Mania collettiva di cui faccio parte.

Non ci si può sbagliare ed i telegiornali sono unanimi; tutti aspettano la neve “come i bambini a natale (cit.)”. New York ama la neve anche se questa può provocare enormi disagi. I disagi da neve sono superati con determinazione ed un vago sorriso sulle labbra. Questo inverno praticamente non è nevicato, dunque questa perturbazione che potrebbe formare accumuli in città di circa 10 centimetri è accolta con malcelato sollievo. New York senza la neve, infatti, è anomala e inquietante.

La mia ultima installazione fa i filmati. In questo, la neve ha iniziato a cadere da meno di 15 minuti ed inizia ad accumulare. Le previsioni dicono che domani la neve gira in pioggia, non sarà una grande nevicata ma comunque viene accolta con soddisfazione.

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Puntuale.

Immancabile foto presa dalla camera da letto. Questa volta con spiegazioni. In ordine di distanza:

  1. Sulla sinistra con la bandiera dell’Ucraina un grattacielo a 1,44 Km di distanza.
  2. Il grosso sulla metà destra, il più alto nella foto, nuovo grattacielo a 1,69 km. di distanza
  3. Segue quel rettangolo completamente illuminato, cima di un palazzo a 1,75 km. di distanza.
  4. Nel centro, punta sormontata da una sfera illuminata, il Vanderbilt a 2,81 km di distanza
  5. Ultimo, a sinistra del ditone, con punta dell’Empire State Building a 3,58 km di distanza.

La distanza tra casa e l’Empire State Building è quasi quella che c’è tra il mio ufficio a Genova in Corte Lambruschini e la Lanterna.

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Intanto nelle amate terre.

Si è in fremente attesa di un po’ di pioggia ristoratrice. Viene da est, dunque la precipitazione avviene con condizioni abbastanza precarie perchè l’umidità è minore rispetto a quanto non sarebbe con un franco ingresso dal lato dell’Atlantico.

Infatti il radar mostra pioggia, tanta pioggia, che però non arriva a toccare il suolo perchè evapora nell’aria secca che incontra sotto lo strato nuvoloso. Una beffa.

E dunque per il momento da est arriva solo vento che fa sventolare le bandiere. Secondo le teorie più progressiste del revisionismo un tanto al chilo, il vessillo di Genova, croce rossa in campo bianco, rappresenta le crociate con le quali la chiesa di Roma ha cercato di annientare la religione islamica con ancor meno nobili scopi commerciali. Dunque è un simbolo che dovrei detestare e disconoscere. Al suo posto posso mettere la mia faccia sempre più rugosa. Oppure il mio sedere.

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Il Sabato del Villaggio.

Nevischia, fiocchi leggerissimi che sembra non debbano mai toccare il suolo, alcuni ogni tanto sembrano fermarsi immobili davanti alle finestre per guardare chi cazzo c’è in casa. Anzi, se li fisso vedo dei piccoli occhi cattivi che mi scrutano. Le previsioni parlano di “dusting”, letteramente una spolverata che non bagnerà neppure le strade. Mi piacerebbe venisse una nevicata di quelle che poi vado al Parco e vengo investito da uno slittino e finisco al pronto soccorso. Io sono a casa bloccato da un simpatico mal di testa rotante e pulsante, impassibile ed incurante degli antinfiammatori. Ho anche dei sospetti brividi alla schiena, forse dovrei fare un tampone per vedere se ho il COVID, ormai è diventata una tradizione venire a New York e prendermi qualche virus del belino.

Miriam invece è andata ad un “evento” presso la scuola dove vanno i figli di amici. Ogni anno i genitori organizzano nella palestra delle bancarelle a tema cibo ed attrazioni del paese di provenienza degli studenti. Siamo a New York, non viene chiamata melting pot per nulla, i paesi rappresentati solo in quella scuola sono, oltre agli USA, Francia, Austria, Trinitad e Tobago, Zimbawe, Corea del Sud, Cina, Australia, Irlanda, Russia, Ucraina, Jamaica, Germania, Ghana, Argentina, Iran, Antigua e Barbuda, Giappone, Turchia, Grecia, Sud Africa, Haiti, Malesia, Svezia, Pakistan, Mauritania, India, Egitto, FIlippine, Inghilterra, Romania, Palestina, Israele, Peru’, altri che Miriam forse non ha visto ed ovviamente Italia. Miriam ha aiutato ad allestire lo stand ed ha scattato foto prima che arrivassero le orde di bambini con i genitori.

Tra le numerose foto che ha scattato Miriam ne metto tre a rappresentanza di tre delle nazioni al momento più difficili del pianeta. Potrei lanciarmi in discorsi di retorica a fondoscala sui bambini, le guerre eccetera ma suonerebbe pretestuoso e disallineato con lo spirito caciarone di queste inutili pagine. Miriam però era commossa.

E l’Italia ? Non metto foto dello stand completo perchè ci sono ritratte persone che non vogliono essere viste sui maledetti social, allora mi limito con un ritaglio con una grossa mezza forma di Parmigiano. Molte mamme hanno cucinato, o fatto cucinare da qualche catering, piatti della tradizione nazionale. Pare sia tutto estremamente buono perchè nessun partecipante vuole fare brutta figura. Per la nostra amica, working mother, cucinare sarebbe stato impossibile anche se i suoi gnocchi al pesto sono notevoli. Allora è andata sul classico; oltre al Parmigiano c’erano crostini di pane con olio e, da portare via, barattolini di pesto preso da Eataly che sono andati a ruba. Miriam mi scrive che c’è la ressa di fronte al Parmigiano. Lo credo bene.

Nota di colore; ogni stand mette anche su della musica del paese di appartenenza, credo a basso volume, quanto basta per essere ascoltato quando ci si avvicina al banco. C’è un sito web italiano dove vengono elencate le canzoni più famose per paese.

  • Nel Blu dipinto di Blu di Domenico Modugno
  • Azzurro di Adriano Celentano
  • Quanto quando quando di Tony Renis
  • L’Italiano di Toto Cotugno
  • A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà
  • Felicità di Albano e Romina
  • Musica è di Eros Ramazzotti
  • O sole mio cantato da Luciano Pavarotti
  • Perdere l’Amore di Massimo Ranieri
  • Ti amo di Umberto Rozzi
  • La bambola di Patty Bravo
  • Profondo Rosso dei Goblin
  • Con te partirò di Andrea Bocelli
  • Caruso di Lucio Dalla

Secondo i miei gusti ci sono delle cose mostruose ma anche qualcosa che non stimola la mia peristalsi intestinale o mi scatena pruriti.

Poi c’è un sito americano dove, a loro dire, si parlerebbe di cultura italiana; qui la numero uno invece è Funicolì Funicolà, seguita da O sole Mio e Tu vo’ fa l’Americano.

Interrogato in merito a quali canzoni avrebbero dovuto suonare, ho suggerito un album di Elio e Le Storie Tese, sconosciuto agli organizzatori dell’evento. Non penso sia stato preso in considerazione.

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Un minuto di palla che gira.

Altro che filmini della vacanze: foto di spiagge, gente in costume da bagno, barbeque, palme ed altre menate.

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Dove, altrimenti.

New York, New York, is everything they say, and no place that I’d rather be” recita una canzone di qualche anno fa che probabilmente ho già citato decine di volte senza ricordarmene. Miriam è a casa di amiche, lunch con un gruppo di urlatrici che si potrebbe sentire per l’intero blocco, io mi infilo in un ristorante tipo giapponese di poche pretese ma buono con un servizio molto gentile, specialmente tale Denise, graziosa e sorridente. Il locale non è un vero giapponese, è il perfetto miscuglio tra un giapponese ed uno sport bar americano, non prevale nessuno stile, sono fusi insieme. Sulla tenda c’è scritto “Asian Bistro – Sushi Bar – Lounge” ossia tre articoli tra di loro lontani migliaia di chilometri. Poi guardo dalla finestra; in chissà quante altre città degli Stati Uniti ci sarà un incrocio tra una ottantesima strada ed una terza avenue, ma tutti i dettagli della foto dicono senza ombra di dubbio che siamo a New York.

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Bondage.

Temperature di Aprile, anche se in poche ore si passa da 18 a -2 , per poi tornare alla primavera ad oltranza. Una televisione locale ha intervistato un meteorologo che cercava di essere moderato senza annunci neo catastrofici. Alla fine l’intervistatore ha estorto una affermazione del tipo “a marzo potrebbe venire una tempesta di neve da record”. Affermazione priva di qualsiasi fondamento previsionale, ma tant’è bisogna colpire l’immaginazione della gente che ora si aspetta un marzo freddissimo. Che ha la stessa probabilità di verificarsi come un marzo normale o un marzo caldo. Metterei all’ultimo posto la remota possibilità che piovano polpette.

Miriam quando fa ginnastica. Le ho scattato una foto che stavo per mettere qui, ma mi ha sgamato ed è stata esplicita. Se la pubblico mi uccide. Allora mi limito ad una descrizione. E’ sdraiata su uno spesso tappetino rosa. I suoi attrezzi da lavoro sono un tubo di gomma rigida lunga un metro del diametro di circa un palmo. Un pallone formato pallacanestro, un elastico che sembra una cinghia di trasmissione di una trebbiatrice. Due pesi di un kg ciascuno, una specie di sciarpa di gomma elastica lunga più di un metro.

Si contorce in posizioni che a me spezzerebbero legamenti, schiena. L’ho beccata mentre aveva la cinghia di trasmissione tra le cosce, obbligandola ad uno sforzo esagerato per tenerle divaricate, ma nel frattempo era arquata appoggiando il peso su una gamba ed una spalla. Il pallone da basket sosteneva il bacino, la mano libera svolazzava ritmicamente tenendo stretto un peso. Soffriva, ansimando e sbuffando. Le ho detto che sembrava una scena di un film bondage ma che mancava un dildo vibrante per renderla credibile e le ho scattato la foto la cui diffusione mette a repentaglio la mia stessa esistenza.

A me sembra chiaro che si sta riformando la contrapposizione dei due blocchi che vogliono dominare il pianeta. Da una parte la Cina al cui treno cerca di accodarsi la Russia, forse l’India. Dall’altra USA ed Europa e diversi altri paesi di orbita occidentale. L’Africa è ormai cinese, il sud America vacilla. Noi siamo quelli destinati a perdere, perchè è nel nostro DNA annacquato, è giunta la fine del dominio USA ed affiliati, l’unione europea è una barzelletta. Finiremo come l’impero Romano ed altri imperi della Storia che dopo aver fatto il bello ed il cattivo tempo, si sono imbolsiti ed è arrivato qualcuno con i denti affilati che se li è divorati.

L’ennesimo esempio viene dall’Australia in una notizia di qualche giorno fa. Sarà vero o è una notizia inventata ? Insomma, pare avessero acquistato circa ottocento webcam come le mie ultime di marca HIK Vision, costruite in qualche anonima fabbrica in Cina. Si sono accorti che potevano rappresentare un problema per la sicurezza nazionale perchè potevano spiare. Le webcam cinesi funzionano tutte su una piattaforma cloud, lo so anch’io e non è un segreto militare, c’è scritto nelle istruzioni. Ovvio che se io mando le immagini su un server chissà dove che non controllo, qualcuno se ne può appropriare a mia insaputa. Nel mio caso non credo sia un grosso problema di sicurezza nazionale. Gli australiani utilizzavano queste webcam cinesi in luoghi sensibili del ministero della difesa. Quando avete fatto gli ordini eravate ubriachi o siete scemi di nascita ? E’ ovvio che i cinesi se ne approfittano quando vedono queste cose. Trent’anni fa coltivavano solo riso, gli abbiamo insegnato a fare tutto perchè facevano lavorare i bambini nelle cantine, abbiamo smantellato la nostra produzione industriale a favore di quella cinese, adesso loro mandano un rover su Marte come se andassero a fare la spesa, e ci lamentiamo pure ?

OK, so long per lo sfogo di natura socio politico globale di cui ovviamente capisco meno di un picocazzo, ma per riempire qualche minuto della mia esistenza parlerei di tutto e di più e poi ho messo una foto della nuova webcam di New York, di fabbricazione cinese, foto sicuramente salvata anche dalla intelligence cinese.

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Poco da dire.

Immigrazione al JFK come ai vecchi tempi. Un’ora di coda, tre sportelli aperti su trenta. Metà dei viaggiatori tossiscono e o starnutiscono. Quando stai per arrivare alla fine della coda unica per i non americani dotati di ESTA, vuol dire che un addetto ti indirizza su uno sportello, li ci sono non più di cinque persone. E’ quasi fatta. A meno che in quel momento non arrivino trenta passeggeri trafelati che hanno una coincidenza e dunque li fanno passare prima. A me verrebbe da dire “il budello di tua madre, sono qui da un’ora e della tua coincidenza me ne strapazzo l’acciuga” che in inglese ibrido si traduce più o meno ” your mother’s gut I’ve been here for an hour of your connection I don’t give an anchovy”.

Visto che bisogna fare esperienze diverse per apprezzare il proprio status di umano, neppure scesi dall’aereo e c’è bisogno di farsi vedere da un medico. Nulla di preoccupante, ma stante che ci sono persone che si preoccupano a prescindere, ecco che dobbiamo compilare un modulo per essere accettato in una struttura che non è ospedale, ma un distaccamento dove i medici possono visitare.

Farsi guardare in gola, ossia aprire la bocca mentre un medico con una sonda entra orizzontalmente per dare una occhiata, i dottori di una volta facevano con una palettina per farti tenere bassa la lingua. Oggi a New York si deve compilare un modulo di accettazione di 6 pagine.

Si inizia domandando al paziente con quale pronome vuole essere riferito (he, she) e se, oltre al nome e cognome, ha uno pseudonimo con il quale vuole essere chiamato. Tipo “leone ruggente” o “scoreggia silenziosa” , non saprei.

Poi, nel paese che cerca di fuggire le proprie origini di schiavisti, bisogna specificare razza ed etnia. Però si può rispondere “preferisco non rispondere” lasciando al medico il compito di indovinare, osservando attentamente il paziente.

In questa sezione si inizia a chiedere se uno beve, fuma o si droga, poi si passa a domande sociali più intense. Tra tutte le domande politicamente corrette sul genere e sulle abitudini sessuali, ne spunta una che chiede se qualcuno in famiglia ha abusato di te. Voglio pensare che questo sia un test per vedere se la vittima ne vuole parlare. Se il paziente viene colto di sorpresa, magari vengono fuori scenari inquietanti. Ed in quel caso potrebbe entrare in gioco uno psicologo che facendo finta di nulla, intervista il paziente e chissà, magari è un evento risolutivo e lenitivo per il paziente. Altrimenti non so perchè lo chiedano; ovvero guardami queste cazzo di tonsille e fatti i cazzi tuoi, no ? Comunque sia, non capisco cosa può interessare al dottore sapere in anticipo che io sia eterosessuale, bianco non ispanico piuttosto che qualsiasi altra cosa. Misteri dei liberals americani.

Late Merry Christmas ? Oppure ci siamo dimenticati gli addobbi oppure devono girare un film e li hanno lasciati per lo scopo ? A sinistra un prefabbricato ad uso ristorante, figlio della emergenza COVID. Avevano detto che li avrebbero rimossi, ma evidentemente ci vuole del tempo.

Il mio consueto massaggio cinese. A due strade di distanza c’è un negozietto dove ragazze cinesi fanno i massaggi. La procedura è standard. Inizia con un asciugamano da spiaggia che copre dalla testa ai piedi, e mentre si è a pancia in giù si viene percossi ripetutamente. Poi l’asciugamano viene tolto e si viene irrorati di olio. Il massaggio inizia con le spalle, poi la schiena fino al coccige, poi le braccia, le mani, poi le gambe. Poi ci si gira a pancia in su e la massaggiatrice passa ai polpacci ed infine i piedi. Il massaggio thailandese a questo punto si conclude con una bella sega, le cinesi invece no. Intervengono strofinacci caldi con i quali si toglie parte dell’olio usato per massaggiare. Questa routine è classica e credo sia la stessa da generazioni.

Questa volta è stato diverso. La ragazza non parlava una parola di inglese, salvo “one hour” che è il tempo standard per l’operazione. Dopo l’asciugamano la ragazza mi ha coperto la testa con uno strofinaccio e poi mi ha massaggiato testa e collo con uno strumento che emetteva un rumore strano. Quando sono supino, indifeso, in mutande e totalmente in balìa della massaggiatrice mi vengono in mente le idee più strane. Dal rumore che emetteva lo strumento o pensato a canne di bamboo legate insieme con le interiora essiccate di galline, oppure una vescica di vacca con dentro noci e nocciole. Tutto sommato piacevole. Il lettino era riscaldato in modo da potermi provocare una diarrea fulminante, l’escursione termica con la schiena unta simile a quella che c’è su Marte dal giorno alla notte.

E’ iniziato il massaggio alla schiena. Ed è continuato per un bel po’, inizialmente non ci ho fatto caso, ma poi mi sono reso conto che durava decisamente troppo. Ero distratto dalla gente che transitava nello stretto corridoio dietro di me, ogni tanto la ragazza parlava in cinese con delle colleghe. Ovviamente pensavo parlassero di me in modo ironico, tipo “ma guarda che chiappe flaccide e che schieda buterata, adesso lo uccido e poi butto il cadavere nell’East River”. Ho udito il tipico rumore di quando si apre una lattina di coca cola o altro prodotto gassato. Dopo trenta secondi scarsi per il locale è risuonato un rutto che ha fatto tremare le pareti. Intanto proseguiva il viavai di persone, il locale è molto frequentato, uomini e donne oppure tutte le vie intermedie come nel modulo dell’ospedale. Ed intanto il tempo passava e la ragazza era sempre ferma sulla schiena che iniziava probabilmente ad arrossarsi.

Ho pensato che la ragazza in realtà fosse un androide sperimentale, il software ha ancora qualche difetto e quando si pianta nessuno ha il coraggio di interromperla perchè diventa violenta. Allora bisogna aspettare che le si scarichino le batterie e questo potrebbe richiedere tutta la notte. Io avrei passato li ancora diverse ore, Miriam preoccupata, io con estese ecchimosi e nessuno che fiata. Poi le altre del negozio verso mezzanotte se ne vanno, spengono le luci ed io resto li al buio a pancia in giù con un automa che mi continua a massaggiare la schiena.

Il pensiero mi ha provocato una ridarella che la ragazza ha interpretato come una sorta di disagio esistenziale e dunque si è fermata ed ha provato a dirmi qualcosa, che non ho capito. Ha chiamato il boss che mi ha chiesto se volevo altri 30 minuti ed ho risposto no grazie.

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Notizie dalla Tenuta.

Non piove ed è secco ma di notte almeno, per far finta di essere in inverno, fa freddino e la Pozzanghera si copre di ghiaccio. Non tanto da camminarci sopra, di giorno è ben sopra lo zero ed il ghiaccio si scioglie quasi completamente, al massimo raggiunge poco più di un centimetro di spessore.

Le carpe stanno bene nel minestrone primordiale. Qui ce ne sono tre, la quarta si stava facendo i fatti propri a qualche metro di distanza.

Ho attivato il pozzo manualmente per vedere se funziona. Il tubo fino a 50 metri di profondità era pieno perchè ha tirato su 400 litri che è il massimo per ciclo di aspirazione. Negli ultimi 149 giorni ha tirato su 69.627 litri di acqua, ossia circa 460 litri al giorno. Visto che il 15 Settembre, ultima misurazione, il pozzo tirava su circa 400 litri al giorno, presumo che la quantità di acqua sia gradualmente aumentata. E’ un calcolo spannometrico, dovrei misurare nuovamente tra una settimana per capire meglio. Vedremo.

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I besughi da tastiera.

Facebook, gruppo di appassionati di Liguria. Un partecipante pubblica una foto non troppo diversa da quelle che facevo al Righi, sostenendo che si vede la Corsica, la Caparaia, la Gorgona e l’isola d’Elba. I partecipanti del Gruppo si dividono in due fazioni; la prima sostiene che l’autore della foto ha ragione, la seconda replica che si vede solo la Corsica. Volano parole grosse che attingono anche alla reciproca accusa di essere parte di qualche setta di negazionisti o di disturbatori professionisti. Vengono scritti messaggi del tipo “Che si vedono certe isole e’ un dato fisico scientifico punto” ed anche “I social sono un’arma dei “poteri forti”. Sanno che la gente scarica le frustrazioni su fb e non vanno rompere il belino dove serve veramente….” identificando i “frustrati”. Il dibattito, come spesso accade, si basa su fiammate di antipatia e risentimento tra presunti portatori di verità indiscutibili.

Anch’io ritenevo che quella piccola isola sulla sinistra potesse essere qualche isola dell’arcipelago toscano, e sono rimasto nel dubbio fino a quando non ho trovato un sito web che permette di “disegnare” panorami da qualsiasi punto in Europa, basta fornire l’altezza dalla quale si intende osservare e la direzione. Ed ho scoperto che l’isola in realtà è la punta del dito della Corsica, più vicino e più alto del restante tratto che infatti non si vede perchè è sotto l’orizzonte. Per la stessa ragione non si possono vedere, quantomeno dal Righi, altre isole al di fuori della Corsica.

Via della Libertà. Come NON si fa la foto del gabbiano che sosta frequentemente di fronte ad una pescheria. Perchè si dovrebbe vedere la pescheria, e così la foto perde il proprio significato.

Ho disegnato una nuova scritta “sticazzi” utilizzando la segnaletica della metropolitana a New York. La trovo un’idea di brillante miseria; un understatement snob e presuntuoso che dovrebbe far capire agli eletti che sono un viaggiatore del mondo ed una persona davvero polifunzionale e multitask eccetera.

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