Tirando due somme.

La febbre non è mai salita sopra i 38°, la tosse è stata molto frequente ma mai debilitante, il mal di gola è durato poco, la diarrea è venuta a giorni alterni ma anch’essa è durata poco, la congiuntivite è stata fastidiosa solo per due giorni, la spossatezza non se ne andrà mai più anche se l’ho tolta dalla tabella dopo qualche giorno. Dunque sei giorni senza mai uscire di casa, poi una uscita serale al ristorante seguita da altri cinque giorni con uscite saltuarie e veloci.

Vabbè, c’è ben di peggio. Comunque salga verso la stratosfera un mio deciso mavacaghèr.

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Ancora con questa “befana”.

Se non ho dimenticato il significato liturgico della befana, mi pare arrivavassero i Tre Re Magi che portavano dei doni di scarso valore pratico inseguendo una cometa. Gli scienziati si sforzano di confermare che in quei giorni passò proprio una cometa, come dire “non sono balle, abbiamo un riscontro fattuale”. Il telefono di Miriam è invaso da messaggi di auguri, soprattutto sotto forma di vignette la cui banalità e scarsa qualità grafica sono disarmanti. Dopo i miei auguri personalizzati di buone feste e di buon anno, dovrei ricordarmi il prossimo anno di produrre gli auguri della befana, in teoria manca all’appello uno degli organi fondamentali da inserire in un disegno, dovrei scrivermi un appunto sulla agenda di windows, se solo la usassi.

Per tornare alle mie infinitesimali frattaglie esistenziali, la webcam di Basaluzzo. Da i numeri in maniera sofisticata. Per diverse ore al giorno smette di trasmettere, non è raggiungibile da remoto. Ad un certo punto della giornata riprende a funzionare, posso interrogarla, le ho fatto almeno due reset che dovrebbero ripulire la memoria. Tutto regolare per qualche ora, poi inizia a mancare gli aggiornamenti e verso sera si pianta di nuovo. Fino alle 2 del mattino quando pubblica una foto che mostra l’orario delle 9 di sera. E poi ricomincia normalmente verso meta’ mattinata.

Continua la mia detenzione a casa stante il mio instabile stato di salute. Questa è una immagine dell’ultima webcam di New York. Provo a fornire alcune informazioni del tutto superficiali sull’immagine.

  1. La strada che attraversa in senso orizzontale è la Lexington Avenue. Il traffico scorre da destra verso sinistra, ovvero da nord verso sud. Quasi ovunque esiste una strada che va in un senso unico seguita da una che va nel senso opposto in modo che se uno decide di guidare intorno ad un blocco, può farlo agevolmente prendendo solo quattro semafori fino alla fine dei giorni.
  2. Si vedono due ingressi della stazione della metropolitana, linea 6. Se io entro dall’ingresso più in alto prendo un treno che va downtown, ossia il centro di Manhattan e poi oltre verso il financial district. Se entro dall’ingresso in basso a sinistra prendo il treno che va uptown, fino ad Harlem e poi nel Bronx. Se non lo so e non leggo bene i cartelli mi trovo in un quartiere alieno in men che non si dica. Incontro non di rado persone che escono dalla metropolitana e mi chiedono dov’è il parco. E talvolta mi chiedono dove devono entrare per andare a midtown, forse si sono già perse qualche volta, la metropolitana di New York è per certi versi micidiale.
  3. Si vedono alcune ambulanze. Sostano di fronte al Lenox Hill Hospital, struttura privata dove ha partorito Madonna (la cantante). La prima tenda dal basso è l’emergenza, più oltre l’ingresso per pazienti e visitatori. Di fronte al Lenox Hill si formano spesso ingorghi inestricabili, arriva un ambulanza che si piazza in doppia fila e ciao.
  4. Si vede un food cart, uno degli innumerevoli carrelli semoventi che vendono cibo etnico mediorientale, orientale e locale in genere molto buono, oltre a caffè e dolci vari. Hanno una finestra, all’interno una piastra rovente dove sul momento vengono preparate le pietanze ordinate, carne, verdure, riso, uova, hamburger. Sono una risorsa essenziale per chi lavora in zona, verso mezzogiorno si vede la coda di personale dell’ospedale che comprano il lunch pagandolo poco rispetto ad un ristorante o una rosticceria. Non so se ce ne sono di simili altrove negli USA, qui sono una istituzione. Alcuni di questi sono anche finiti sulle guide. I cart nella foto sono due, il secondo è sotto gli ombrelloni in basso a sinistra ma è specializzato in croccante di nocciole o di noccioline, anche questo fatto sul momento, caldissimo, dolcissimo, collosissimo, buonissimo.
  5. Taxi. Ormai sono tutti in un circuito di pagamento tramite app sul telefono, veloce ed infallibile, prevede anche la mancia, si evita l’uso dei contanti e la ricevuta arriva per email. E’ stata la risposta ad Uber da parte del sindacato dei tassisti.
  6. Pista ciclabile. Sono molte le strade che hanno una pista ciclabile. In questo caso il ciclista distratto finisce contro una ambulanza quasi certamente, ma se la colpisce con l’angolo giusto finisce direttamente nel pronto soccorso insieme con la bicicletta ed il ridicolo abbigliamento sportivo.
  7. Due lucernai del garage. Se arrivi presto la mattina ti fanno lo sconto, un giorno di parcheggio normalmente costa circa $40/50. I lucernai in realtà corrispondono agli ascensori con i quali caricano le auto ai piani superiori.

Tutto quanto sopra e’ facilmente reperibile su Google, sicuramente scritto meglio, con piu’ dettagli. Ma io sono a casa da undici giorni e devo scrivere qualcosa, le altre due attivita’ predominanti sono leggere e dormire.

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In attesa di “kraken”.

Un professore di evoluzionismo, tale T. Ryan Gregory, su Twitter si è inventato questo nome di fantasia per una nuova variante COVID. Secondo me T. Rayan è uno stronzo. Infatti come ormai forma di decadimento mentale diffusa in tutto il mondo occidentale, l’idea del cazzo ha preso piede ed ora c’è questa variante, attiva specialmente nel nordest americano, ossia anche a New York.

Per par conditio a questo punto per compensare l’infuenza che mi sono portato dall’Italia fin qui, dovrei prendermi la kraken, ancora poco diffusa in Italia, ed infettare prima l’intero aereo, poi l’aeroporto di Malpensa ed infine Genova.

Come giustamente mi fa notare Miriam, una volta il viaggio a New York annoverava tra gli obiettivi l’acquisto di qualche gadget non ancora arrivato in Italia, oppure vedere un film appena uscito nelle sale, una cazzo di scarpa di moda che qui costa la metà, una felpa o altro inutile ma modaiolo articolo di abbigliamento. Adesso invece si viene qui per prendersi l’ultima variante COVID. Miriam ed io lo abbiamo fatto ad Aprile, Miriam anche a Novembre, adesso tocca a me prendermi qualcosa e portarlo in Italia. Fa parte dello scambio culturale tra paesi diversi.

In questo ritaglio le sette webcam funzionavano regolarmente. Appena salvato questa immagine, l’equilibrio cosmico si è ristabilito. Infatti la webcam del tetto di Basaluzzo, l’ultima arrivata, ha iniziato a dare i numeri. Seriamente, ovvero scatta una foto ad una certa ora ma ne pubblica una precedente. Me ne accorgo perchè il nome del file contiene data ed ora dello scatto, ma poi l’immagine mostra una foto palesemente precedente e confermato dal fatto che l’ora sovraimpressa non corrisponde a quella del nome del file.

In alto, il nome del file, sotto l’orario effettivo dello scatto. A sinistra come è in una foto di repertorio (corretto), a destra l’ultima foto disponibile nella cartella delle immagini. (a cazzo)

Mi sono spiegato benissimo. Naturalmente la mia diagnosi potrebbe essere sbagliata, il problema potrebbe essere diverso, ad esempio potrei essere io a dare i numeri. Comunque sia, proverò a comandare un stacca/attacca come da manuale improvvisato, anche se sospetto che il problema possa essere più serio.

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Un po’ di primavera, il 4 di Gennaio.

Quanta filosofia e quanta demagogia si potrebbe costruire sopra questi dati. Godiamoci il sole ed il caldo, in fin dei conti sono tutti cazzi dei meno vecchi di me, nello specifico si osservi la tabella seguente.

Io soffrirei di questa assurda situazione climatica. Lo dico al condizionale perchè dopo anni di sofferenza sto gradualmente abbracciando un modo di relazionarmi a quanto sta succedendo ai miei alberi con un cocktail di rassegnazione, cinismo, accettazione. Bando alle preoccupazioni; lamentarsi è dannoso ed inutile. In più nel mio microscopico orticello la situazione pioggia non è così deficitaria, ha piovuto sugli Appennini proprio nelle aree che ospitano le riserve d’acqua di Genova e Basaluzzo, la Pozzanghera è ad un buon livello dopo la pioggia ma anche perchè il pozzo la sta alimentando impercettibilmente. Non abbandono la speranza che questa siccità e questo caldo siano una fase del ciclo di cambiamento e che nel giro di qualche anno si torni a condizioni simili a quelle della mia adolescenza, quantomeno in termini precipitativi. Potrei anche affidarmi alla fede, ossia al credere che tutta questa merda climatica sia appunto temporanea, intuisco il meccanismo della fede, è un bel supporto, aiuta nei momenti difficili. I prati torneranno verdi e gli alberi cresceranno felici.

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Nebbia.

Non è il più bel grattacielo di New York e neppure il più alto. (216 W 58th). Però è alto quanto basta per sbucare sopra un basso strato di nuvole sparse, tipo nebbia. Qui mi produco in due elaborazioni grefiche casuali che mi piace fare nei periodi di accentuata inattività cerebrale. Il tempo resta sorprendentemente mite per il periodo, sempre una decina di gradi più del normale. Con la riapertura delle scuole e degli uffici, le strade sono di nuovo piene di pedoni. Di sera durante le ore di punta la pioggia leggera, la moltitudine di gente indaffarata ed il traffico riporta la sensazione di essere a Gotham City. Almeno in questo quartiere; la battaglia sul futuro di New York si sta giocando a midtown e nel financial district dove manca il 40% dei pendolari, ormai dedicati al lavoro da casa. Questo sta creando i presupposti per il temuto “doom loop scenario” che potrebbe portare la città in un vortice verso il basso, una crisi fiscale e poi sociale dai contorni quasi catastrofici, come fu negli anni 70 quando vennero fuori i film di Charles Bronson nei quali uccideva tutti nel Bronx.

Chi denigra i social forums a prescindere, dovrebbe sapere che al posto di mettere foto del proprio cibo o delle vacanze o selfie del belino, si possono seguire gruppi che, come in questo caso, riesumano periodici degli anni 60/70 che avevo dimenticato.

Mio padre aveva attacchi di tosse e mia madre si irritava. Io ho attacchi di tosse e Miriam si irrita. Adesso lo dice un po’ per scherzo ricordando i miei genitori, ma è chiaro che se dovessi continuare con i miei improvvisi ed inarrestabili contorcimenti, alla fine si incazzerebbe davvero. In questi ultimi giorni ho già imparato a schizzar via e chiudermi nel bagno per non sottoporre la moglie al terribile spettacolo del marito che ansima, spero che i postumi di questa ormai ennesima infezione da qualche virus del cazzo prima o poi spariscano. In alternativa il bagno mi vedrà non solo più quando mi si ottura l’esofago ma anche quando tossisco.

Ma che cazzo era ? Dovrei dire che cazzo è, stante che non mi è ancora passato del tutto. Miriam cerca di fare l’analisi logica dei sintomi e delle circostanze per determinare se si tratta di una forma di COVID o una forma di influenza. Di questi tempi si vive così; si ascolta il bollettino delle persone che sono a casa con febbre ed altri sintomi ed in base a sintomi ed indizi si prova a determinare qual’è il tipo di virus. Una specie di gioco di società. Seguiranno aggiornamenti.

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I colori.

In un tentativo vano di intervenire negli abissi della mia ignoranza in materia di arte, mi è stato fatto notare che i colori di questa casa nell’alba invernale assomigliano ai colori usati diffusamente da un pittore molto famoso nato qui vicino, Edward Hopper.

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1.1.2023

Piemonte. Nel brodo maleodorante di questa alta pressione di fine anno, la nebbia si forma come una cappa.

New York. La televisione locale ha trasmesso in diretta le immagini della palla che a Time Square si illumina, le interviste ai turisti che si sono ammassati in strada sono malinconiche. “Siete venuti fin dalla Alabama, WOW ? Si, è tutta la vita che sogno di venire qui ed ora eccoci”.

Quindici persone hanno messo il cuoricino ai miei auguri di buon anno su Instagram. Solo un mio caro cugino mi ha chiesto cosa c’è nel disegno, forse da artista qual’è, intravede una forma che ricorda qualcosa di inusuale per un bigliettino di auguri. Il mio sedere.

Un inizio anno altalenante; la febbre che va e che viene, preceduta da brividi ed una sonnolenza ancestrale. Mi caccio a letto, dormo per un’ora, poi passa. La tosse che mi lascia in pace per due ore e poi per venti minuti sembra voglia formi sputare i polmoni. Gli occhi che ogni tanto iniziano a bruciare ed a lacrimare, poi passa. La gola ogni tanto si mette a bruciare per un po’ poi smette. Il naso che perde per un po’, poi smette pure lui. Ogni tanto un paio di starnuti. Gusto e olfatto a giorni dispari, ieri sera, trentun dicembre, tutto il ben di Dio sotto forma di crostacei e molluschi cucinati a regola d’arte, sapevano di poco o nulla e mi sono anche, ovviamente, intasato mangiando una pietanza che sapeva di cartone.

La webcam sul tetto di Basaluzzo si è fermata. Ieri ha perso i colpi, ha aggiornato poche volte, adesso è definitivamente ferma da diverse ore. Devo procurare un stacca/attacca in qualche modo. E poi dovrò rimettere l’orologio che toglie corrente ad un orario prefissato, evidentemente c’è qualche lieve incongruenza tra webcam/router/telecom che si ovvia solo togliendo la corrente e rimettendola. Nel frattempo sembra tornata a funzionare, ma ad intermittenza. Queste incertezze mi mettono a disagio.

Nel frattempo anche l’ultima webcam di New York ha dei problemi a trasmettere lo streaming su Youtube. Onestamente non la guardo quasi mai, ma c’è un problema di fluidità della webcam. Allora ho chattato con il customer service di Spectrum. Non ho risolto un cavolo, rimandandomi a chiedere lumi a Youtube direttamente, questione che giro al mio ISP di Bologna che ha curato questa parte dell’installazione.

Durante la chiacchierata con Terisha, ci siamo abbandonati a citazioni di musica POP, io ho iniziato con un classico Lionel Richie in una canzone lacrimevole che spesso viene usata su internet a tali scopi. La sua è stata una risposta immediata, citando una canzone con identico titolo di Adele di qualche anno fa. Hello. Brava Terisha. Qui soto un copia incolla con solo lo scambio di citazioni. (ho oscurato il mio cognome)

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I miei auguri.

Per ora mi sono limitato a mettere questa gioiosa immagine sullo status di whatsapp. Resterà per 24 ore, se non ho capito male. Io non guardo mai lo status e non so bene a cosa serve, ma se ci sono persone che verificano lo status delle persone, ecco fatto.

Sono incerto se pubblicarla su Facebook. Chissà se l’algoritmo che verifica le immagini e determina la presenza di elementi inopportuni, riconosce il mio sedere ? Poi ci sarebbe Instagram e Twitter, su quest’ultimo ho scritto tre messaggi in dieci anni, non conosco nessuno ma su Instagram ho qualche follower ad anche un paio di escort che mi seguono. Potrei ottenere un discreto successo.

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Tutto normale.

C’è una importante quota dei giornalisti italiani che apparentemente sembra avere delle profonde lacune di geografia. I giorni precedenti alla nostra partenza per gli USA, giravano notizie che dipingevano New York sotto una coltre invalicabile di neve, con temperature polari, trasporti bloccati, aeroporti chiusi. Tra New York City e Buffalo, città dello Stato di New York dove effettivamente è venuta tanta neve, ci sono 470 km, più o meno quanti ce ne sono tra Genova e Roma oppure Genova e Monaco di Baviera.

Fatto sta, nelle ore prima di partire per New York abbiamo ricevuto messaggi allarmati di amici che, leggendo i titoli dei giornali, pensavano che il nostro viaggio sarebbe stata una Odissea. A New York quando siamo arrivati c’erano 3 gradi sotto lo zero, sereno, neppure una stilla di neve attorno. Malauguratamente i giornalisti che cercano di vendere la propria testata con notizie catastrofiche non sanno, o fanno finta di non sapere, che ci sono le webcam in diretta. Bastava guardarne una per vedere che a New York di neve proprio non se n’era vista.

Durante le normali funzioni che si svolgono appena arrivati, tipo andare a fare la spesa ed andare in un mercato del pesce per le provviste per la cena di capodanno, ho notato che l’atmosfera che si respira per le strade è quella dell’apertura delle gabbie del pollaio dopo l’inverno. Folla di gente assatanata che occupa ogni centimetro quadrato che presenti una qualsivoglia valenza commerciale. Se esistesse un negozio che vende martellate sulle dita, sarebbe affollato pure quello di turisti esagitati che si spintonano con gli occhi fuori dalle orbite mentre si fanno un selfie con il commesso che intanto li colpisce sul pollice.

Mentre lo scorso Ottobre a New York io mi ero preso qualcosa che poteva sembrare influenza e Miriam si era presa il COVID, questa volta dopo 24 ore dall’atterraggio mi è venuta febbre, tosse, solite cose tipiche delle affezioni alle alte vie respiratorie, potrebbe essere influenza nonostante abbia fatto il vaccino. Ho perso gusto ed olfatto ma i tamponi danno esito negativo, e vorrei vedere, ho finito il COVID meno di tre settimane fa. Chissà che cazzo di combinazione/variante è.

La mia postazione da convalescente.

E mentre faccio il degente mi lamento delle mutande. Ne ho sicuramente già accennato ma serve un ripasso. Mia suocera per natale mi regala una batteria di mutande e calze. Miriam non le vuole portare in USA perchè sostiene che l’asciugatrice le rovina. Dunque non avendo artigli o denti nella zona inguinale, a Genova ho un cassetto che trabocca di mutande.

Qui a New York non ho ancora trovato un produttore che le faccia bene come in Italia. Ne ho due modelli, uno di Kalvin Klein e l’altro di Michael Kors. Ma entrambe hanno un problema, la striscia di tessuto che collega la parte anteriore con quella posteriore e che sottende al mantenimento della balle in posizione stabile, è troppo stretta. Potrebbe andare bene ad un neonato i cui testicoli non sono ancora scesi nel sacco scrotale, ma a me adulto finisce che le balle sfuggono al controllo e si strusciano con le gambe. Ed è una cosa oltremodo fastidiosa, impone quella manovra di riallineamento delle balle in posizione centrale che risulta poco ortodossa se implementata in presenza di terze persone.

Comuque in queste ultime 48 ore, chiuso in casa e relegato a dormire sul divano, il problema non si pone.

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Bruttissimo.

Bruttissimo disegno che mi è anche costato tempo & fatica. Mi fa però sinceramente effetto che la nostra atmosfera sia così sottile. L’ho messo un po’ in giro ed è passato quasi completamente sottotraccia, ma meno male perchè è davvero una cagata di prima grandezza.

Partendo da Voltri vero Est, o meglio in una immaginaria funicolare che sale in altezza come se Genova fosse piantata nel terreno in posizione verticale…

  1. A Prà io inizio già a sentire l’altitudine.
  2. A Pegli ho il fiatone e devo tornare in basso.
  3. A Cornigliano sopravviverei per un’ora scarsa.
  4. A Ponte Eritrea perdo i sensi dopo pochi secondi e muoio dopo un quarto d’ora.
  5. Vicino alla Lanterna muoio in un minuto.

E tutto ciò senza tenere in considerazione la temperatura, ma solo la pressione atmosferica, ossia la mancanza di ossigeno. Lo scopo del disegno era polemico ma intanto, e soprattutto…

Genova; oggi è il 23 dicembre 2022.
Il sole dura 8 h. 50 min. 25 sec.
5 sec. in più rispetto a ieri.
Dall’ultimo solstizio, il sole dura 5 sec. in più.
Rispetto al prossimo solstizio, il sole dura 6 h. 41 min. 58 sec. in meno.
PDE Percentuale Disagio Estivo 1,1%

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Basaluzzo; oggi è il 23 dicembre 2022.
Il sole dura 8 h. 47 min. 48 sec.
5 sec. in più rispetto a ieri.
Dall’ultimo solstizio, il sole dura 5 sec. in più.
Rispetto al prossimo solstizio, il sole dura 6 h. 47 min. 24 sec. in meno.
PDE Percentuale Disagio Estivo 1,1%

In concomitanza con i solstizi, mi adopero per aggiornare i dati che compaiono su alcune pagine del sito, dati inclusivi della Percentuale Disagio Estivo. In termini di inutile cagata, anche questa si fa valere. Questa volta ho perso una mattina perchè non riuscivo a completare la procedura. Mi ero scritto tutto su un foglio quadrettato che conservo come una reliquia, ma evidentemente certi passaggi che davo per scontati, non lo sono più. E poi mi sono accorto che ho saltato un record della tabella; oggi 23 Dicembre le giornate si sono allungate non meno di 8 secondi rispetto al 21 Dicembre, ma avendo fatto un errore di compilazione, ho saltato circa 3 secondi. E’ possibile che la cronica carenza di ossigeno nel mio sangue anche a livello del mare, il rincoglionimento da COVID e l’età, stiano dando i primi risultati.

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