Domenica produttiva.

Alba colorata, leggera nebbiolina, foto scadente.

Una Cinciallegra cercava cibo tra le foglie, non so che tipo di cibo, insetti forse, spero non mangiasse i piccoli germogli che stanno spuntando per la prossima primavera.

Tanti fiori nei prati di casa, anche se da questa foto non si capisce. Dal vivo era molto meglio, sembra che il mio telefono abbia una funzione “togli quei cazzo di fiori gialli” che non riesco ad eliminare.

La Domenica avrebbe dovuto comprendere una scampagnata presso un agriturismo con gara di cucina, banchetti con non so bene cosa, intrattenimento per grandi e piccini con il rinomato Mago Scroto.

Però da qualche giorno Miriam aveva scoperto che nella farmacia di Basaluzzo vendevano i vaccini antinfluenzali stagione 2025-2026. Per me l’autunno rappresenta i funghi, per Miriam i vaccini antinfluenzali. Aveva già fatto un paio di superscazzore ad altrettanti medici amici chiedendo se doveva già farli o aspettare. La scelta era complicata in quanto in giro ci sono molti casi di COVID ed allora la concomitanza dei due virus e l’intervento del vaccino avrebbe potuto incrinare l’equilibrio cosmico-emotivo e le funzioni vitali fino alla morte.

In più il farmacista aveva detto che poteva venderli al pubblico ma non poteva fare le iniezioni perchè la campagna vaccinale inizierà tra un paio di settimane.

Non ultimo, il vaccino in vendita è trivalente, Miriam voleva il quadrivalente. Ad una approfondita ricerca è risultato che uno dei ceppi è stato tolto dalla formulazione del vaccino in quanto sono anni che non si vede. Il quadrivalente si trova ma è ridondante, secondo l’OMS.

Sono state 48 ore di ansia e di dubbi, ripensamenti. Lo facciamo? Aspettiamo? Non è troppo presto? Lo facciamo quando siamo a New York? E se mi viene il COVID appena dopo che ho fatto il vaccino? Mi viene una bronchite, devo prendere gli antibiotici, ma gli antibiotici inficiano l’efficacia del vaccino, allora ho il COVID, la bronchite e il vaccino antinfluenzale è stato inutile e non posso rifarlo.

Dopo una fitta serie di telefonate, anche con sua madre, abbiamo deciso di fare i vaccini, sono dunque andato in farmacia. La dottoressa, giovane e carina, memore della superscazzora che il giorno prima Miriam aveva fatto al farmacista di turno, mi ha visto entrare ed ha provato a nascondersi dietro uno scaffale di deodoranti, ma era troppo tardi. Fortunatamente per lei la scelta era stata fatta, ho acquistato due confezioni e sono rientrato a casa. Mi sono subito fatto il vaccino nel braccio, intanto Miriam stava pulendo lo specchio del bagno per la decima volta in stato soporoso dopo un Tavor per l’ansia. Dopo un’ora le ho mandato questa foto, dicendo che stavo bene, non ho avuto reazioni o shock anafilattici, se voleva ero pronto a somministrarle il vacino.

Inizialmente ha detto che l’alcol “Clin” in confezione di 2 litri non andava bene per disinfettare, l’ho convinta ma lo Scottex Regina al posto del cotone invece proprio non l’ha convinta ed ha preso un suo dischetto struccante. Ha verificato che non avessi dimenticato aria nella siringa, mi ha guardato con due pupille enormi.

Adesso siamo entrambi vaccinati contro l’influenza. Ma non bisogna abbassare la guardia perchè c’è sempre in giro il COVID, la polmonite virale, la bronchite che resta bronchite, quella che diventa polmonite, il cimurro, la peste ed il colera.

Abbiamo perso la prestazione del Mago Scroto, ma Miriam sembra più tranquilla seppur di poco.

Forte della mia vaccinazione, ho tagliato l’erba nel pratone. Ho impiegato tre ore e mezza, sono passato due volte su un nido di vespe modello martini, mi hanno ronzato un po’ intorno ma non mi hanno punto. E’ stata una giornata produttiva.

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