Quasi completata.

La struttura modulare che ospiterà la webcam di Genova è quasi terminata. Manca il silicone che verrà dato nei punti a rischio corto circuito. Ad esempio, sotto le unghie e nel naso. Se mi gira, una pennellata di antiruggine ove mi convinco che serva, forse un po’ di bianco laddove il lavoro sembra passibile di miglioramenti.

Due staffe di ferro già posizionate consentiranno di fissare al palo la struttura, almeno lo spero vivamente. Occhio e croce pesa circa una tonnellata. Alla prima folata di Scirocco, Libeccio o di Tramontana, si porterà via il comignolo e parte del tetto. Con la Tramontana finisce nel giardino dei vicini, li devo avvisare.

Il tettuccio viene tenuto con due angolari di ferro (Fe) che diventeranno ruggine (Fe₂O₃) alla prima pioggia. La webcam è assicurata al supporto di legno con due microviti, più o meno della dimensione di quelle che si trovano nelle stanghette degli occhiali. Si sviteranno dal legno, marcito dopo due giorni di maccaia, facendo rotolare la webcam sul tetto. Sotto la webcam c’è un cassettino di plastica che contiene lo splitter.

Usando colla e le solite microviti, ho applicato sul coperchio di detta scatoletta un rettangolo di legno che dovrebbe riparare dai raggi del sole diretti. Io credo che la temperatura nel cassettino precedente, privo di qualsivoglia schermo, abbia superato quella della superficie del Sole (circa 5.500° C.)

supporti webcam

Sul fronte meteo basaluzzese, a parte un paio di sparuti millimetri, la pioggia seria sfila a nord, sud, est e ovest. Forse sabato potrebbe piovere in modo più consistente, ma il mio pessimismo cosmico mi porta ad adottare una strategia prudente calmierando le mie aspettative.

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Non sta riuscendo male.

Il nuovo supporto della webcam di Genova sta venendo alla luce. Il materiale scelto è tradizionale, ossia legno e ferro. Il legno prima o poi marcisce ed il ferro arrugginisce e si sbriciola. Ma usando una vernice ricoprente, il supporto ci metterà un po’ di più a marcire/arrugginire, tipo una settimana. Questa foto arriva dalla webcam quando l’ho accesa per vederla in streaming sul computer in rete, ha subito trasmesso una foto. Come quella precedente, ma non mi ero spiegato bene. Devo sistemarla in modo che il tettuccio non resti nell’inquadratura. C’è infatti un tettuccio abbastanza resistente che serve per evitare che i gabbiani si posino sulla webcam e, dopo averla piegata verso il basso, ci scagazzino sopra, pesanti e rumorosi produttori di guano.

I modelli sono incerti e discordanti nel distribuire la pioggia nei prossimi giorni. Si, arriva qualcosa dall’Atlantico, ma il buco pluviometrico basaluzzese è pronto a schierare le proprie truppe cammellate. Ci vuole un bel vaffanculo propiziatorio.

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Un breve aggiornamento.

Test della webcam; foto del muro e del pavimento. Ora on line sine die.
  • la webcam del Lido adesso è a Basaluzzo perchè a Silvano d’Orba c’è un “Brico” dove vendono di tutto e dove acquisterò il materiale per il prossimo supporto molto professionale della webcam.
  • Nel palmo della mia mano destra ho una terza bruciatura alla quale non avevo fatto caso, sempre frutto del litigio che ho avuto con la batteria del motorino.
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Era lo splitter.

Che avevo si sostituito in sede di verifica, ma forse durante la sequenza ho commesso qualche errore di logica, oppure c’è un problema di cablaggio interno dal router fino al tetto. In ogni modo la webcam funziona.

Ho provato in ufficio, POE e splitter che so essere funzionanti. Adesso tenendo fede ai miei buoni propositi, devo fare una installazione sul tetto che non sia un clamoroso tapullo. Ci studierò.

Non era la batteria dello scooter. Sono arrivato dal meccanico per una batteria nuova; quando ha visto quella vecchia ha diagnosticato che sulla motoretta c’è un trombino che serve per ricaricare la batteria, trombino che si è rotto e sovraccarica. In effetti, la batteria aveva una curiosa, diffusa ondulazione sulle pareti, segno evidente, pare, di un surriscaldamento dovuto a questo trombino che pensa di essere quello di un camion da cantiere o della Enterprise.

Ho acquistato una batteria nuova e sono rientrato a casa per installarla per poter dunque portare la moto dal meccanico, inseguito dalle sue raccomandazioni sul fatto che rischiavo di prendere fuoco durante il tragitto. Al momento del rimpiazzo, scopro che il morsetto del polo negativo di questa cazzo di batteria nuova è diverso da quello della batteria vecchia. Perchè qualcuno del reparto progettazione batterie è uno stronzo. Allora ho dovuto ricorrere al mio master in tapulli, ho recuperato un pezzo di fil di ferro ed ho attaccato il cavetto al morsetto della batteria. Non so cosa sia successo, ma il filo di ferro in eccesso che fluttuava nell’aria in attesa di essere tagliato, è diventato rovente in un istante, forse ha toccato il polo positivo. Fatto sta che adesso ho due bruciature filiformi, una sull’avambraccio sinistro ed una sul dito anulare destro. Il motorino è dal meccanico in attesa di una diagnosi più precisa.

Guidando con il timore di esplodere, prima di andare dal meccanico sono andato all’ufficio postale a recuperare una raccomandata arrivata ad agosto. Una multa dalla Provincia di Alessandria.

Procedevo a 77 Km/ora che calcolando la tara vuol dire che ho superato il limite di legge di 2 (due) km/ora. Meritavo la multa ed ho già pagato on line, dunque ho sanato la mia pendenza amministrativa. Qui però vorrei evidenziare come la Provincia di Alessandria:

  • Tiene le strade provinciali da far schifo, almeno quelle che percorro io, ossia piene di buche anche profonde un po’ ovunque, segnaletica orizzontale fatiscente, ghiaia e terra sulla sede stradale.
  • Continua a spargere diserbante sulle spalle delle strade provinciali invece di tagliare l’erba.
  • Consente l’accumulo di spazzatura indiscriminatamente, ossia si accumula fino a diventare una montagna e poi, una volta all’anno, bontà loro, puliscono la zona.
  • Ha autorizzato il taglio di alcune querce secolari vicine ad una provinciale non certo per sicurezza ma per garantire a qualche amico stronzo di tirar su qualche euro rivendendo la legna. (questa e di qualche anno fa, me la sono legata ad un dito)

Per cui ho pagato, me lo meritavo, non di meno,

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Webcam del Lido.

Dopo qualche mese di assenza, sono riapprodato nella afosa, inospitale Genova. Spero per lo stretto necessario.

Sono salito sul tetto per farmi carico della webcam che smise di funzionare durante un temporale lo scorso 21 Luglio alle ore 17.

Ho smontato tutto ed a breve eseguirò dei test per meglio appurare quello che di primo acchito sembra un problema di webcam. Ovvero si sarebbe fulminata.

Rimuovendo i vari elementi che concorrono all’installazione, mi sono reso conto di come io abbia fatto un lavoro davvero raffazzonato, un tapullo multiplo di fattezze inarrivabili. Una merda.

Collaterale; la batteria dello scooter è morta. Domani ne devo acquistare una nuova sperando che non debba essere ordinata in fabbrica, o meglio in un distretto industriale di una città di trentacinque milioni di abitanti nel mezzo della Cina. Più o meno dove costruiscono la webcam, il POE e lo splitter, l’ossimetro, i test del COVID e dove faranno le mia balle di ricambio quando le mie attuali si saranno definitivamente dissolte per il caldo.

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Cosa mangiano i pescetti della Pozzanghera.

Le Carpe Koi sono vegetariane, almeno quelle che vivono nella Pozzanghera. In realtà mangerebbero insetti, lumache oltre che residui di piante. Ma nella Pozzanghera ho sempre visto insetti che nuotano ed innumerevoli girini in tarda primavera, ma non ho mai notato una Koi inseguire e mangiare qualche essere vivente. Ora, io non passo le ore a scrutare le Koi, e spesso durante l’anno l’acqua è torbida e sul fondo potrebbe accadere di tutto. Non ho mai colto sul fatto una Koi, ma considerando che le quattro sono grosse, la quantità di organismi che vivono nella Pozzanghera mi porta a pensare che le Koi non si cibano di loro.

Ovviamente mi arrampico sugli specchi, sto dicendo cose totalmente infondate.

I pescetti arrivati dal Lemme, se è vero che sono Persici Sole, invece mangerebbero decisamente insetti, gamberetti, lumache. Insomma tendono ad essere carnivori. Passeggiando sulle beate sponde ho assistito ad un pasto dei pescetti, allora ho provato a filmare la cosa ed ho avuto fortuna.

Ogni tanto un grillo che vive nell’erba li vicino fa un salto e finisce in acqua. E poi finisce nella pancia dei pescetti, che accorrono in numero e lo morsicano fino a tirarselo sott’acqua e sparire. Il breve filmatino mostra due grilli che vengono mangiati dai pescetti contemporaneamente. Avrei potuto aggiungere sottotitoli, musiche di circostanza, commenti perlopiù idioti. Mi sono limitato a ripetere la scena una seconda volta zoomando sui grilli al rallentatore. Ed ora che ci penso, dove sono finiti i tantissimi girini di rospo di questa primavera ? Dovrei essere invaso da rospi e rane, ma in realtà di rospi non ne ho visto uno ed i concerti di rane degli scorsi anni hanno lasciato il posto a qualche isolato esemplare che vive tra le foglie di ninfea. Sta’ a vedere che i pescetti sono voraci.

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Varie inizio seconda decade di Settembre

Questo è un giovane Tiglio Cordata. Per difendersi dal caldo incessante di luglio ed agosto ha perso tutte le foglie. Ma adesso che ha piovuto, c’è rugiada ed io un po’ innaffio, sta mettendo nuove foglie. Non so se sia una pratica che provoca stress alla pianta, ma preferirei che ciò non accadesse, perché vorrebbe dire che nei due precedenti mesi il clima è stato tale da consentire alle foglie precedenti di fare il proprio lavoro. Ed invece, prima una operazione di emergenza, ed ora una nuova primavera che durerà per poche settimane, volente o nolente l’inverno arriverà entro fine anno. Ho sicuramente detto le stesse cose negli anni precedenti.

Questa pianta di ninfea fa i fiori rosso porpora. Gli steli delle foglie si riempiono di alghe filamentose. Non so che cazzo dire di significativo, era solo per mostrare una foto.

Questa è appena arrivata. Non so di che colore faccia i fiori. Ho tolto il cestello di plastica che la contiene nel vivaio, ho scaraventato il blocco di sabbia e terra più lontano possibile. Per il momento il lancio sembra andato a buon fine, la pianta è ancora li e le foglie hanno già raggiunto la superficie.

Finalmente sono riuscito a fotografare in modo decoroso alcuni pescetti tra quelli arrivati accidentalmente dal torrente Lemme. Con il beneficio di inventario dato dalla mia totale incompetenza, forse sono Persici, variante “Sole”.

Questo sembra più grassoccio ma direi che è dello stesso modello dei due precedenti. Ce ne sono anche di più grandicelli, ma di poco.

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Di nuovo la merda africana.

Parlo dell’alta pressione di matrice nord africana che oggi, in questa merdosa estate, ha per l’ennesima volta invaso mezza Europa. Qui a Basaluzzo massima di oltre 30°.

Consola il fatto che essendoci meno ore di luce, la notte si sta bene e la mattina c’è rugiada sui prati.

Il tramonto è bello un po’ ovunque ci sono le mie webcam, anche questa è una magra consolazione, questo schifo di clima durerà almeno per altri sette giorni, quando si tratta di alte pressioni persistenti, i modelli ci azzeccano quasi sempre. Poi nessuno lo sa.

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Zona umida.

Presto vieni a vedere. Uno scorpione grosso così. E con la mano indica la dimensione di una arancia. Questo è lo scorpione. Solo un piccolo esempio di come tra queste mura si viva in uno stato di costante costernazione e paura per elementi assolutamente insignificanti. Non sapevo ci fossero scorpioni così piccoli.

La Q5 è sicuramente la quercia più singolare arrivata da Central Park sotto forma di ghianda. La Q1 è ben più grande ed anche la Q2 sta per superarla, ma questa è unica nel suo genere.

Passando la falciatrice vicino ad un cespuglio ho stanato un coniglietto che si è andato a rintanare nello stesso buco dove questa primavera ho scoperto c’era un riccio a svernare. Ho cercato di investirlo con la falciatrice, ma lui è stato più veloce di me. La fototrappola (nome orrendo ma non ne conosco altri), ha ripreso l’animale. Ecco lo stupido filmato.

Mi è stato detto da una persona bene informata che secondo i parametri dettati dalle vigenti normative, la Pozzanghera Fangosa Menada rientra nella categoria delle “zone umide”. Senza doppi sensi.

Per zona umida si intende genericamente qualsiasi tipo di ambiente naturale caratterizzato in qualche modo dalla compresenza di terreno e acqua. (wikipedia).

La eventuale presenza di terra nella zona umida alla quale ho istintivamente pensato, nonostante io abbia ben più di sessant’anni, suggerisce una significativa carenza in tema di igiene intima femminile. Tuttavia, approfondendo la questione, si scopre che

Sono aree di prati umidi, paludi, torbiere o aree inondate, sia naturali che artificiali, permanenti o temporanee, con acque ferme o in movimento, sia dolci che salmastre o salate, comprese le zone di acqua di mare la cui profondità a marea bassa non superi i sei metri.

Stante che, a quanto ho capito, nella norma non vengono citate le dimensioni, anche una vasca da bagno in mezzo ad un prato diventa una zona umida dopo che ha piovuto e sul fondo della vasca si è formato uno strato di acqua destinata prima a riempirsi di zanzare e poi a svuotarsi per evaporazione dopo due giorni.

Intravvedo doppi sensi in ogni singolo paragrafo che ho scritto.

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Varie di quasi settembre.

Mamma con Bambino e Campo Sovraesposto”.Questa foto in realtà è dello scorso Luglio, immagine caratterizzata dalla pessima qualità fotografica.

“Il Brullo di Agosto”. Questo è un dettaglio del paesaggio post anticiclone di matrice africana, oppure post estate-di-merda, le due cose coincidono. Si vedono abbastanza male tre tigli semispogli, una quercia che sembra a Novembre. La pianta di Lillà è la cosa più verde della zona, nel centro foto.

La stessa quercia nella foto precedente. C’è un rametto apicale verde direi recente, un certo numero di ghiande oltre ad alcune foglie secche ancora attaccate ai rami. Non mi sembra una fattispecie tranquilla. Questo albero probabilmente non sa che cazzo fare dopo che la temperatura è scesa di circa 20 gradi in 36 ore, passando da un clima sub tropicale ad un clima continentale centro europeo.

Sorpresa di fine Agosto“. Un nido di calabroni proprio sopra la finestra della camera da letto. In questo momento mi sfugge il ruolo nell’ecosistema planetario che svolgono i calabroni. Ma abbiamo chiamato la ditta che li rimuove.

Gastone; chissà se riesce a pescare qualcosa. Credo che ormai far visita alla Pozzanghera sia più una abitudine che una fonte di cibo. C’è, fortunatamente, ancora troppa acqua e se prova a pescare annega.

In generale, i prati stanno nuovamente mostrando un po’di verde, la terra è ancora umida e l’aspetto da guerra chimica sta un po’ lasciando il posto a qualcosa di più consono alla zona. Il patrimonio boschivo ha subito una bella legnata, ma è presto per fare la conta dei decessi. Si nota la differenza di salute tra alberi anche della stessa qualità, alcuni mostrano una chioma perfetta, altri, come ho già ampiamente lamentato, sono quasi del tutto spogli.

Il sito belin.nyc è di nuovo on line. Manca ancora qualcosa ma è colpa mia. Ho avuto il supporto di un tecnico sulla chat del provider, che alla fine della chiacchierata ha scritto:

You are welcome:) Thank you for contacting us. I pray you and your family stay safe, healthy and happy. I wish you a great success ahead:)

Il tizio è molto gentile, direi affettuoso, gli auguri alla fine sono sorprendentemente profondi ed accorati, altro che Have A Nice Day. Manca un bel “figli maschi” o “trova un partner gender fluid sessualmente insaziabile”, “guadagna una fortuna giocando a poker”, “che ti cresca il pene di venti centimetri”. Questi auguri di commiato probabilmente sono spontanei, figli di una consolidata bontà religiosa molto USA, ma un po’ mi sembrano un copia-incolla suggerita dal locale pastore, magari mi ha anche benedetto ma qui non lo dice.

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