Dieci sono i gradi centigradi a New York il 2 di Giugno. Il record del freddo è ancora del 1945 o giù di li con 9 gradi. E piove quasi costantemente da 48 ore. La graziosa corrispondente de The Weather Channel si produce in fellazio su sfondo scuro per mostrare che si vede il fiato condensare.
Due le considerazioni che sono certo ho già espresso precedentemente; la prima riguarda negozi ed uffici la cui temperatura è di difficile gestione quando il clima non segue le regole stagionali. L’eterna lotta del condizionamento che oscilla tra aria condizionata e riscaldamento in questi giorni mostra i propri limiti, con entrambi in funzione. Ossia fuori fa freddo e parte il riscaldamento ma dentro fa ancora il caldo accumulato delle settimane precedenti e dunque il condizionatore è acceso. Si instaura una battaglia a base di sensori e consumo di energia. In certi locali chiusi, soffiano venti ad oltre 50km/h perchè l’escalation dei due opponenti non prevede un pareggio. Pertanto i ventilatori, nel tentativo di sconfiggere l’avversario, pompano aria fredda e calda contemporaneamente alla massima pressione che riescono a raggiungere.
La seconda considerazione riguarda Miriam, che ormai è convinta di aver raggiunto l’apice nella sua capacità di attirare a se il cattivo tempo qui negli USA. In altri termini, ogni qualvolta che atterriamo al JFK, le masse d’aria continentali hanno da giorni preparato il suolo per qualche uragano, o tempesta di neve, oppure fronti freddi stazionari che portano pioggia e temperature rigide anche in estate.
Intanto mentre siamo qui che non si sa come vestirsi, dalla Liguria giungono gli echi della trombatura della Gerundio Jerker Off e delle sue avvilenti, modestissime reazioni sconnesse. Bitch, please.