Continua inesorabile il seccume.

Aumentano anche i contagi COVID, ma non è chiaro chi se lo prende e chi muore. Io mi cullo nella sicurezza che mi da la vaccinazione. Non mi è ancora chiaro di quanto ho abbassato il rischio di morte dopo le due dosi di Astra maffo Zeneca, è ovvio che non l’ho ridotto a zero e che neppure avrei preteso la garanzia assoluta di immunità, ma a seconda dei neuroni impegnati da chi commenta sui media, c’è chi mi tranquillizza e chi al contrario mi assicura che prima o poi me lo faccio (il COVID) e che non dovrei (condizionale) finire in Terapia Intensiva.

Ho acquistato uno strumento a batteria che serve per far diventare le siepi a forma di parallelepipedo. Non avendo siepi, lo utilizzo infatti per restituire ordine e pulizia alle sponde della Pozzanghera. Così facendo spero anche di ridurre il consumo di acqua da parte della flora che cresce rigogliosa, rallentando il calo del livello. Negli ultimi giorni il pozzo butta circa 1.300 litri al giorno, non bastano per compensare i vari fenomeni che consumano acqua ma è meglio di niente.

Guardo sconsolato i modelli di previsione meteo che ad oltranza vedono configurazioni dove, in un modo o nell’altro, le precipitazioni saltano completamente le zone padane del NW d’Italia. Non è una cosa rara; ma se tu metti una cosa non rara dopo una prima cosa non rara, magari dopo un’altra cosa non rara, e fai succedere, a nastro, a catena, eventi non rari di seccume, alla fine ottieni una cosa che è sempre meno rara, ossia una siccità grave. Dopo la quarta o quinta rilettura del concetto, forse inizia ad essere comprensibile.

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