Il libro di Di su Genova

Per conoscere il Dimackey-pensiero nulla di meglio che leggere il suo Blog.

Le persone davvero intelligenti ed intellettualmente vivaci hanno un proprio Blog

Però in effetti sul libro non credo abbia scritto molto. Comunque sia, Di ha deciso due anni fa di scrivere un libro di fotografie su Genova. Visto che è una fotografa professionista con un ottimo curriculum alle spalle, un libro fotografico sarebbe riuscito meglio di un libro di cucito e ricamo o su come impagliare gli animali o come sconfiggere le termiti.

Mentre i suoi viaggi a Genova si moltiplicavano, Di ha scoperto gradualmente che i palazzi di Genova sono intrisi di storia multicentenaria, i Genovesi amano i propri muri e le proprie radici e ci sono Genovesi che non solo conoscono Genova, ma hanno piacere a raccontarla. I Genovesi, diffusamente stronzi e mentalmente occlusi se rinchiusi nella loro cittadina, quando mettono il culo fuori Genova spesso cambiano radicalmente. In questo siamo molti simili ai Napoletani. Nella loro città sono insopportabili ma una volta attraversata la frontiera diventano persone spettacolari.

Tornando ai miei concittadini, talvolta diventano più loquaci anche quando un foresto accreditato pone loro delle domande. Dunque da libro di foto tout court il progetto ha iniziato a prendere una piega diversa ed ora comprende interviste a diversi Genovesi che hanno qualcosa da dire su Genova. Diana teme che a furia di aggiungere pezzi prima o poi il libro potrebbe assumere i contorni di un frigorifero a 4 porte; anche oggi Giovanni Grasso Frevaga glielo ha detto; quando si inizia a scrivere un libro, il filo del discorso tende a ramificarsi in frattali e se non si fa attenzione e ci si autolimita non solo si finisce con scrivere un’opera voluminosa, ma un’opera la cui redazione assume i contorni della eternità.

L’intervista è durata un paio di ore. Quando ascolto persone dietro le cui parole si intuisce una conoscenza ed una profondità emotiva e culturale così affascinante, non posso che pensare agli adolescenti di oggi e domandarmi se mai tra 50 anni qualcuno di loro sarà equivalente a Giovanni oggi.

Vorrei focalizzare l’attenzione generale su quanto è acuta questa mia riflessione.

Non voglio parlare di Giovanni Grasso Fravega perchè non riuscirei a riassumere in poche righe il talento naturale e la vitalità della sua continua ricerca artistica o storica. Adesso ho due ore di registrazione da tradurre in modo da permettere a Di la stesura di una bozza. Lo faccio per voi, concittadini delle mie balle. In realtà ho già iniziato a trascrivere traducendo l’intervista, sono arrivato al minuto 20. Non riuscendo a dimenticare che sono innanzitutto un cazzaro, ho aggiunto una domanda ed una risposta totalmente inventata che spero Di legga e cancelli prima di dare a terzi la bozza, altrimenti sono guai. Per varie ragioni non la riporto qui. Per il momento.

Per concludere, in questo Blog, nella pagina dei Links c’è da sempre quello del website di Di e del suo blog.

Buonanotte!

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2 Responses to Il libro di Di su Genova

  1. Roberto says:

    Esiste ancora la Genova dei genovesi? Il centro storico sta metamorfosando, le attività imprenditoriali ed artigianali che lo hanno caratterizzato e valorizzato sono sparite, sostituite da piccole imprese cinesi ed orientali in genere. Restano i grandiosi palazzi, monumenti, vestigia più o meno antiche di civiltà e cultura soffocate o dimenticate. Nel piccolo universo della mia vita, ho visto una mutazione del centro storico, dagli anni ’60 agli anni 2000, strisciante e peggiorativa. Ed ora che non frequento più, neppure saltuariamente, quelle zone, apprendo dalla stampa e da amici che il centro storico sta diventando un suk, nel senso deteriore del termine. Non so cosa possano ricavare di buono DiMackey o Mitì nella loro ricerca e disamina dell’antico spirito genovese. Se qualcosa di buono riusciranno e tirar fuori, sarò lieto di apprenderlo: e magari di viverlo, nonostante tutto.

  2. Mitì says:

    Il blog di Di è molto bello, e lei è davvero brava. Dille di non preoccuparsi delle eventuali dimensioni del libro; al massimo lo dividerà in due volumi, o avrà pronto un altro libro da far uscire immediatamente dopo. In ogni caso, non vedo l’ora di leggerlo! Quindi buon lavoro. A tutti e due.

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