Immancabile ghiaccio

Ma è presto per i campionati di pattinaggio Val Lemme. Meno 5° e brina, come da medie del periodo, più o meno. Le Carpe se ne staranno sul fondo sognando di essere in una piscina alle Bahamas. Tra gli effetti permanenti del mio 2+1 (due covid ed una influenza) a parte una tossetta che irrita Miriam, stanchezza e brividi, c’è anche la mia accentuata sensibilità al freddo, per me una novità. Dunque se trovassi una piscina alle Bahamas per le Koi, penserei di accompagnarle.

Devo assolutamente alzare di un grado o due l’inclinazione della webcam, ossia il brandeggio verticale, per eliminare questa fastidiosa curvatura dell’orizzonte provocata dalle lenti. Perchè la Terra è notoriamente piatta, quadrata e con i bordi taglienti, come una grossa cotoletta alla milanese e non voglio dare corda a chi pensa che sia rotonda. Due giorni fa sono stato a Basaluzzo ma nevischiava e non avevo voglia di salire sul tetto per eseguire l’aggiustamento. Questo effetto ottico mi disturba enormemente e mi provoca rash cutaneo e brucellosi bovina. Per inciso, la linea dell’orizzonte deve essere esattamente alla metà dell’inquadratura, come per l’identica webcam di Genova – Lido, laddove dopo mille aggiustamenti adesso è ferma come dovrebbe.

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Ennesimo tramonto.

Quando nevica a Prato Cipolla, vicino a Santo Stefano D’aveto, un gruppo di ragazzi scolpisce un artefatto di fronte a questa maestosa veduta. Quello che stupisce è la prontezza con la quale provvedono appena nevica, senza mancare un giorno. A volte qualche indignato passante lo distrugge, ma nel giro di poche ore ricompare.

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“Adesso faccio Waldegard”

Provinciale Basaluzzo – Gavi. E’ il messaggio che ho mandato a Miriam allegato a questa foto. mi immaginavo una telefonata minacciosa del tipo “non fare il cretino” e invece nulla. In effetti Miriam non poteva sapere chi è Bjorn Waldegard, pilota di Rally che vinse un mondiale nel 1979. Sulla neve era di una bravura impressionante, non era certo l’unico ma lui me lo ricordo bene. Io procedevo invece a velocità adeguata al fondo leggermente coperto da neve bagnata, nulla di scivoloso.

In questa foto si intravede una Panda con le catene che procedeva a 25 km/h, appena superata da un furgone il cui autista ha compiuto la classica “manovra da esasperato”.

Viaggio lampo a Basaluzzo, nevicata prevista, accumuli decorosi tra Gavi e Busalla (20-30 cm), irrilevanti a Basaluzzo (1 picocazzo). Comunque fa bene al cuore vedere un po’ di inverno, ed ovviamente la neve è quello che ci vuole per ragioni che ho già scritto tante volte ed anche a sproposito.

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Sembrano i Caraibi.

E invece quando esco per andare in ufficio sono circondato da “belin” in senso lato, scooteristi griffati che guidano in modo sconsiderato, auto in doppia fila con le quattro frecce accese, il bar intasato di gente ma le due bariste sono cordiali e dispensano un sorriso a tutti. Per domani il telefono di Miriam continua a mostrare un cristallo di neve; quando succede in concomitanza con qualche suo picco ormonale, la ragazza si sveglia di pessimo umore.

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Intanto, oltreoceano.

I colori sono simili alla realtà, ma c’è qualcosa che non funziona ancora bene. Questa webcam ha alcuni settaggi “automatici” nel senso che sono impostazioni di vari parametri messi insieme che dovrebbero fornire soluzioni ottimali in condizioni di luce difficili. Premendo un bottone si innescano dei valori che dovrebbero compensare i troppo chiari ed i troppo scuri. Ma a certe ore del giorno l’immagine è un po’ pastello offuscata. Interverrò alla mia prossima permanenza in quei posti, perchè da remoto non so perchè ma non ci riesco.

E per il momento ha deciso di non nevicare. Piove ogni tanto ma di neve neppure l’ombra, ne viene un po’ sui monti verso nord, ma le saccature che arrivano sulle pianure dal Canada vengono sistematicamente deviate verso nord quando si avvicinano alla east coast e sulla costa piove oppure non piove neppure. Insomma, anche li c’è qualche seppur lieve spostamento delle consuete figure bariche che però ha conseguenze in certe aree specifiche, un po’ quello che sta accadendo nel NW italiano, costantemente in ombra pluviometrica. Poi magari a metà febbraio viene una bella nevicata e tutti si dimenticano che ha fatto un inverno anomalo.

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Vorrei ne buttasse giù un metro.

Inizia ad imbiancare ma i modelli non vedono accumuli significativi. Seguiranno sicuramente altre foto, dovesse continuare. Intanto ho salvato queste.

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Boh.

Perchè la brina interessa le prime tre tavole del moletto, poi tre sono senza, poi cinque sono di nuovo con brina seguite da due senza ed infine una con brina. 3-3-5-2-1, oppure 1-2-5-3-3, numeri che vengono da qualche dimensione trasversale e lanciano un messaggio sicuramente inquietante. La somma dei numeri è quattordici, numero cabalistico importante nella terminologia di Zador, re degli inferi non documentati. I siti meteo-spazzatura annunciano bombe di neve derivanti da una colata artica che non ci sarà. O meglio, farà qualche giorno di “inverno”, quel periodo che climaticamente una volta significava temperature tali da doversi mettere un maglione di lana. Adesso un po’ di freddo diventa una notizia sensazionale che vale nulla al pari delle superstizioni.

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Virga.

In questa foto tra le meno interessanti della serie, quella sopra è la virga, forse neve e forse pioggia, che scende da un minuscolo nembo-qualcosa. Più sotto la scia di condensazione di un aereo, scia che viene deformata da correnti in quota che viaggiano a velocità discontinua. Ovviamente la prospettiva fa sembrare le cose come non sono, evento frequente.

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Essere aggiornati.

Qualche anno fa mi venne regalato a New York un libro “Through the Grand Canyon from Wyoming to Mexico” il diario di due esploratori che nel 1912 hanno percorso in canoa prima un affluente e poi lo stesso fiume Colorado per la maggioranza della lunghezza. Avevo iniziato a leggerlo, poi è arrivato il covid ed il libro è rimasto a New York. Me lo ero dimenticato. E’ riapparso. Ma invece di trasportarmi il voluminoso tomo oltreoceano, l’ho scaricato su Kindle. Perchè io sono tremendamente orientato alla tecnologia e mi nutro di bites o qualche cazzata del genere.

Cercavo di immaginare a che punto del fiume i due si trovassero, ma senza riuscirci. Conosco la geografia di quei luoghi per sommi capi. Al kindle affianco il tablet di Miriam, che non senza opporre resistenza mi concede di usare di sera prima di dormire. Lo devo usare e lasciare in carica perchè se la mattina Miriam lo trova scarico potrebbe fare gesti inconsulti.

Leggere il libro di un viaggio e seguire passo per passo sul tablet dall’alto è una esperienza multimediale per me nuova. Le esaustiva descrizione dei colori, delle rocce e delle piante del libro si vede bene dal satellite. I deserti, i canyons, i boschi, i prati verdi, le rocce a picco; nulla sfugge, volendo si può seguire una parte del percorso direttamente dal fiume stesso, ci sono le foto che consentono di vedere esattamente quello che videro i due esploratori e confrontare le descrizioni con lo stato di fatto. Il Green River che si vede qui a fianco è tortuoso a dir poco. Le anse del fiume in centodieci anni sono rimaste identiche, salvo qualche frana. Oggi ci sono le ditte che ti organizzano la discesa in gommone, dura 4 giorni e tre notti, che tentazione.

Oltre al fiume di sono i villaggi. Ad esempio Jensen, descritta nel libro come “due negozi ed un ufficio postale”. Oggi è cambiata, ma mica di tanto. Facilmente questi paesotti rurali non sono particolarmente attraenti, anzi talvolta trasmettono un senso di angoscia e desolazione che viene voglia di urlare e scappare come se inseguito da un bisonte.

Guardando meglio scopro che Jensen dista da Denver cinque ore di auto, Salt Lake City a tre ore, oppure Snowmass a tre ore e mezza ma anche Steamboat Spring a due ore e mezza, Telluride a poco meno di cinque ore di strada. Curiosamente sono stato in tutti questi posti almeno una volta. Chissà, magari un giorno ci torno e passo da Jensen sul Green River, affluente del Colorado.

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E’ ripartita ?

Metto il punto di domanda perchè non vorrei dover ammettere di aver anticipato la soddisfazione con troppa fretta. Oggi sono riuscito nuovamente a dialogare con la webcam sul tetto di Basaluzzo. La connessione era lenta ma ho rivisto buona parte delle pagine del firmware, ho cambiato user e password, ed ora pare, dico PARE che abbia ripreso a funzionare regolarmente.

Ovviamente non mi spiego cosa sia successo. Se ogni tanto le Mobotix hanno comportamenti strani, questa ha avuto un episodio di schizofrenia. La mia incompetenza mi porta ad ipotizzare eventi tipo un hacker che è riuscito ad accedere, ha copiato elementi determinanti ed ora può accedere al sito web, tra qualche giorno farà scomparire tutto, anche la mia identità, si impossesserà del mio conto corrente, il mio jet privato, tutti gli indirizzi delle escort e degli spacciatori di Lindor rossi. Avevo scritto all’assistenza Foscam che però questa volta è stata latitante, o forse ho posto una domanda così improbabile che hanno deciso di non rispondere e vedere cosa sarebbe successo.

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