Fine settimana produttivo.

La testiera del letto dove ho dormito per almeno quindici mesi di settembre quand’ero bambino, nella casa di campagna dei nonni. Solo in tarda età mi è venuto il sospetto che il disegno in ferro battuto che compone la testiera rappresentasse una ghianda allegoricamente sorretta da due uccelli.

Se non è un doppio senso questo, allora non non so cosa sia.

Ho la sensazione di aver già messo on line una foto della testiera del letto. L’occasione per citarla si è comunque ripresentata adesso.

Perchè c’è stata una raccolta di ghiande sotto alcune querce. Erano destinate al Cerchio Incolto, dove da mesi getto a caso ogni sorta di seme, dai Carpini ai Frassini, Aceri Campestri, Tigli.

Ci sono querce che sotto le fronde hanno un tappedo di ghiande, altri esemplari nemmeno una. Delle ghiande a terra, nove su dieci hanno al proprio interno l’animaletto sviluppatosi dopo che un genitore ha fatto un buco e vi ha posto un feto. (terminologia a caso)

Il buco si vede bene e nel caso di dubbio, basta premere leggermente la ghianda tra le dita; se cede e si schiaccia è inutilizzabile.

Oggi altro impegno superfluo e faticoso. Quel triangolino dove avevo seminato fiori di campo lo scorso maggio; non è venuto fuori un fiore che è uno, a parte quelli che crescono nel prato intorno, quelli gialli. Meglio di niente, ma sulle buste ci sono immagini di prati fioriti con decine di fiori colorati in modo diverso. Ecco, io voglio questo.

Adesso ci riprovo; questa volta non ho ordinato semi su Amazon, li sono andati a prendere dal Consorzio Agrario. Tra le varie opzioni ho scelto la confezione che riporta “universale – zone difficili”. Non devo interrarli; sul terreno sminuzzato li spargo, poi ravano un po’ con il raccogli-foglie ed infine innaffio a pioggia.

Togliere le varie erbe cresciute nel triangolo, che poi è una sorta di trapezio scaleno, non è stato un lavoro veloce. Ho dovuto zappare e poi sminuzzare la terra e poi togliere le erbe con le proprie radici una per una, due carriolate di residui per 6 mq. di terra. Lavorare la terra a mani nude è un lavoro durissimo. Ci metterò settimane a togliermi la terra da sotto le unghie. Mi vengono in mente i contadini prima della rivoluzione industriale. Il novanta per cento della popolazione fino alla fine del 1800 era formata da contadini (invento). Zappa, vanga, rastrello e, per i più benestanti, due bovini con un aratro. Che culo. E se non facevi il contadino, magari facevi il soldato per il tuo signorotto locale quando doveva farer la guerra al signorotto confinante.

Zappando il terreno sono emerse quattro ghiande di quercia. Sono le più belle che ho trovato; lisce, pulite, sanissime. Credo che le abbiano portate le Ghiandaie, perchè di querce con ghiande li intorno non ce ne sono. Ho anche trovato sul terreno un riccio di castagna. Il castagno più vicino che conosco è a tre chilometri di distanza, forse ce ne sono altri ma io non li vedo e non sono nel mio terreno dunque come è arrivato li, proprio li?

In genere quando faccio questi lavori, arrivano animaletti anche da Asti e Vercelli a scavare, mangiare i semi, fare danni insomma. Uccelli, millepiedi, formiche, talpe, castori, pterodattili. Ecco forse perchè non nasce mai una sega, unitamente al fatto che i semi potrebbero essere maffi e/o sbaglio stagione.

Questa è anche la stagione in cui quando cammini nel bosco senti le foglie che, quando si staccano dal ramo, cadono prima su rami più bassi e poi per terra. Evviva.

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