La spolverata.

Ampiamente annunciata, una spolverata di neve. New York al margine di una perturbazione che più a sud-est ha fatto danni e creato disagi vari come sempre quando viene la neve. Jim Cantore ed altri, mandati allo sbaraglio in condizioni assolutamente nella norma del periodo.

Nel frattempo mi è venuta la scimmia di prendere la patente di guida di New York. Una mia dichiarazione con firma notarizzata dal negozio dell’UPS, $2. La pratica presso l’ufficio preposto della motorizzazione, $6,5. Mi hanno chiesto alcune cose che non ho, come il SSN, la Green Card e I-94. Quest’ultimo è il permesso temporaneo di transito in USA se arrivi in auto o in traghetto. Ma io non ho l’I-94 perchè sono su base ESTA, ed allora visto che non ho pensato a portarmi l’ESTA con me, molto probabilmente la patente che mi arriverà a casa entro qualche giorno per posta potrebbe scadere tra poco meno di tre mesi perchè così recita il mio ultimo visto sul passaporto.

Se così fosse, proverò a tornare per chiedere il rinnovo, invece di tre mesi forse me la fanno scadere con l’ESTA che dura due anni. In alternativa mi informerò se posso avere un visto sul passaporto che dura illimitatamente. Oppure mi tengo la patente che scade dopo tre mesi e la rinnovo ogni tre mesi, il costo di $8,5 non è proibitivo. Infine me ne batto l’acciuga e la lascio scadere e amen, in effetti mi serve poche volte. Anche se è cool, molto cool avere la patente di NYC.

Nota. Durante la compilazione del modulo e poi su uno schermo di computer al banco n°11 mi hanno ripetutamente chiesto di indicare se volevo iscrivermi alle liste elettorali e-o all’elenco dei donatori di organo. Qui non vota un cazzo di nessuno, a parte i triraciuti amboparti. Dono già gli organi in Italia (però forse se non controllo bene, glieli darei in cenere, devo accertarmi) e non vorrei far scoppiare un caso diplomatico, tipo i due governi che tolgono le rispettive ambasciate perchè si contendono un mio rene. Ma poi chi cazzo lo vuole un rene di un sessantaquattrenne? Un ultacentenario, forse.

Questa mattina sono entrato in banca alle 9 precise, mentre stava aprendo. La banca ha un anticamera con i bancomat che resta aperto durante la notte. Sono due stanze grosse, una con i bancomat e l’altra con un bancone dove i clienti possono compilare moduli o riordinare le banconote, scrivere assegni, preparare l’esplosivo.

In un angolo c’era un homeless, una donna di una conquantina d’anni, con il suo corredo di coperte, carrello della spesa con sacconi e stracci. Un’impiegata spruzzava disinfettante profumato in giro perchè l’odore di questa poveraccia era bestiale. Le ha detto, gentilmente ma fermamente, se poteva andarsene prima che venisse chiamata la polizia. Non so cosa farebbe la polizia, forse si limiterebbe a prenderla di peso e riversarla sul marciapiede. E’ la seconda volta che vedo un barbone che cerca rifugio e alloggio notturno in un bancomat. La prima è stata in Via Felice Cavallotti angolo via Oreste De Gaspari e Genova. Unicredit, mi pare.

Buona pioggia a Basaluzzo, mentre le trombe di Eustachio di Miriam sono intasate ma per il resto sta bene. L’ho portata da un otorinolaringoiatra perchè altrimenti mi avrebbe ucciso. Ho lasciato un messaggio domenica sera. Alle 7:28 di lunedì mattina mi ha telefonato per dirmi che c’era una disdetta alle 11:30. Ora è tranquilla. Due amici di qui sono a letto con il COVID, e neppure tanto lieve.

Dovrei forse evitare la solita apologia di New York; è scondata, banale, noiosa e antipatica e tuttavia mi limiterò a qualche laconico accenno. La neve a New York è bellissima, mi cambia l’umore in meglio. Anzi è magica, soprattutto se sei ben coperto e non devi fare le consegne di pizza in bicicletta.

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Varie dell’inizio del 2025

Appena partiti per oltre oceano, EOLO fa qualche lavoro di aggiornamento e le webcam di Basaluzzo restano isolate. Devo ripristinare l’utilizzo dell’orologio che ogni giorno stacca la corrente al router per 10 minuti. Qualche anno fa era d’obbligo perchè il servizio dati faceva schifo un po’ ovunque. Eolo funziona bene ma anche loro occasionalmente fanno qualche interruzione per manutenzioni o aggiornamenti. A quel punto si vede che la centrale manda qualche pacchetto di dati che sanno di formaggio andato a male ed il router si pianta. Prendo nota.

Avevo iniziato a scrivere alcune note sui giorni appena trascorsi in un posto caldo che piace a Miriam, ma poi mi sono reso conto che era una collezione di stronzate. Inutili, pretestuose, infantili e verbose, ampollose, penose. Tutto questo blog è afflitto da problemi di sviluppo e crescita emotiva, ma ogni tanto cerco di ridurre all’essenziale per evitami l’auto flagellazione. Ecco dunque l’essenziale inutile.

Sono arrivato malaticcio e Miriam pure. Un solo bagno in mare. Però per l’occasione ho sfoggiato questo coordinato rosso fiammante. La maglia è anti UV, il costume è anti uscita testicoli, le ciabatte sono anti tutto, specificatamente anti-figa, semmai.

Sono stato deriso, ovviamente.

La spesa era in spagnolo, comandata dalle addette alla cucina. Ho imparato qualche termine. Ho appreso che il cetriolo si chiama “pipino”. Materiale perfetto per le solite battute e doppi sensi.

Intanto scopro che la mina anticarro cinese che avevo messo sulla telecamera per dissuadere i gabbiani, non ha funzionato. Non posso restituirla perchè è scaduto il mese di garanzia. La userò per i botti del prossimo capodanno.

Qui a New York i dibattiti in corso sono i seguenti. 1) Il congestion price, chi entra in quasi tutta Manhattan in auto da oggi paga $9, le auto sono riconosciute da telecamere e AI e si paga con l’equivalente del telepass. 2) Il nuovo enorme complesso sportivo che servirà i mondiali di pallone del 2026. 3) La spolverata di neve prevista domani. 4) La speranza che Trump molli soldi federali per la metropolitana che cade a pezzi.

In televisione ci sono i Golden Globe. Poco umorismo, forzato e con risate forzose, imbarazzo dei premiati, battute banali.

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Questo non lo sapevo.

Un programmino sul PC che serve per ritagliare lo schermo, mi viene utile per salvare elementi che compaiono in caso di qr codes o altre amenità, lo uso abbastanza frequentemente. Si chiama “Snipping Tool” e chissà dove l’ho pescato. Ce l’ho su tutti i miei PC. Ho scoperto casualmente che si possono anche salvare filmati, vengono di ottima qualità. Salva anche il sonoro, non ho idea di come faccia ma lo fa.

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Altri numeri.

Io non ho chiesto nessun incremento di velocità, neppure mi serve per come uso io internet. Forse dipende da qualche concorrente che promette mari e monti ed allora questi aumentano la velocità. Grazie, porto a casa. Però questo cambio di marcia ha bloccato il router per un paio di giorni, giusto il tempo di poter fisicamente arrivare a staccare la spina del router, poi contare fino a 10, riattaccare e sperare bene. Il sistema ha funzionato dopo il terzo tentativo stacca-attacca.

Su certi numeri io sono confuso, il test di velocità segna circa 50 mps, non 400 mps, ma forse ci sono elementi tecnici che non conosco, in ogni caso va bene così.

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Le quattro insieme.

Mentre nella foto precedente con l’arcobaleno, mi sa che la carpa fosse in realtà un riflesso, in questa si vedono le quattro carpe senza riserve.

Tanti auguri, spero riusciate a vivere più di me, visto che avete al massimo una quindicina di anni e vivete fino a cent’anni mentre io ne ho già sessantaquattro. La matamatica è implacabile.

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Arcobaleno

Visto che l’intera rete internet ne ha abbastanza delle mie lunghe e noiosissime disseratazioni su quella cazzo di lampadina sul moletto, aumento l’entropia casusata dal rigonfiamento delle balle ecco una immagine già vista milioni di volte.

Quasi tre gradi sotto lo zero, la Pozzanghera è coperta da un sottile strato di ghiaccio. E fin qui, però sul lato sinistro si vede un arcobaleno. E’ probabilmente un riflesso del sole contro la lente della webcam, nessun alieno coinvolto e neppure Big Pharma o le scie chimiche.

Vicino al riflesso, in questo ingrandimento ampiamente mastrussato con il fotoritocco, si nota un biancore.

Potrebbe essere una carpa. Adesso però mi devo tagliare le unghie perchè mi sono grattato la puntura di una zanzara e mi è uscito il sangue.

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Adesso si vede benino.

Il teoria per trovare il punto giusto del parametro “gain” bisognerebbe essere sul computer con la webcam in diretta e provare aggiustamenti successivi fino a quando non si trova il valore migliore. Alzo un po’, abbasso un po’ e così via. Così come è adesso, la foto è un po’ rumorosa. Avrei dovuto abbassare quel valore di cinque punti o giù di li. Adesso è 47, il default di fabbrica è 50.

Dovrebbe essere così. Ho usato un programmino di fotoritocco, spero che modificando quel parametro in maniera oculata, si riesca a fare qualcosa del genere.

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Salvo.

Immagini Viste & Riviste, e poi oggi le giornate sono più lunghe di circa 4 secondi rispetto al solstizio di due giorni fa.

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Troppo pigro.

Per la serie “didattica su cose che capisco poco”. Questa mattina ho toccato UN parametro della webcam pensando di togliere un fastidioso biancore sparso che si vede nelle ore notturne.

Questo parametro si chiama “Gain” e rappresenta l’incremento o decremento che si vuol dare alla sensibilità della pellicola. La frase non sia applica ad una fotocamera digitale, perchè è difficilissimo trovare una pellicola in una digitale. Nel caso delle mie webcam, la sensibilità si può modificare con il software. E così posso aumentare o diminuire la sensibilità della “pellicola” a piacimento, con risultati opposti.

Qui sopra un esempio esasperato ed esasperante di come cambia il risultato quando si modifica questo parametro. Ho settato a 3 e poi a 86. non servono ulteriori spiegazioni.

Non esiste un valore che può andare bene per tutte le webcam. Ogni webcam ha le proprie risposte alla luce ed alle condizioni di esposizione, orientamento, le balle di corococò.

Durante la manutenzione delle webcam di questa mattina dopo il black out ho pensato di abbassare un po’ questo parametro. Il risultato si vede solo quando fa buio e, come si vede nella immagine più sopra, è una cagata. Devo tornare a Basaluzzo ed aumentare quel parametro.

In questi frangenti mi pento e mi dolgo della mia pigrizia nel voler procastinare l’applicazione del sistema che permette di gestire le webcam da remoto. Si può fare, non è difficile, l’ho già fatto per altre webcam ma non per quelle di Basaluzzo. Chi non ha testa ha gambe.

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Era una roba elettrica.

Preferisco non scendere nei particolari, ci sono questioni di carattere logistico e procedurale oltre che gerarchico ma insomma, è bastato premere un interruttore sul quale non pensavo ci fosse bisogno di scrivere NON TOCCARE.

Invece la lampadina piccola non funziona proprio. Anzi entrambe non funzionano ed il crepuscolare fa due TICK invece di uno, ci deve essere una incompatibilità tra la corrente erogata dal trasformatore e la lampadina, qualcosa che afferisce al tipo di corrente. Quelle stronzate tipo continua o alternata. O l’amperaggio o sto cazzo in salmì. Devo verificare cosa ho comperato, si chiama “incauto acquisto”.

Tutte le webcam regolarmente on line. Questa affermazione è potenzialmente una autogufata da manuale. In tre si vede la neve caduta nelle ultime 48 ore. Poi ci sono i quattro verdoni basaluzzesi, il grigio centro genovese con i suoi eleganti tappeti rossi di Natale ed infine il mar lugubre che se vogliamo è sempre bello.

Solecitato in merito, ed avendo tempo da perdere, ecco uno schema eseguito con il mio classico stile scuola dell’obbligo ed anche prima. In alto la situazione attuale, sotto quella prevista quando l’elettricista avrà passato il nuovo cavo ethernet.

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