egli si domanda come sia possibile che noi, tre settimane fa, non ci si sia scambiati virus, la sua conclusione da medico è che “non ci capiamo un cazzo” ed è solo la conferma di una sensazione che aveva già da tempo, almeno dalla scorsa estate quando lui si era preso il COVID e sua moglie no.

Adesso Miriam mi guarda storto perchè nella gara degli anticorpi probabilmente la sto di nuovo tallonando, tra una decina di giorni rifaremo i dosaggi ed a questo punto sono davvero curioso di vedere come si è evoluta la situazione. Ha paura che io la possa addirittura superare e sta già mettendo le mani avanti con frasi del tipo “si ma io l’ho fatta in forma leggera, non vale”.

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Errata Corrige su ARPA.

Dopo essermi stracciato le vesti sui cambiamenti della grafica sul sito ARPA, il grafico con gli accumuli totali è ricomparso. Si sono fumati un po’ di storico delle ultime 48 ore, il formato ha aggiunto la colorazione tipo grafico a barre, ma l’importante è che il grafico sia di nuovo on line. Devo chiamare il contadino che avevo incaricato di portare una decina di tonnellate di stallatico di fronte alla sede dell’ARPA a Torino e scaricarlo sul marciapiede. Me le faccio portare a Basaluzzo.

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ARPA Piemonte cambia grafica.

La singola stazione non è più evidenziabile direttamente; adesso bisogna passare attraverso una pagina di ingresso generale dell’ARPA, cliccare il termine “OSSERVA”, accedere ad una mappa che comprende Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, cercare la località facendo lo zoom e poi si arriva sul pallino corrispondente alla stazione, si clicca e viene fuori, finalmente, questo grafico. Viene indicato il totale della precipitazione ed in grafico il valore della intensità oraria della precipitazione.

Prima di questa innovazione io potevo accedere ai dati aggiornati di Basaluzzo con un solo accesso al sistema, l’indirizzo del grafico era uno e bastava averlo per accedervi. Adesso non c’è più il grafico che evidenziava il totale progressivo, utilissimo per rendersi conto dell’impatto che può avere la pioggia nel suo accumularsi con il trascorrere delle ore. E per arrivare ad un grafico secondario o meno utile di quello che non c’è più, devo visitare 3 pagine diverse, poi agire sulla mappa interattiva con diversi avvicinamenti. Impegno di più il server, magari non comporta nessun problema, anzi magari alla fine della giornata hanno registrato più “click” e sono tutti più contenti. Secondo me era meglio prima.

Mi domando perchè fanno certi aggiornamenti, forse hanno soldi da spendere e devono innovare altrimenti vengono accusati di essere superati. Mi piacerebbe parlare con chi ha deciso questi cambiamenti e chiedergli la razio. Perchè cazzo avete tolto il grafico dell’accumulo progressivo ? Lo avete fatto fare ad un software manager che di meteorologia ne sa una beata sega ? Soprattutto, specialmente e come sempre:

Bonus serale con foto di rara mediocrità. Due passi sotto la pioggia a Boccadasse deserta.

Un cumulonembo autorigenerante “V shaped” che vaga sul mar Ligure all’interno di questo fronte che porta un po’ di pioggia proprio dove serve.

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Malfunzionamenti ed altro.

E’ bastato spegnere & riaccendere, sia router che webcam. Le trasmissioni sono riprese immediatamente. Bene che non si sia fulminato qualcosa, meno bene il fatto che la webcam si blocchi senza un apparente motivo valido. Oppure si è bloccata quella porta del router, o la combinazione dei due.

Quattro alimentatori, due router e 150 km di cavi elettrici e di rete. Mi piacerebbe fare uno di quei lavori dove tutto è preciso, geometrico, ma qui c’è poco spazio. Ci fu un tempo in cui era necessario frapporre, tra presa e ciabatta, un orologio che toglieva corrente per qualche minuto intorno alle 3 del mattino, in modo che se durante la giornata ci fosse stato un problema con il servizio dati – il che accadeva spesso – il tutto si resettava. La qualità del servizio è migliorata nel corso degli anni, ora però mi sembra che stia un po’ scadendo. Forse mi sbaglio ma tengo la webcam in osservazione, non si sa mai che si debba riadottare lo stacca/tacca mattutino.

Come si fa a dar credito ad uno che a 61 anni non riesce a star serio neppure nelle foto ufficiali ? E’ che sono un privilegiato e posso permettermelo, posso esternare la mia mediocrità facendo il cretino senza temere conseguanze. Non ho figli di cui preoccuparmi, non ho particolari responsabilità nel mondo professionale avendo delegato a terzi le funzioni più spinose, ho ancora qualche caro amico e Miriam mi sopporta per quel minimo sindacale che sono e valgo. In questa foto stavo guardando uno di questi amici che non vedevo da ben prima del COVID, lui invece aveva una espressione compìta ed adeguata, non oso mostrare volti di amici in queste pagine così stupide.

A Basaluzzo intanto sto iniziando a coltivare piante grasse, o succulenti, come queste mini agavi che mi hanno regalato e vengono dalla Puglia. Sono state accolte da una fredda mattinata nebbiosa, spero attecchiscano e poi se crescono bene verranno tolte dal vaso e messe in terra. Non ho avuto successo con la Sequoia e la Metasequoia, con queste magari mi va meglio.

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Webcam tetto non raggiungibile.

Però le altre di Basaluzzo funzionano, dunque escludendo un problema di connessione o un problema con il router, le cause dell’interruzione del servizio possono ridursi a:

  1. Si è fulminata la webcam
  2. si è fulminato il POE
  3. si è fulminato il POE splitter
  4. due o tre di questi contemporneamente

Potrebbe essere che ho isolato male lo scatolotto esterno dentro il quale c’è lo splitter, è entrata acqua ed ora ci sono alghe, insetti ed altri elementi perlopiù liquidi che sono penetrati nei fili elettrici causando un corto circuito. Oppure la webcam che costa una frazione delle Mobotix dura una frazione delle Mobotix. Oppure un topo si è mangiato un cavo sotto la scrivania dove c’è il groviglio di cavi e cavetti.

Mi consolo con le belle e suggestive immagini che trasmette la webcam di Sauze, adesso la metto su Facebook e concello dalle amicizie che non esprime commenti entusiastici sulla foto e sulla mia intelligenza acuta.

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Prima neve, prima nebbia.

Scenica, anche se questo centimetro scarso sarà sciolto dove batte il sole entro questa sera. Andremo a sciare oltre lo spartiacque, ovvero in Francia dove credo ne abbia fatta ben di più. E poi hanno le centrali atomiche e dunque corrente elettrica in abbondanza per scaldare le case e fare andare gli impianti. In realtà non credo che andrò a sciare in Francia o altrove, si far per parlare.

A Basaluzzo invece primo nebbione stagionale. Alcune fonti suggeriscono che tra qualche giorno potrebbe nevicare anche qui. Ci risiamo, appena le condizioni mettono un punto percentuale di probabilità che nevichi in pianura, i siti rumenta attirano i click sui loro siti farlocchi dandola per quasi certa. E’ sicuramente più probabile che a Basaluzzo cada la neve piuttosto che venga un maremoto, su questo direi che sono tutti d’accordo.

Io però in questi giorni sono a Genova, dove brilla il sole dell’alta pressione invernale, c’è un bel vento di tramontana, 6 gradi mattutini e la temperatura percepita è intorno ai 3 gradi, il caigo copre il Faiallo, tutto regolare.

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Rosso autunno.

Immancabile foto autunnale. Il Tiglio sulla destra ha perso tutte le foglie ma sono rimasti attaccati tutti i semi. Dei due Aceri Campestri uno è completamente giallo-arancione, quello a fianco è ancora mezzo verde. Il Prunus sulla sinistra è ancora bello verde. Degli otto Tigli che in questa foto non si vedono, uno è verdissimo, gli altri sono a metà tra essere gialli ed essere spogli. Tre con i semi e quattro no. Le Quercie vanno a caso in ordine sparso tra verdi e quasi spogli attraverso tutte le sfumature di arancione e secco. Non sono affatto un esperto, ma i semi sul Tiglio non mi sembrano una cosa normale, al pari del Prunus che ha i connotati che avrebbe avuto a metà Settembre qualche decennio fa. Vedo la fine del mondo e trovo tutte le ragioni per lamentarmi da segnali probabilmente insignificanti, a parte quelli del mio squilibrio mentale di cui dovrei preoccuparmi.

Anche le due neworkesi hanno visto del rosso. La prima alle 6:55 la seconda alle 7:00. Il rosso più rosso è stato raggiunto poco dopo, questa foto non è mia, l’ho copiata senza ritegno.

Anche a Genova questa mattina per pochi minuti il cielo coperto da uno strato di altocumuli si è colorato di rosso.

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Bene.

Quando la Pozzanghera ha ospiti, sono contento che serva a qualcosa. Gastone osserva placidamente il mondo dal molo, vicino c’è un cormorano, ossia uno di quei pennuti che uno si immagina mentre si tuffa nelle acque gelide del golfo di Hùsavik per mangiare aringhe. Invece è nelle acque fangosette della Pozzanghera di Basaluzzo, in provincia di Alessandria. Ad ogni buon conto, sono lusingato di poter contribuire a questa solidarietà tra diverse famiglie di pennuti. Temo che da mangiare in questa stagione ce ne sia poco, sicuramente non carpe, forse qualche rana sopravissuta al biacco che fa scorribande mattutine. Credo che la loro presenza sia dovuta principalmente al richiamo dell’acqua, dove istintivamente sanno che in condizioni migliori c’è cibo in abbondanza. E poi il posto è pacifico, nessuno in giro a rompere i coglioni.

Questa mattina, recandomi in ufficio, mentre affrontavo una svolta a destra che mi avrebbe immesso in una strada a quattro corsie, il mio pneumatico posteriore ha ceduto di botto e mi sono trovato in contro sterzo con la sensazione di guidare su una superficie molla e viscida. Mi fosse capitato pochi minuti prima, ad esempio nella galleria che percorro tutti i giorni a velocità normale, chissà se sarei riuscito a tenere la moto in piedi. Tra i fatti del giorno, ho scoperto di avere una “patologia a carico degli alveoli polmonari; il tessuto da cui sono composti si deteriora con una riduzione della loro capacità di scambiare ossigeno e anidride carbonica con il sangue“. Suona terribile ma è in una forma appena accentuata e compatibile con la mia età anagrafica. E’ come dire un “cedimento delle strutture cutanee dovuto ad una carenza di collagene, dovuta allo stiramento e all’estensione ripetute di alcune zone della pelle, in particolar modo del viso“. In parole povere, le rughe che ho sulla faccia.

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News from Nuova York.

In attesa di finalizzare la pagina con la nuova webcam, io che sono particolarmente dotato posso vederne le immagini. Per ragioni legate alla mia complessiva incompetenza, il settaggio della webcam è impreciso ed andrebbe corretto. Lo farò un giorno.

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Varie piovose, finalmente.

Non tanta pioggia, ma buona. Il Faiallo e zone limitrofe innevate, ottimo per le falde acquifere.

E’ stata anche la prima neve di Sauze, ma la webcam non riesce a trasmettere, questa volta per ammissione del fornitore che mostra sul sito web un avviso.

E per concludere, un moderato apporto di pioggia anche a Basaluzzo, in questa prima, vera perturbazione atlantica dopo mesi e mesi di seccume.

Adesso il modellame vede una inevitabile alternarsi tra alta pressione africana e saccature, ma queste ultime hanno una traiettoria che sembrerebbe lasciare all’asciutto proprio il NW italiano.

Il NW italiano, segnatamente la parte orientale della Valle d’Aosta, buona parte del Piemonte centro meridionale e buona parte della Liguria di ponente stanno diventando come quest’area del NW degli USA, area che conosco per averla attraversata in auto in almeno due occasioni. Loro sono così a memoria d’uomo, noi lo stiamo diventando nel giro di tre generazioni.

E dopo questa chicca di cultura batterica, mi taccio e godo in silenzio questi effimeri 31 millimetri e bricciole.

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