Complotto

Non è la prima volta che il mio pluviometro segna più pioggia di quanto ne segna la stazione meteorologica ARPA di Basaluzzo. In linea d’aria tra i due ci sono circa 3.750 metri; sono abbastanza per misurare una sostanziale differenza di precipitazione soprattutto in un contesto di episodio temporalesco.

TUTTAVIA, seguendo la moda dei complottisti, resto convinto che i valori della pioggia di ARPA siano artatamente tenuti bassi per far figurare che a Basaluzzo piove poco, così la Regione Piemonte si convince a dare soldi alla zona per ovviare ai problemi di siccità. I soldi che arrivano vengono distribuiti a funzionari compiacenti che si comprano auto sportive, gioielli preziosi, frequentano ristoranti costosi ed escort di lusso.

Intanto il router EOLO si è perso per strada. Ho chiesto di farlo arrivare a Genova presso il mio ufficio perchè è un indirizzo ben più semplice per il corriere rispetto a quello, introvabile, di Basaluzzo nel mezzo della campagna desolata. Però pare che a EOLO sia ignoto se Bartolini abbia o meno ricevuto notifica del cambio di indirizzo, dunque il mio router è per strada anche se non è chiaro che strada. Ho parlato con un ragazzo albanese del servizio EOLO più preparato, educato e collaborativo che la scaciona borgatara della TIM. E poi parla l’italiano meglio della scaciona e senza quel cazzo di accento.

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Temporalino ed altre nefandezze.

Oggi un grosso temporale in arrivo da Est, allungato dalla valle Sctivia alle colline Tortonesi, ha fatto tutto il possibile per scansarci, ma visto che si è reso conto che sarebbe dovuto passare proprio sopra Basaluzzo, si è vagamente dissolto proprio sopra di noi per poi riformarsi e proseguire bello intenso appena verso ovest. Ha piovuto per qualche minuto intensamente, accumulo totale intorno a tre millimetri.

Meglio così rispetto a colpi di vento, grandine o altri fulmini del belino che mi friggono qualcosa di elettronico in casa.

Nel frattempo la velocità di internet a Basaluzzo è leggermente salita, siamo ancora a livelli della fine del ‘900, ma meglio. La scortese signorina di Roma del servizio “187” che mi ha sbattuto giù il telefono, forse arrabbiata per questioni calcistiche, allora ha ragione. Sa che il router è magico e si aggiusta da solo, dialoga con la centrale e dice “cambiami porta, cazzone, che questa fa cagare”.

Due foto della Luna che sorge, devo verificare la correttezza degli orologi delle webcam, ci sono pochi minuti di differenza, ma meglio verificare. Si notano i due diversi aggiustamenti che fanno i software delle due per ovviare alla mancanza di luce. Potrebbero fare meglio entrambe, ma non bisogna lamentarsi.

Ho pronta la webcam di Genova Lido, ma non abbastanza. Ossia mi mancano alcune istruzioni da darle per spedire le foto sul server. Ha un linguaggio tutto suo che ho sperimentato a New York e sul palo della Pozzanghera, la sintassi è particolare e non intuitiva, pensavo di essermi scritto tutto da qualche parte ed invece un microbelino, invecchio e lo percepisco. Ho chiesto al miei fornitori di darmi una mano.

Serata a casa di amici, una ventina di persone. Uno ha preparato una lista di canzoni da suonare con uno di quegli aggeggi che si attaccano ad un amplificatore e poi vanno da soli. Molti brani sono discoteca anni 80 e 90. Poi, a tradimento, risuonano le note di una merda di canzonetta neomelodica di un cantante che li lamenta e si dispera perchè la donna lo ha lasciato. Certo, se scrivi canzoni così ti lascerebbe chiunque, anche il tuo cane. Mi tiro giù le calze e me le ritiro su che coprono i calzoni, l’effetto è terribile ma così vado dal disk jokey e gli urlo più o meno “Sai perchè ho le calze così ? Perchè questa canzone orrenda mi fa venire una orchite fulminante e se mi si staccano i testicoli, così non li perdo per la stanza che poi li devo andare a cercare sotto i mobili”.

Colto da compassione fa partire immediatamente il brano successivo ma poco dopo – evidentemente mi hanno sentito in tanti – riparte la canzone di merda e tutti fanno il coro mettendo su una espressione melodrammatica rivolti verso di me.

Ovviamente l’ilarità suscitata dal mio intervento in favore della buona musica ha degli strascichi che cercherò di parare in qualche modo.

Il link su Youtube è appunto sulla versione ufficiale della canzonaccia.

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L’illuminazione

In questa foto si vedono dei pescetti che in numero abbondante vivono nella Pozzanghera. Avevo ipotizzato che fossero arrivate delle uova insieme alle quattro ninfee che mi avevano portato quelli che hanno impermeabilizzato la Pozzanghera un anno e tre mesi fa.

Ma questa teoria era debole per quanto sembrasse l’unica plausibile, escludendo l’intervento divino o che fossero comunque piovuti dal cielo, portati da uccelli, trasportati dal vento.

Ieri c’era in Consulente Biologico, stavo appunto lamentandomi con lui della debolezza della teoria. Mi ha ricordato che gli avevo detto che parte dell’acqua che era servita per riempire la Pozzanghera dopo la manutenzione straordinaria non era stata prelevata dal pozzo, ma da una “presa del Lemme”.

Eureka. Sono pesci del torrente Lemme. Come non averci pensato prima ? Chiaramente l’acqua arrivata dal Lemme conteneva piccoli pesci aspirati dalla presa d’acqua che sono sopravvissuti al trasporto ed ora si stanno riproducendo.

Non è una bellissima notizia. Sono tanti e la Pozzanghera è piccola. Ho cercato di capire che modello e marca sono; meno male che c’è Internet; confrontando la mia foto con quelle in rete, i più grandicelli sembrerebbero Persici. Quelli più piccoli non si vedono bene, potrebbero essere Cavedani. Dovrò fare altre foto e guardare meglio in rete. Ed ancor più sono preoccupato perché questi pesciolini arrivano a pesare più di un chilogrammo, che ne sarà dell’equilibrio che si è creato nella Pozzanghera ?

A Basaluzzo in queste ultime ore si viaggia alla velocità dell’erosione fluviale, il servizio 187 funziona come lo è lanciare i dadi dalla finestra, il feedback dagli operatori è meno che modesto e talvolta anche intriso in arroganza e maleducazione, mentre l’assistente virtuale (si chiama Angie) è meno intelligente di un secchio pieno di sabbia, insomma non serve ad un picocazzo. A volte però dopo aver chiamato, pur avendo ricevuto risposte idiote da un operatore scortese, qualcosa si rimette a funzionare.

Il colombaccio ha ripreso possesso del nido che aveva costruito lo scorso anno. Immagino sia la femmina che mi guarda dall’alto mentre sta covando.

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Insistente.

Si muove da est verso ovest, lentamente, tende a rigenerarsi parzialmente in coda insistendo sullo stesso punto per qualche minuto in più.

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FUBAR

Il temporalino di ieri a Basaluzzo; un millimetro di pioggia, quindici minuti di durata, qualche chicco di grandine, molti fulmini. Ed infatti:

  1. Fulminato il router linea fissa
  2. Fulminato il router EOLO
  3. Fulminato un splitter voce/dati
  4. fulminato un POE
  5. fulminata la porta di rete del PC

Avevo un router di emergenza, avevo uno splitter di emergenza, avevo un POE di emergenza. Adesso funzionano tre webcam su quattro, quella sul tetto non so ancora come sia messa, forse nella fretta di sistemare mi sono dimenticato di attaccare il cavo di rete al router. Poteva andare peggio, molto peggio.

Continua il presidio dei tifosi della Sampdoria sotto il mio ufficio. Gente di tutti i tipi, famigliole tradizionali con bambini in maglia blucerchiata, giovani vestiti normalmente. Per questi provo simpatia e mi spiace vederli soffrire per quello che sta passando la loro squadra. Poi c’è gente con delle facce da galera che a vederle di notte ci si spaventa. Anche di giorno in effetti. Non bisognerebbe giudicare dall’involucro, magari anche questa è gente comune e per bene, ma sono conciati che cosi brutti nemmeno nel bar di Tatooine. (rif. Guerre stellari)

FUBAR due, Genova.

La webcam di Genova Lido ha un problema. I cavi sono al loro posto, il POE funziona ma la webcam non risponde, è assente, scomparsa dal Router, sparita dalla LAN. O è lo splitter del POE o la webcam, uno dei due si è guastato. Oppure chissà quale altra combinazione di fattori imprevedibili. Devo salire sul tetto, togliere la webcam & accessori, provare a farla funzionare in locale, verificare che si è davvero fulminata, mettere una webcam nuova.

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Lunedì 29

Scendendo da Basaluzzo a Genova questa mattina di lunedì percorrendo l’autostrada A7, si incontrano tre cantieri stradali. Il primo, qualche chilometro prima del casello di Bolzaneto, comporta un restringimento da due ad una corsia, è lungo circa 4 chilometri. Ci sono i coni stradali e solo verso la fine si incontra sulla corsia chiusa al traffico un furgone con le doppie frecce e due operai seduti su un muretto con i cellulari in mano. Dopo circa duecento metri le corsie tornano due e tante grazie.

Il secondo cantiere inizia con il consueto restringimento di corsie subito dopo il casello di Bolzaneto, in questo neppure un forgone, una carriola, di attività umana neppure l’ombra.

Il terzo invece tutto incluso due operai che guardano giù da un ponte ed un mezzo d’opera con le doppie frecce.

Due commenti casuali pescati sul canale di Youtube dove compare la webcam di New York.

Breve rovescio di pioggia che male non fa, rinverdisce l’erba ed alimenta le zanzare che devo ancora capire che ruolo hanno nella catena alimentare, forse sono cibo per le rondini.

Mi sovviene che non lontano dal mio ufficio c’è la sede della Sampdoria. La squadra ha condotto un campionato in modo abbastanza deludente ed ha anche dei grossi problemi di bilancio e di sopravvivenza. Da una mezz’oretta si sentono dei cori di tifosi che immagino si siano ritrovati sotto la sede. Mi sembra lamentino delle carenze nella gestione; “Ferrero Ferrero vaffanculo” è il testo che riconosco meglio, poi sento “Giù le mani dalla Sampdoria” il che lascia intendere perplessità nei confronti di chi manifesta intenzioni di subentrare nella proprietà. Infine ci sono altri cori di cui non capisco le parole ma ricalcano quei motivetti burini e sguaiati caratteristici delle tifoserie di tutto il mondo.

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Foto Domenicali.

Quando io dico “prato stabile” intendo più o meno questo. Nutre una quantità indefinibile di api ed altri insetti che suggono il nettare dei fiori.

Delle numerose foto scattate in preda al delirio, la cui verosimiglianza con la scena dal vivo è appena accennata, ne ho scelte due.

La fascia di rispetto tagliata servirà quando tra un mese, dipende dalle condizioni meteo, potrebbe essere tutto secco. Un eventuale incendio potrebbe essere un bel problema, dunque striscia che limita il rischio.

Nello stesso punto del precendente incontro con la cornacchia, sono riuscito a rubare solo una foto al capriolo nano. O alla mini-volpe. Bugs Bunny di Basaluzzo.

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Breve visita dell’Alta delle Azzorre.

L’alta pressione così detta “delle Azzorre” negli ultimi tre decenni si è abbastanza dileguata dalla scena europea. Invece in queste 48 ore ha fatto una effimera ricomparsa con due giorni e mezzo di sole caldo ma ventilato, asciutto, insomma il meglio che ci si può aspettare da una alta pressione. Una volta la chiamavano “estate italiana” o qualche stronzata del genere.

Che poi, a ben vedere, questa è leggermente più a nord di quella antica, tuttavia si può dire che sia proprio lei. Poi si trasforma in una bolla tra la Scozia e la Norvegia che proprio non è normale.

Cos’è normale ? Secondo il tempo dei nostri nonni, quella macchia rossa dovrebbe essere circa millecinquecento chilometri più a sud. Vabbè, questo è il nuovo normale, o meglio, è il normale transitorio verso una nuova normalità che probabilmente continuerà ad evolvere verso normalità imponderabili e sconosciute. Prendiamo quelle che viene. Per il momento il dannato anticiclone nord africano non sale, questo è bene.

  • La Fauna della Pozzanghera.

Dei Caprioli ho già detto abbastanza. Simpatici ma quando mi uccidono gli alberelli scorticandoli, mi sono molto meno simpatici. I Cinghiali mi hanno costretto ad recintare un ettaro di terreno per evitare che arassero il prato, per il momento se ne stanno tranquilli anche perchè un paio sono saltati sulle mine. Le volpi si fanno vedere di rado. Lupi per il momento non ne ho visti ma so che ci sono.

Dalla Panchina Zen sopra la pozzanghera ho assistito con Miriam alle seguente scena. Arriva un animale dietro il Cerchio Inutile. Miriam dice “un capriolo!” Però piccolo, quasi nano. No, è una volpe. No, non ha le orecchie da volpe. Insomma, era una bella lepre, rossastra, che se ne sta tranquilla sull’erba a farsi una riga di cazzi suoi. Arriva una grossa cornacchia e si posa a pochi metri. Poi inizia a saltellare verso la volpe, la quale per un po’ non se la fila, ma poi scatta verso la cornacchia che vola pochi metri più in la. La lepre la insegue ed il volatile sembra proprio che la stia prendendo in giro, letteralmente, perchè vola rasoterra in circoli a bassa velocità, la lepre dietro. Mezzo minuto così e poi sono spariti dietro la collinetta. Le cornacchie non mangiano le lepri, le lepri non mangiano le cornacchie. A noi hanno dato l’impressione che giocassero.

Per parlare un po’ della Pozzanghera e della fauna locale, ecco una rumorosissima rana. Ma quelle migliaia di futuri – rospi neri, dove sono finiti ?

Altra pianta di ninfea, altra rana. Ed un bel numero di creature che vivono intorno. Si vedono le onde concentriche di almeno due altri esseri viventi sott’acqua che sono venuti in superficie. Quei pescetti misteriosi ? Altre rane ?

In questa immagine orrenda (per qualità fotografica) mostro il tiglio che ha bisogno di un tutore perchè quando c’è vento la pianta si muove in modo strano mostrando la frattura del tronco poco sopra il colletto. Speriamo che non vengano quelle botte di Ostro estivo (verranno certamente) e piuttosto che il tutore regga bene.

Tengo gli attrezzi in un casotto di legno che poggia su travi di legno sul terreno nudo. In mezzo al pavimento c’è una piccola botola che protegge un rubinetto semi interrato che apro quando devo convogliare l’acqua della cisterna in un tubo che corre per un centinaio di metri fino ad una bocchetta dalla quale attingo per irrigare alcune piante.

Mi serviva acqua ed ho aperto la botola. Sono rimasto un attimo incerto, ho istintivamente pensato al solito formicaio, un vespaio, un nido di qualche insetto molesto. Invece è una mamma Riccio che si è costruita un nido dove presumo a breve avrà i piccoli. Si è leggermente mossa ma ho richiuso subito (poi ho riaperto solo per fare la foto) L’istinto è di accarezzarla ma mi sono trattenuto, per il suo bene ed il mio. Se verranno fuori i cuccioli spero di riuscire a fotografarli.

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Ecco i funghi.

Devo trovare la ricetta per fare il sugo con questi Gambisecchi. Lo facevo da bambino in campagna a casa dei nonni, mi sembrava il cibo più buono del mondo. Dopo la pioggia e le temperature miti, ecco i funghi. Non è un evento eccezionale, ma ne ho visti tanti, ed ho visto anche le Loffe, piccoline.

Non so cosa sia questo oggetto intercettato da una webcam. Una supposta con le ciglia mi sembra una possibilità abbastanza solida.

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Il Censimento degli Alberi.

Approfittando di una pausa della pioggia, sono andato in giro con una app che consente di contare diversi elementi toccando con il dito in una apposita casella. Altro che foglio di carta e matita, ormai si fa tutto con le app.

Mi sono limitato ad andare in giro sulla piana intorno a casa contando solo gli alberi che ho messo a dimora e che oggi sono alti almeno due metri. Non sono andato a contare le piante che ho messo intorno alla strada carrabile che scende fino alla “provinciale”, una trentina a memoria ma ne sono sopravissuti pochi. Non ho contato gli oltre 100 noccioli. Non ho contato gli alberi morti. Non ho contato i circa 300 alberelli sopravissuti tra quelli che acquistai nel vivaio della Forestale tre anni fa ma che ad oggi raggiungono a malapena un metro e mezzo di altezza.

Ecco l’elenco in ordine numerico decrescente.

  1. Acacie: 93
  2. Querce: 52
  3. Tigli: 38 (Cordata, foglia piccola e Tomentosa, foglia grande)
  4. Carpini: 21 (Betulus a forma tondeggiante e Piramidalis a forma conica)
  5. Aceri Saccarini: 19 (in realtà ho almeno tre famiglie diverse, solo alcune sono sicuramente Saccarini, gli altri, boh ?)
  6. Aceri Campestri: 9
  7. Frassini: 6 (di cui almeno 4 augustifogla, uno americano ed uno non so, nacque in un vaso al Righi)
  8. Platani: 2
  9. Aceri Platanoidi: 2
  10. Siliquastri: 2
  11. Cedri: 2 (Atlantico)
  12. Pruni Pissardi: 2
  13. Pioppo Cipressino: 1

Per un totale di 249 alberi; alcuni ormai sono belli grandi, altri sono ancora alberelli, alcuni sono un po’ rovinati e stentano a crescere come i consimili. Ne ho dimenticato sicuramente qualcuno, ma direi che ai fini statistico-stocazzi questo risultato mi può bastare.

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