… di cazzi vostri. FATEVELA.
- Caro avvocato, io tratto le persone con il rispetto che meritano e non come si faceva 100 anni fa come tu pensi debba essere fatto. Preferisco correre il rischio che qualcuno si approfitti di me piuttosto che suonare come un signorotto di fine ‘800 che impartisce ordini ridicoli come quelli che tu suggerisci. Da avvocato dovresti ben sapere che chi ha deciso di fottermi lo fa, sia che io mi comporti come un duro e sia che io mostri ragionevolezza. E la prossima volta che vieni a ficcare il naso nei miei affari attuerò quella intransigenza che tu predichi, ovvero ti mando a fanculo così rapidamente che te ne accorgerai solo dopo qualche ora. Pensa piuttosto alla cazzata che hai fatto a metterti in ufficio insieme a quella grottesca belina cotonata, noto stronzo del panorama legale locale. E’ con lui che sei intransigente, con quel disonesto che neppure ti paga le fatture ? No, dai, seriamente. Comunque mi sono appena fatto i cazzi tuoi entrando nel merito della tua vita professionale, è una cosa odiosa e ti ho virtualmente mostrato quanto sia indebita.
- Animalista delle mie balle pelosette; non solo non capisci un cazzo di come si tengono i cani, ma dipingi scenari che neppure immagini. Nessun cane verrà tenuto alla catena; i miei vicini di casa vogliono un cane ma non possono tenerlo in casa. Però hanno 3.500 metri quadrati di cortile con alberi e prato, hanno costruito un recinto di 20 metri quadri dove il cane sarà confinato se necessario, proprio perchè non sarà alla catena. Ci sono cinghiali, strade, pericoli di varia natura, il recinto è la soluzione migliore. Avrà una cuccia ed una tettoia dove il cane dormirà durante le notti, si anche le fredde notti invernali. Di notte i cani vivono all’aperto da sempre, dico i cani veri, non un cagnetto di razza modaiola incrociata con un cazzo di roditore che sotto i 20 gradi si ammala e muore. Sarà un cane fortunato, ma se non vuoi capire, vaffanculo e fatti i cazzi tuoi.
Tanto per essere chiaro.
E non voglio il funerale, ma Miriam non vuole promettermi che faremo l’annuncio a esequie avvenute. Visto che verrò incenerito, le ho consigliato di fare una cerimonia con lo spargimento delle ceneri in un bosco e poi una riunione post commemorazione in stile anglosassone con cibo e bevande. Ma prima, spero, forse questa estate torno in Grecia, nelle Cicladi. L’isola di Xanax. Quando l’ho detto al titolare di un bar dove si mangia davvero benino mi ha guardato storto. Non è il bar che mi ha guardato storto, è il titolare in quanto greco e nato proprio su un’isola delle Cicladi. Xanax è un tranquillante che farei assumere in forma coatta ad alcune persone che conosco e che sono davvero troppo agitate. L’isola si chiama Naxos; io volevo andare a Trombos o Beccios che sono nomi auguranti, ma Miriam non vuole ed ha proposto Sgorbios che però pare sia bruttina. Compromesso; Naxos, in italiano Nasso. Vediamo se troviamo voli e pernottamento ad un prezzo decoroso nel periodo che vogliamo noi. L’agente si sta muovendo per organizzare la cosa.
Io andrei a Skiantos: pare che ci siano delle gnocche favolose, ma è meglio non farci atterrare aerei o elicotteri, o farsi paracadutare, e stare molto attenti alla guida di veicoli vari (nomen omen, dicevano gli antichi saggi). In quanto a Nasso, Miriam stia bene attenta: Arianna sta piangendo ancora adesso a distanza di millenni.
Sono stato a Skia
ntos che avevo 20 anni. Siamo andati in auto, un viaggio interminabile attraverso il Montenegro in guerra con non so chi (forse era una cosa interna). L’isola era bella ma invasa da vespe (famiglia degli insetti) e quando eravamo in spiaggia e ci portavamo i panini era impossibile mangiare in pace. Ho anche preso un canottino e sono andato al largo, ho aperto il sacchetto con il cibo, è arrivata una vespa e mi ha punto sotto l’ascella. Bagascia. Ed abbiamo anche preso un terremoto, la mattina presto. Nulla di grave ma la botta è stata secca.